Home Nazionale Iran, il mondo della cultura italiana si mobilita per il regista Panah

Iran, il mondo della cultura italiana si mobilita per il regista Panah

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ROMA – Il regista iraniano Jafar Panahi, prelevato dalle forze di sicurezza lo scorso primo marzo nella sua casa di Teheran, "e' stato arrestato per aver progettato di girare un film. Questo significa che in Iran oggi non e' solo in pericolo la liberta' di parola, ma anche quellla di pensiero". E' quanto ha dichiarato l'avvocato iraniano e premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi, intervenuta telefonicamente durante la conferenza 'Spezziamo il cerchio', organizzata ieri a Roma presso la fondazione 'Lelio Basso'. Alla conferenza hanno partecipato anche esponenti del mondo del cinema e del teatro italiano, per chiedere la liberazione del noto cineasta iraniano e di tutti coloro che sono stati arrestati in Iran dopo le elezioni di giugno.
"La censura nel nostro Paese peggiora ogni giorno, al punto che (gli agenti, ndr) si sono permessi di andare di notte a casa di Panahi" per arrestarlo "con una scusa inesistente e stupida" insieme alla moglie, alla figlia e a 16 suoi ospiti", ha precisato la Ebadi, che ha aggiunto: "Secondo me il posto di Panahi e' all'universita' ad insegnare le arti agli studenti e non nel carcere di Evin" a Teheran.
Una netta presa di posizione a favore dell'immediata scarcerazione di Panahi e' giunta quindi dall'attivista argentino Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace nel 1980. Intervenendo anch'egli telefonicamente all'incontro, Esquivel ha invocato "la liberazione del regista e di tutti gli arrestati. Il governo iraniano – ha precisato – deve rispettare i diritti umani degli oppressi". A questo proposito l'attivista argentino ha chiesto "una mobilitazione di tutta la comunita' internazionale. Non e' sufficiente – ha concluso – che solo l'Italia si mobiliti a favore della scarcerazione di Panahi, al contrario serve una forte pressione internazionale" su Teheran per ottenere la sua liberazione.
Alla conferenza hanno partecipato personaggi di spicco del mondo del cinema e del teatro italiano, come Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Amedeo Fago, Giuliano Montaldo, oltre a Fabio Alberti, fondatore dell'Ong 'Un ponte per…', e Mostafa Khosravi, esponente del principale movimento studentesco iraniano, Daftar-e Tahkim-e Vahdat, ovvero l'Ufficio per il Rafforzamento dell'Unita'.

Proprio quest'ultimo ha voluto denunciare "la sistematica violazione dei diritti umani" in atto in Iran e "la violenta repressione" con cui il governo ha soffocato la protesta dei dimostranti riformisti. "Negli ultimi mesi – ha dichiarato – il popolo iraniano ha passato momenti difficili. Al termine di processi sommari sono stati giustiziati molti giovani, mentre ex ministri e deputati si trovano oggi rinchiusi in carcere".
"La situazione – ha concluso Khosravi – sta peggiorando fino a un punto che non potevamo nemmeno immaginare. E' compito di intellettuali e artisti aiutare la popolazione a raggiungere la democrazia".
"Panahi e' forse il piu' noto di migliaia di cittadini che sono stati colpiti da una repressione che toglie il diritto di parola in Iran", ha commentato Alberti, denunciando quindi il ricorso "alla tortura" sui manifestanti dell'opposizione arrestati nella Repubblica Islamica.

Sulla stessa lunghezza d'onda si e' espresso il regista Giuliano Montaldo, che ha sottolineato come dopo le elezioni molti iraniani "sono stati arrestati, incarcerati, torturati e uccisi". Montaldo ritiene che l'arresto del cineasta iraniano "sia un evento che da' il segno di cosa significhi l'intolleranza, la violenza, la sopraffazione e il tentativo di soffocare per sempre una parola che si chiama liberta'".
Bellocchio, infine, ha indicato la strada che a suo parere i rappresentanti della cultura italiana devono seguire per favorire la scarcerazione di Panahi. "I registi e gli artisti devono fare bene il loro lavoro, fare cose belle, originali, anticonformiste, cosi' indirettamente servono anche per la causa di Panahi contro il fascismo iraniano", ha detto il regista.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki