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Il nuovo volto della ex Cadorna

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Il nuovo volto della ex Cadorna

AREZZO – La storia:
le caserme vennero costruite secondo il progetto dell’ingegner Donato Bizzelli e completate nel 1933 dopo che nell’area era stato abbattuto l’ex convento delle clarisse in Porta Buia. Il convento nel gergo polare veniva chiamato “conventaccio” ed era già stato soppresso nel 1849 con tanto di trasferimento delle monache. Gli interventi di trasformazione degli anni trenta riguardarono anche l’attiguo monastero di Santa Caterina. Questo e il “conventaccio” diventarono caserma e parcheggio.
Dopo l’apertura di questa prima caserma, tra il 1937 e il 1939 ne seguì una ulteriore, quella della 96esima Legione Petrarca mentre nel 1938 fu la volta della caserma dell’87esimo reggimento Friuli.
Nella seconda metà del Novecento il complesso aveva ospitato il 225esimo battaglione di fanteria “Arezzo” per poi divenire sede, ma questa è storia proprio degli ultimi mesi, dello Sportello Unico Polivalente del Comune di Arezzo oltre che di alcune associazioni, di scuole superiori e dell’università della terza età.

Il progetto (presentato dall'assessore all'urbanistica Stefano Gasperini):
una sfida per il sistema Arezzo: ci auguriamo che sia raccolta dall'imprenditoria aretina e che questa partecipi alla realizzazione di un’area strategica posta ai margini della città medievale e lungo uno degli assi ottocenteschi di scorrimento. Obiettivi sono renderla totalmente pedonale e riconnetterla con il contesto urbano inserendovi una pluralità di funzioni pubbliche e private, così che il suo fulcro, ovvero la piazza, negli intenti più estesa di Piazza Grande, possa diventare un luogo adatto a essere vissuto quotidianamente e a manifestazioni ed eventi. Questo potrà essere realizzato anche grazie a una maggiore permeabilità della piazza con la zona circostante mediante una molteplicità di collegamenti pedonali e carrabili con le 4 strade che la circondano: via Porta Buia, Piazza Guido Monaco, via Petrarca e via Garibaldi. Nella piazza troveranno sede attività commerciali, direzionali, residenziali oltre che pubbliche, di servizio e funzionali alle esigenze dei giovani. I parcheggi nell'area saranno solo interrati salvo i limitati spazi di carico e scarico. Non va trascurata inoltre la funzione di testa di ponte con il parcheggio Baldaccio e con un altro edificio storico di cui si sta realizzando il restyling: la ex fonderia Bastanzetti, in futuro Casa dell’energia.
Quattro i comparti in cui è suddiviso l’intervento. Nel primo viene ipotizzata una biblioteca multimediale che vada a integrare la biblioteca comunale; nel secondo nasceranno volumetrie residenziali, commerciali e direzionali. Il piano complesso conferma la previsione, derivante dai fondi PIUSS, della Casa delle culture, nella ex cappella delle caserme. Una cortina di edifici è stata concepita lungo via Garibaldi ma senza dissonanze con l’architettura tradizionale della città storica e delle stesse caserme.
Con questo piano complesso prende corpo il principio della perequazione, uno dei cardini del Piano Strutturale.
Passaggio successivo dell’iter sarà uno specifico Piano attuativo del Piano complesso di intervento. È auspicabile – ha concluso Gasperini – che venga disegnato da un nome importante dell'architettura nazionale perché così merita questo passo importante per la storia della città: al Piano attuativo spetterà la definizione dei singoli edifici e del loro linguaggio architettonico, introdurre alcuni elementi di flessibilità, limitate modifiche ai perimetri dei lotti, privilegiare gli accessi carrabili al parcheggio pubblico e gli aspetti tecnici legati al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili.

