Home Nazionale Giustizia, in arrivo le ‘pagelle’ per le toghe

Giustizia, in arrivo le ‘pagelle’ per le toghe

0

ROMA – In arrivo le 'pagelle' per le toghe. A quanto apprende l'ADNKRONOS finirà infatti domani al vaglio del plenum del Csm la questione del sistema di valutazione della produttivita' delle toghe da tempo allo studio di una commissione appositamente incaricata da Palazzo dei Marescialli di elaborare gli standard di efficienza e qualita' della categoria. E' stato il nuovo ordinamento giudiziario a imporre una valutazione quadriennale dei rendimenti delle toghe da cui far dipendere avanzamenti di carriera e trasferimenti.
Nelle scorse settimane si era temuto che la matassa dovesse essere sbrogliata dal prossimo Csm, visto che la consiliatura attuale e' agli sgoccioli. Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe stato (e c'e' ancora), un conflitto tra le varie correnti, sull'opportunita' di far conoscere le relazioni elaborate prima delle elezioni del Csm.
Tra queste, Magistratura Indipendente, che batteva affinche' fossero diffuse quanto meno prima del voto. E cosi' dovrebbe essere. Lo studio ha riguardato sia l'ambito civile, sia quello penale, fino agli uffici di Sorveglianza. Ma ci sono due diverse relazioni, una di minoranza (di Magistratura Indipendente), l'altra di maggioranza (Md e Unicost).
Da entrambe le relazioni emergono dati interessanti. Il 30% delle toghe dovra' produrre di piu': fotografando la realta' di oggi si e' individuato il numero di sentenze sotto il quale c'e' questo 30% e quelle sopra al 70%. Ci sara' una soglia media e una soglia massima di sentenze, ma il numero piu' importante in termini di valutazione di produttivita' e' quello della soglia minima.
La valutazione di professionalita' dipende da tanti fattori. Un primo criterio deve essere quello della laboriosita' e cioe' il numero di sentenze depositate in un anno, altro criterio e' quello della diligenza, ossia il rispetto dei termini di deposito. Nell'ambito civile, ad esempio, un giudice deve depositare la sentenza entro i 120 giorni, altrimenti si entra nella spirale dei giudici 'lumaca', finiti gia' davanti al Csm.
Tra gli altri criteri, quello della qualita' della decisione: in questo caso pero', molti puntano il dito sulla 'delicatezza' del controllo, e se nella sentenza c'e' logicita' e' difficile dire che non sia di qualita'. Nella relazione di minoranza dell'area civile, c'e' una buona notizia. Si dice che il giudice italiano e' il piu' produttivo d'Europa, ma e' anche la toga piu' oberata di lavoro rispetto ai colleghi europei, perche' il problema della giustizia italiana e' che ci sono troppe cause.
Negli ultimi anni , si evidenzia, i giudici producono sempre di piu' ma le cause tendono ad aumentare. Come dicevamo, in ambito civile ci sono stati contrasti che hanno portato alla spaccatura tra relazione di minoranza e maggioranza. Unico punto in comune: e' stato creato un criterio valido per tutto il territorio nazionale. Divisione invece sugli altri punti, dal carico di lavoro esigibile (ossia quante cause puo' gestire una toga in un anno), alla soglia di produttivita' da rivedere nel tempo alla conoscibilita' o meno da parte del giudice della soglia di produttivita' che dovra' rispettare.
Ebbene, sul carico esigibile la relazione di minoranza evidenzia che in media, in un anno, un giudice civile riesce a smaltire almeno 300 cause, e quindi il carico esigibile sarebbe questo, al massimo 400 cause, anche se l'effettivo carico del giudice medio e' di 1100 fascicoli sul groppone; si evidenzia quindi anche la necessita' di creare ruoli di pari peso e di rivedere le circoscrizioni giudiziarie.
