Home Politica Il Comune di Arezzo aderisce alla ‘Settimana contro il Razzismo’

Il Comune di Arezzo aderisce alla ‘Settimana contro il Razzismo’

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AREZZO – In occasione della Settimana contro il Razzismo, iniziativa di carattere internazionale, l’assessorato alle Politiche per l’Integrazione del Comune di Arezzo comunica di aderirvi anche ricordando alla cittadinanza l’articolo 21 della Carta dei Diritti fondamentale dell’Unione Europea. Questo recita: “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali”.
Per contrastare ogni fenomeno di razzismo è in fase di realizzazione uno spazio denominato “Casa delle culture” che si collocherà in Piazza Fanfani e che vuole dare risposte a chi sente il bisogno di non stare da solo, di conoscere gli altri, di incontrasi e confrontarsi, di capire il mondo nella sua complessità e nella ricchezza della sua diversità. Ma tutte le azioni e i progetti che vengono promossi dal Comune di Arezzo hanno come fondamento la consapevolezza che la paura è un sentimento connaturato nell’essere umano.
Dichiarazioni universali e istituzioni – sottolinea l’assessorato – servirebbero alla protezione e alla tutela di individui contro violenze e abusi perpetrate da altri esseri umani. La paura nei confronti dell’altro, si trasforma spesso nella discriminazione verso il “diverso”. La solitudine dei nostri giorni e del nostro tempo fa crescere la paura e ci inventiamo un nemico comune per credere di essere uniti e solidali. Più ci sentiamo soli e più ci aggrappiamo a idee vaghe e astratte come l’identità. Non possiamo dimenticare quello che è accaduto recentemente a Rosarno e che continua ad accadere in altre parti del paese come la morte di un bambino in un campo rom o l’aggressione dell’internet point a Roma gestito da persone bengalesi.