L'atto di indirizzo di Mario Bruni e Piero Ducci (Città Aperta – IdV):
non basta un involucro, magari bello, ma serve riempirlo di funzioni. E la progettazione per ora non offre un quadro organico di proposte a vantaggio soprattutto dei giovani: quindi, spazi agibili e di creatività, di tolleranza e contaminazione culturale. Ci piacerebbe una struttura pubblica funzionante come luogo di incontro, una sorta di “piazza del sapere”, comoda e attraente, luminosa, con sezioni per i bambini, l’informatica, la musica e l’arte. Locali adeguati a ospitare uno studentato od ostello della gioventù, favoriti dalla centralità della zona e dalla vicinanza con la stazione ferroviaria, in grado di promuovere un tipo di turismo che si sta sempre più affermando anche nel nostro paese. Una proposta che può avere riflessi economici e occupazionali, contribuire a far conoscere sempre più la nostra città come luogo gradevole e accogliente, favorire scambi culturali, conoscenza, integrazione tra le giovani generazioni e in grado di dare positiva risposta al bisogno di alloggio anche di studenti stranieri sempre più presenti. Pensiamo poi a un ulteriore spazio adibito all'informazione e alla comunicazione sulle tematiche giovanili e ad alcuni alloggi di edilizia residenziale sociale, in posizione di non contiguità tra loro al fine di evitarne la caratterizzazione e da destinare alla locazione. Auspichiamo che tutto il procedimento sia oggetto di un processo partecipativo.

L’atto di indirizzo del gruppo Sinistra:
“la progettazione dell’area delle ex caserme Cadorna parte con due elementi fortemente migliorativi. La trasformazione di un’area strategica, rivoluzionaria per la vita della città, dovrà quindi essere accompagnata da un percorso di progettazione partecipata come è stato per Piazza S. Agostino. Un elemento essenziale che permetterà a tutti gli attori interessati, cittadini, soggetti economici e sociali, associazioni, di concorrere a definire nel modo migliore le funzioni pubbliche e le caratteristiche di un pezzo di città che trasformerà il modo di vivere Arezzo.
Al metodo si aggiunge anche un elemento sostanziale, che contribuisce a dar un valore sociale al progetto, con la previsione, nelle nuove aree edificatorie, della realizzazione di alloggi di edilizia popolare distribuiti in tutta l’area”.

Il dibattito:
Luigi Lucherini (PdL): “perplessità sia sulla manifestazione di interesse promossa preliminarmente dall'amministrazione comunale sia in merito alla soluzione progettuale ritenuta inadeguata in quanto frutto di un vecchia filosofia di fare urbanistica”.

Edi Bacci (Pd): “il percorso amministrativo è chiaro. L'operazione apre finalmente una piazza che è stata chiusa decenni. E si apre in direzione dell'universo giovanile. L'idea di una biblioteca per ragazzi è utile in questo senso. L'attuale, infatti, ha aperto una sezione del genere ma visto lo spazio ridotto di cui dispone è meglio una struttura ad hoc magari arricchita di strumentazione multimediale e audiovisiva. E in futuro perché non pensare a una casa dell'energia, a una del cinema, a una del teatro? Ma non individuiamolo adesso, in maniera puntuale, si tratta pur sempre di strutture che implicano dei costi”.

Raffaello Giorgetti (Arezzo Futura): “la minoranza non è stata assolutamente coinvolta in questo progetto. Non si può inoltre continuare con una logica progettuale svincolata da un disegno complessivo. Senza considerare che il momento è drammatico per l'economia aretina e dunque bisogna coinvolgere l'imprenditoria locale e fare in modo che le risorse qui rimangano. Abbiamo pensato infine alla società che sarà fra 20 anni? Siamo sicuri che questa progettazione sia adeguata? Ad esempio: se ipotizziamo di portare alla ex Cadorna tutti i giovani e i turisti, non rischiamo di condannare a morte certa l'attuale centro storico?”.

Marco Tulli (Sinistra): l’atto di indirizzo del gruppo vuole sottolineare partecipazione ed edilizia sociale come i due principi cardine: l'attuale amministrazione è attenta a percorsi che coinvolgono soggetti e categorie, ne ha dato dimostrazione in passato e non intende rinunciarvi per questo progetto, essenziale per la polis. E l'edilizia sociale va concepita per evitare ghetti magari accorpati nelle periferie. Le risorse si possono ottenere grazie all’applicazione del criterio della perequazione”.

