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‘I ragazzi di Via Pal’ in scena al teatro Dovizi di Bibbiena

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‘I ragazzi di Via Pal’ in scena al teatro Dovizi di Bibbiena

BIBBIENA – Solitamente hanno molto successo i racconti a lieto fine: bambini soli che ritrovano i genitori, cattivi che vengono sconfitti, ingiustizie che vengono punite grazie all’“eroe” di turno. Ma non in questo caso. Nonostante la mancanza di un finale “felice”, Ferenc Molnàr riuscì ad estrarre dal proprio cilindro il capolavoro della sua vita: “I ragazzi della via Pàl” che andrà in scena mercoledì 17 febbraio alle ore 10,30 al Teatro Dovizi di Bibbiena all'interno della rassegna di teatro per ragazzi “Piccoli Sguardi” (ingresso € 3,50). Ci troviamo nel lontano 1907, a Budapest, città al centro di una guerra fra bande, ma niente di pericoloso, sono solo bande di ragazzi. La posta in gioco è “nient’altro” che via Pàl, e per un motivo apparentemente banalissimo: in via Pàl c’è un largo spiazzo dove poter giocare, e Budapest, di quei tempi, spazi a disposizione dei ragazzi ne aveva davvero pochi. Il prezioso spazio è occupato dai ragazzi della via Pàl. Comandati dall’autorevole capitano Boka, sono tutti ufficiali, tranne uno: il soldato semplice Ernesto Nemecsek. E’ proprio lui il protagonista del romanzo: un piccolo e debole ragazzo di povera famiglia, incompreso e perseguitato, ma dotato di grande volontà e nobiltà d’animo. Ai ragazzi della via Pàl si contrappongono le Camicie Rosse, capitanate dall’abile Feri Ats, desideroso di conquistare quello spazio a tutti i costi, per lo stesso medesimo motivo. Insomma combattere giocando e giocare combattendo. Lo spettacolo partirà da questo semplice enunciato per raccontare la lotta per la vita e la lotta per i propri diritti di questi eroici e normali ragazzini. Eroici nella loro normalità appunto, capaci di riconoscere l’onore e il tradimento, capaci di morire per un ideale distrutto dallo scorrere semplice dell’esistenza. L’importanza di considerare alto il proprio obbiettivo che si rivela un affannarsi intorno al niente. «Boka fissò pensosamente davanti a sé, e per la prima volta nella sua anima di ragazzo balenò l'idea di ciò che è propriamente questa vita, per la quale noi, suoi schiavi, ora con gioia, ora con dolore, lottiamo». La messa in scena si servirà della narrazione aiutata da momenti di “personificazione” nei personaggi da parte degli attori. Grazie alla musica originale composta per lo spettacolo, si cercherà di rendere l’atmosfera della Budapest anni ’50 per portare lo spettatore ad un coinvolgimento più profondo. Le scene semplici e l’oggettistica d’epoca giocheranno su quella che possiamo definire un’ “efficacia magica” partendo dall’immagine delle cataste di legna della segheria per poi aprirsi in situazioni inaspettate. Anche i costumi appositamente concepiti su modelli originali di quegli anni serviranno alla magia.