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Inaugurata la Casa della Salute di Castiglion Fiorentino

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CASTIGLION FIORENTINO – Un progetto innovativo, pensato e studiato nei minimi termini, fortemente voluto dalla comunità castiglionese. Non ospedale, non territorio, una via di mezzo, in cui sanità e sociale, strutture residenziali per anziani e ambulatori, sede del 118 e dei punti prelievi, palestre per gli anziani e punti di assistenza diretta e indiretta, si mettono insieme. La Casa della Salute di Castiglion Fiorentino inaugurata stamani alla presenza del neo assessore regionale Daniela Scaramuccia, è un insieme di attività innovative e tradizionali. Di certo un attesissimo punto di riferimento per gli abitanti, in primo luogo di Castiglion Fiorentno e dell'intera Valdichiana.

“Quando una idea è portata avanti con passione – ha dichiarato l'assessore Scaramuccia – i risultati si vedono. La Regione Toscana ha fatto bene ad investire risorse sulla Casa della Salute di Castiglion Fiorentino. Qui vedo che non si lavora sull'emergenza, ma ci sono percorsi programmati e strutturati nel tempo, finalizzati ad integrare, sempre di più, le risposte sociali a quelle sanitarie. Sicuramente, ha sottolineato ancora l'assessore, l'esperienza di questa Casa della Salute è il risultato di un rapporto stretto tra azienda Sanitaria e Conferenza dei Sindaci. Un rapporto che in più occasioni, ne sono certa, ha consentito di superare ostacoli e compiere scelte operative e gestionali non sempre facili".”

Che si sia trattato di una giornata speciale per Castiglion Fiorentino è stato chiaro a tutti e lo ha ribadito con forza ed emozione il sindaco Paolo Brandi: “Questo momento arriva dopo un lungo e faticoso lavoro, non senza ostacoli, iniziato nel 2005. Mi piace sottolineare che oggi abbiamo una grande struttura pubblica, di oltre cinquemila metri quadrati (e per la cui ristrutturazione, alla faccia degli sprechi in pubblica amministrazione abbiamo spesso solo 300 euro a mq.), che con l'apertura della Fratta doveva essere venduta ai privati. Invece è ancora pubblica ed avrà funzioni di grande rilevanza sociale e sanitaria.”
Il sindaco, come padrone di casa, ha ricordato uno ad uno i protagonisti di questa impresa ricordandoli. Ad iniziare da Bruno Benigni, già assessore regionale alla sanità, e ideatore di questo progetto. Poi i tecnici comunali, quelli della Asl, la ditta appaltatrice e i direttori generali Calami e Desideri. “Ma senza medici di famiglia, tutto questo oggi non ci sarebbe. Propositivi e allo stesso tempo spina sul fianco: ogni giorno, instancabilmente – ha raccontato Brandi – hanno chiamato, domandando, sollecitando, chiedendo, fino ad arrivare a questo risultato che rappresenta il primo progetto nella nostra Regione e che ora sappiamo, sarà replicato da altre parti. Oggi non è solo la festa di Castiglion Fiorentino, ma dell'intera vallata. Questo è un tassello fondamentale della riorganizzazione sanitaria della nostra zona: un territorio fortemente coinvolto e carattrizzato dalla presenza di quattro strutture di grande specializzazione e valore, dall'ospedale della Fratta, all'ospedale d Comunità di Foiano, dal centro di riabilitazione di Lucignano, alla Casa della Salute di Castiglioni”.

L'esperienza castiglionese, trova la sua ragione d'essere su cambiamenti profondi che interessano la popolazione sotto il profilo sanitario e sociale.
“L'invecchiamento – ha esordito il direttore generale della Asl Enrico Desideri – è il fenomeno più eclatante della nostra società. Oggi abbiamo una media di speranza di vita per gli uomini di 75,4 anni e di 85 per le donne. Se questa è una buona notizia, siamo però di fronte ad un autentico tsunami rappresentato dalle malattie croniche. Il cambiamento necessario e fondamentale per la sanità è intercettare proprio queste nuove esigenze nel territorio.”

Secondo il direttore generale i passaggi essenziali di questo percorso, in gran parte, trovano risposta proprio nella Casa della Salute: con il chronic care model (medicina d'iniziativa), il rapporto stretto fra medici di famiglia e strutture sanitarie ospedaliere; la messa a disposizione del territorio degli stessi strumenti gestionali che hanno gli ospedali; la presa in carico – reale e concreta – da parte del territorio dei pazienti “dimessi” dall'ospedale.