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Giovanni Pelini: ‘La presunta democrazia delle primarie’

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Giovanni Pelini: ‘La presunta democrazia delle primarie’

Arezzo – "C’è chi sostiene a spada tratta le primarie come bagno di democrazia, in realtà per come le presenta sembrano più una forma di minaccia.
La candidatura di un sindaco uscente deve passare attraverso le primarie? Oppure l’operato svolto determina automaticamente la ricandidatura?
Noi Socialisti siamo per questa ipotesi e diamo un giudizio molto positivo sull’operato del Sindaco e della maggioranza.
Allora, il dubbio è che proporre le primarie sia un atto di disturbo strumentale, interno alla maggioranza. E ancora: se si sposa la tesi delle primarie è poco comprensibile la scelta di applicarle a 90° invece che a 360°, cioè per tutti gli incarichi importanti e delicati nell’interesse generale.
Le primarie possono esser un buon modo di eliminare baronati e zone d’ombra per scegliere alla luce del sole chi debba assumere incarichi pubblici. Ad esempio, i cittadini potrebbero volere decidere chi mandare a fare i loro interessi anche in enti di secondo livello che gestiscono grandissimi capitali pubblici e sono troppo poco controllati e controllabili per la enorme burocrazia che negli ultimi anni si è sviluppata in questo settore.
Tanto è vero alcune scelte che collocavano il patrimonio pubblico dei servizi all'interno di nuove aggregazioni in modo superfiale, hanno impegnato non poco l'amministrazione comunale nel recuperare portando correttivi a garanzia del patrimonio.
Magari i cittadini di Arezzo vorrebbero dire la loro opinione su come sia possibile che alla guida di COINGAS, unico soggetto che può controllare la gestione del nostro capitale in ESTRA, ci sia la stessa persona che è al vertice di ESTRA (il classico caso di controllato controllore).
Forse i cittadini vorrebbero poter avere parola sulla gestione dei servizi, come il gas metano, e decidere se il compito primario di chi li gestisce sia quello di elargire denaro pubblico su iniziative varie, iniziative anche importanti ma più consone ai compiti delle amministrazioni comunali, fino a configurare una sorta di “sponsor provinciale”, oppure sia ricercare l’efficienza e l’abbassamento delle tariffe dei servizi.
Forse sarebbe giusto, se vogliamo seriamente parlare di primarie, anche trovare strumenti di selezione di queste figure manageriali che devono possedere competenze specifiche, che percepiscono compensi che vanno ben oltre 100.000 euro in strutture del tutto dipendenti dalle istituzioni e dal denaro pubblico. Figure che invece sono molto meno controllate sul lavoro e sui risultati di come sia per fortuna un Sindaco."