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Il rischio mortale dell’Istituto d’Arte di Anghiari

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Il rischio mortale dell’Istituto d’Arte di Anghiari

Arezzo – Decisa presa di posizione da parte di Confartigianato Imprese Arezzo nei confronti dell’istituto d’arte di Anghiari, specializzato nel restauro del mobile antico. “Ciò che sta accadendo a questa scuola è in primo luogo frutto della legge Gelmini, che fino a questo momento ha manifestato più ombre che luci”, esordisce a mo’ di premessa Domenico Gambacci, presidente provinciale del comparto “Legno Arredo” dell’associazione di categoria. “L’istituto d’arte – prosegue Gambacci – è un patrimonio non soltanto di Anghiari ma di tutta la Valtiberina. Il rischio serio al quale andiamo incontro è quello di una grave dispersione di saperi e conoscenze, che andrebbero in pensione una volta abbandonata la vita attiva da parte di quegli artigiani che ad Anghiari si sono formati. Non si può vedere il sistema scolastico sotto forma di un business, ma d’altro canto un po’ di responsabilità è anche da attribuire alle famiglie, che molto spesso spingono i propri figli e tutti i costi presso altri tipi di istituti (alludiamo al tecnico commerciale e ai vari tipi di licei), ritenendo che questi siano di serie “A”, ma senza ragionare in prospettiva; senza cioè tener conto di quelle che sono le opportunità future di inserimento nel mondo del lavoro, come hanno testimoniato le recenti indagini condotte dall’Ufficio Studi di Confartigianato nazionale, nelle quali si dimostra – dati alla mano – che le imprese artigiane, nonostante la forte crisi, in molti casi non riescono a trovare manodopera professionale, esattamente come quella che è in grado di preparare l’istituto d’arte anghiarese. E sullo stesso binario è da inserire l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato (Ipsia) di Sansepolcro, che sta vivendo le stesse problematiche: l’80% degli studenti che escono con il diploma di elettricista trova subito lavoro, però c’è ugualmente carenza di iscrizioni e la spiegazione di questo fenomeno anomalo è in gran parte di natura culturale. Ricordiamo inoltre che, solo in provincia di Arezzo – precisa Gambacci – l’istituto d’arte anghiarese ha “sfornato” centinaia di imprenditori e molte maestranze per le nostre imprese, come associazione sindacale da molti anni collaboriamo con questo istituto in numerosi progetti, anche di valenza nazionale, ed abbiamo avuto modo di toccare con mano con quale professionalità anche il corpo docente prepara gli alunni”. Gambacci si rivolge anche all’ambito della politica con un monito molto garbato: “Deve smettere di lanciare proclami ed essere più concreta. Deve quindi essere una politica dei fatti e non delle chiacchiere. Di fronte a una situazione del genere, che a mio parere potrebbe essere solo la prima di tante altre, se non si interviene subito si corre il rischio di mettere in crisi quasi tutti gli omologhi istituti della provincia, resto basito inoltre nell’apprendere che la vicina Città di Castello stia “forzando” per la creazione di un nuovo Liceo Scientifico che andrebbe in concorrenza con quelli di Sansepolcro ed Umbertide”. E conclude: “Qualora si rendesse necessario, siamo intenzionati come Confartigianato (ricordiamo che Gambacci è da quasi un anno e mezzo anche il presidente nazionale della Federazione “Legno Arredo” n.d.a.) a sollevare il problema anche nelle opportune sedi romane”.