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Il nero non è mai assoluto

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Milano (Ign) – "Questa mostra è il mio diario, dove non ci sono i giorni e le date, ma un percorso che testimonia i miei anni di vita". Con queste parole Roberto Cavalli introduce la rassegna "Il nero non è mai assoluto", ospitata nelle sale di Palazzo Morando a Milano fino al 12 dicembre (l'ingresso è gratuito).

Si tratta di "una piccola parte del mio archivio fotografico, che rende accessibile a tutti il processo creativo che porta alle stampe dei miei tessuti – spiega lo stilista fiorentino che l'altro ieri ha compiuto 70 anni -. Le mie stampe nascono sempre dalle mie fotografie e dalle stampe nascono i miei vestiti. L'oggetto più comune può far rinascere in me ricordi lontani e diventare fonte di ispirazione per una collezione o un semplice dettaglio di un abito. Ho fissato nella mia mente – continua Cavalli – e poi nella mia macchina fotografica quei momenti, cose, persone. Ho guardato un cielo nero e ho aspettato con pazienza, per ore, che si aprisse un varco di sole. Ecco, il nero non è mai assoluto. Dietro c'è sempre una luce".
La mostra è organizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Milano. "Quale miglior set di Palazzo Morando per una mostra che fonde moda, costume e immagine in un unico progetto artistico – l'assessore alla cultura Massimiliano Finazzer Flory – E' un set in cui si inseguono 3 lettere 'S': storie, stupore, seduzione. In ogni sua fotografia vi è un timone attraverso il quale Cavalli ha orientato le proprie mete che qui sono prima di tutto non luoghi fisici ma mentali".
Questa mostra racconta un percorso magico a braccetto con Roberto Cavalli. Per entrare nel suo immaginario, per vivere la sua ricerca di visioni, come lui è abituato a fare. Il modo, unico, di catturare l'immagine che diventa stile: i colori accesi della pelle di un animale, che tanto lo affascina, lo scorrere veloce in continua trasformazione delle nuvole dei cieli che lui attraversa. L'immagine che ne scaturisce non si limita all'interno di una cornice: anch'essa è in continua trasformazione ed evoluzione, intrecciandosi ad un tessuto riaffiora in un jeans, nuovamente elaborata diventa finissimo ricamo sulla schiena di una donna, attraverso moderne tecnologie è stampa che veste un ambiente.
Una mostra in movimento, in continua elaborazione: condividere l'obiettivo della macchina fotografica, trasformarlo in un iridescente caleidoscopio dove migliaia di immagini continuamente ne compongono ancora altre, in un processo ogni volta diverso e infinito.
Proiezioni, rifrazioni di luci e colori, specchi di architetture immaginarie, ricerca di altri universi. Un labirinto come gioco, la stanza dei balocchi, centinaia di bolle cangianti deformano con ironia la realtà. Un modo differente di 'guardare'.

Articlolo scritto da: Adnkronos