Francesco Macrì (PdL): “la necessità di una piazza moderna è impellente per Arezzo che dispone solo di Piazza Grande come platea communis. A dire il vero, la ex Cadorna è aperta oramai da tempo, disponibile alla città. E questa amministrazione un esperimento lo ha fatto per renderla ancora più fruibile: è quello del mercato, miseramente fallito, a dimostrazione che ancora gli aretini non sentono propria questa piazza. Serve allora più slancio per organizzare l'area, realizzando, perché no, edifici e infrastrutture davvero simboliche. Se pensiamo poi al parcheggio, probabilmente siamo di fronte a un'occasione unica per dare soluzione ai problemi atavici di sosta in centro storico specialmente in concomitanza con manifestazioni specifiche. Anche qui, tuttavia, non mi sembra che ci sia stato il necessario coraggio”.

Alessio Mattesini (PdL): “ma all'università non è stato pensato? Sento parlare di ostello, di biblioteca, poi però si tace sulla istituzione che va ricompresa per definizione nell'universo giovanile. Senza di essa il progetto parte monco”.

Licio Bernardini (Pd): “rispettiamo e non marginalizziamo l'università Enzo Ficai, lasciamola in questa piazza. Ha 200 iscritti e un pool di docenti di valore a livello nazionale”.

Alessandro Arcangioli (Pd): “qui non siamo a parlare di cubature ma di un'idea complessiva di città che prende forma riappropriandosi di una zona fino a pochi anni fa 'invalicabile', con tanto di filo spinato. Finalmente avviamo questo percorso”.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ricordato la trasparenza che ha regolato l'intero procedimento. Speriamo che ci siano le risorse economiche in questa città per fare di questo intervento un motore di sviluppo. Ho ricevuto tutte le categorie economiche per spronarle ad attivarsi assieme e spero che questi miei interventi portino i loro frutti. Da un punto di vista urbanistico, la zona ha alcune peculiarità tra cui la presenza di vincoli della Soprintendenza su alcuni edifici che non si possono praticamente toccare. Abbiamo poi voluto, ecco la scelta politica pregnante, che dentro la piazza non venisse costruito, e molte proposte lo prevedevano, salvandone struttura e respiro sempre rispettando peraltro le previsioni del Piano Strutturale che sono rimaste quelle della prima stesura dell'atto.

Giovanni Pelini (PS): “sono contrario alla previsione di un ostello in loco, meglio in centro storico, e non intendo pregiudicare la possibilità di un parcheggio a rotazione perché dobbiamo sempre tenere presenti le esigenze di mobilità cittadina”.

Francesco Francini (PdL): “vorreste evitare il traffico in centro, risolvere i problemi di parcheggio, non fare invadere la città dalle macchine e mettete alla ex Cadorna lo Sportello Unico e il rilascio di tutti i certificati possibili e immaginabili? Volete valorizzare la piazza dei giovani e mettete l'Informagiovani a Sant'Agostino? Magari lo spostate di nuovo dopo qualche anno: uno spreco di soldi oltre che una fila di contraddizioni. Quello che viene fuori cos'è realmente: una piazza o una schiera di edifici?”.

“Cementificazione dell'area” è quanto paventato da Stefano Baldi (Gruppo Misto): “il luogo ne esce strangolato nella sua identità. Si tratta di un progetto che fa da pendant a un Regolamento Urbanistico che blocca lo sviluppo e l'imprenditoria privata locale. Chi vincerà i bandi, infatti, se non le imprese e le istituzioni pubbliche lasciando briciole di subappalti alla nostra economia? In sostanza, ci regalate il libro nero dei piani complessi di intervento di cui questo è solo il primo capitolo”.

I voti:
atto di indirizzo Mario Bruni: respinto con 18 astensioni e 3 voti favorevoli. Il PdL non ha partecipato al voto.

Atto di indirizzo Marco Bianchi: approvato con 17 voti favorevoli e 4 astenuti. Il PdL non ha partecipato al voto.

15 voti favorevoli hanno approvato un emendamento di Alessandro Arcangioli: esso tende a specificare l'ambito di applicazione del concetto di “edificio circostante” di valore storico-artistico ai fini del rispetto dell'altezza minima di nuovi edifici.

Pratica: il PdL non ha partecipato al voto. A questa scelta si sono affiancati Bruni e Ducci di Città Aperta – IdV. 21 voti favorevoli e 1 contrario.

Ora ci sono 45 giorni per le osservazioni che precederanno l'approvazione definitiva. Successivamente il Piano attuativo.