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Iraq, forte l’affluenza alle urne: oltre il 60%

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BAGDAD – Forte affluenza alle urne in Iraq nonostante gli attentati e le minacce di Al Qaeda. Si aggirerebbe tra il 60 e il 68% la partecipazione al voto degli elettori iracheni per il rinnovo del Parlamento. Sono queste le stime pubblicate oggi dal quotidiano semi-ufficiale al-Sabbah, mentre i funzionari della commissione elettorale hanno annunciato che la percentuale esatta dell'affluenza alle urne sarà annunciata in giornata.
Dallo spoglio delle schede si profila un testa a testa per la vittoria tra la lista del premier Nuri al-Maliki e quella dell'ex premier, Iyyad Allawi, in corso oggi in Iraq. Secondo l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', la lista di al-Maliki è in testa nelle aree sciite e in particolare avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti nella zona di Sadr City, sobborgo sciita di Bagdad. La lista di Allawi sarebbe invece in testa nella città di Karbala e in tutti gli altri centri sunniti. Si ritiene che la lista dell'ex premier possa battere anche quella curda nella città settentrionale di Mosul.
I funzionari incaricati delle operazioni di spoglio hanno però invitato a non fare affidamento sugli exit poll che saranno diffusi dalle tv vicine all'uno o all'altro schieramento. "Al momento, non ci sono numeri credibili", hanno spiegato. Gran parte dei media del paese attribuiscono le più alte percentuali di consenso alla coalizione guidata dal premier Nuri al-Maliki e a quella rivale guidata dall'ex primo ministro Ayad Allawi. Secondo la tv satellitare 'al-Arabiya', la commissione elettorale centrale dovrebbe annunciare nelle prossime ore un'affluenza alle urne definitiva pari a circa il 68%. Fonti della commissione elettorale di Bagdad hanno inoltre rivelato che giovedì saranno diffusi i dati parziali, mentre per sapere i dati definitivi e la composizione del prossimo Parlamento bisognerà aspettare dieci giorni.
La forte affluenza alle urne nonostante gli attentati e le minacce di Al Qaeda sono un "successo cruciale" per il paese. E' il commento entusiastico del segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. "Mi congratulo – afferma il segretario generale in un comunicato – con il governo e il popolo iracheni per le elezioni del 7 marzo. A dispetto dei tentativi di estremisti violenti, queste elezioni rappresentano ancora un altro successo cruciale per lo sviluppo di un Iraq pienamente democratico". Secondo Rasmussen, "le elezioni contribuiranno in modo significativo al processo di riconciliazione nazionale, aiutando il progresso politico verso la stabilità dell'Iraq".
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, sottolinea la necessità che emerga ''un vincitore e una coalizione che possa governare per quattro anni''. ''L'Iraq ha terribilmente bisogno di stabilità, di riconciliazione tra i vari gruppi, tra sunniti e sciiti che devono continuare a lavorare insieme'', ha dichiarato il titolare della Farnesina. ''Mi permetto di dire che c'è uno straordinario bisogno che la minoranza cristiana sia tutelata e continui a essere sempre tutelata: per tutto questo ci vuole un vincitore e ci vuole uno sconfitto, come è nelle regole di tutte le democrazie'', ha concluso Frattini.

Articlolo scritto da: Adnkronos