Invece, la relazione di maggioranza, direbbe che non e' necessario individuare il carico di lavoro esigibile; insomma, non e' necessario quantificare le sentenze che una toga puo' smaltire. Altro punto di contrasto: per la relazione di minoranza il giudice dovrebbe conoscere prima qual'e' l'obiettivo di produttivita', mentre da quella di maggioranza discende che il giudice ad inizio anno non sa quante sentenze deve fare ma lo sapra' solo alla fine dell'anno. Inoltre, per la maggioranza, lo standard dovrebbe cambiare di anno in anno. Infine, diversita' anche nei criteri da utilizzare per paragonare giudici omogenei: per la relazione minoritaria il criterio dipenderebbe dalla materia (civile, famiglia, commerciale), e gli standard andrebbero rivisti dopo 4-5 anni. Mentre la posizione della relazione di maggioranza si baserebbe sul carico di lavoro, cioe' sulla quantita'. Nel penale in particolare, si e' fatta solo una distinzione sui carichi di lavoro e le dimensioni degli uffici, ma non sul tipo di materia.
Nella delibera che approdera' in plenum, si spiega che lo studio ha definito lo standard di rendimento ''come misurazione della laboriosita' intelligente del magistrato fuori da un'ottica di controllo individuale meramente quantitativo e nella prospettiva del miglioramento del servizio reso alla collettivita''', ha individuato in una nuova scheda di valutazione della laboriosita' lo strumento che consente una rappresentazione dei dati quantitativi idonea a valorizzare gli aspetti qualitativi e contestualizzare l'attivita' svolta dal singolo giudice.
La scheda proposta, individua quattro aree di informazioni che riassumono e ordinano logicamente anche molte delle informazioni che gia' oggi vengono raccolte dal Csm, ossia informazioni generali sull'ufficio giudiziario, necessarie per definire il contesto organizzativo in cui il magistrato opera, info sul magistrato e la sua carriera. Ma anche i dati di flusso del lavoro del magistrato suddivisi secondo le voci ritenute rilevanti per ciascuna tipologia di attivita', gli ''standard medi'' di riferimento, ovvero i dati di flusso dei magistrati ''confrontabili''.
La scheda di valutazione della laboriosita' dovra', all'esito della sperimentazione, essere coordinata ed inserita nella complessiva scheda di valutazione del magistrato. Lo studio ha riconosciuto nella tecnica del clustering la metodologia piu' adatta e flessibile per ''analizzare i dati relativi all'anno di riferimento in modo da estrarne valori indicativi della produttivita' accorpati secondo criteri di omogeneita' stabiliti''.
Anche sulla scheda di valutazione, secondo indiscrezioni, sarebbero sono sorti contrasti, posto che Magistratura indipendente propende per un meccanismo piu' snello e meno burocratico."Con la tecnica del clustering infatti – si fa notare – da una parte e' possibile utilizzare criteri di omogeneita' stabiliti a priori, ma dall'altra i raggruppamenti sono il prodotto stesso del processo di classificazione, fornendo cosi' uno strumento particolarmente adatto alla classificazione di un 'oggetto' in continua evoluzione dinamica, quale e' l'attivita' giurisdizionale".
Il lavoro del gruppo, si spiega, ha consentito la creazione di un archivio contenente una scheda analitica e ragionata relativa a 258 uffici. Nel settore requirente un campione comprendente 142 uffici e di 3.426 annualita'/magistrato, di cui 429 riferibile alle Dda. Per il settore giudicante penale sono stati esaminati 16 uffici giudiziari per un totale di 247 giudici e 736 annualita'/magistrato per i tribunali e 179 giudici per 499 annualita' magistrato per i Gip/gup (i dati del penale si riferiscono agli anni dal 2005 al 2008).
Per i tribunali di sorveglianza sono stati presi in considerazione in dettaglio 25 tribunali, per gli anni 2008-2009 e quasi la totalita' dei circa 150 magistrati destinati a tali uffici. Per i Tribunali per i minorenni sono state esaminati le posizioni di 198 magistrati in 8 uffici giudiziari per un totale di piu' di 300 annualita'/magistrato. E ancora, per i tribunali civili sono state esaminate 1070 annulita'/magistrato di cui 527 appartenenti ai tribunali metropolitani, 356 ai tribunali grandi (tre – cinque sezioni civili ) e 187 ai tribunali medi (1/2 sezioni civili) con riferimento agli anni 2006-2008. Per le sezioni lavoro sono state esaminate le posizioni di 281 magistrati distribuiti in 30 tribunali per un totale di 648 annualita' con riferimento al periodo 2006-2008 (28 posizioni sono riferibili anche al 2009).

Articlolo scritto da: Adnkronos