Home Nazionale Knightley e Mendes inaugurano il Festival di Roma con ‘Last night’

Knightley e Mendes inaugurano il Festival di Roma con ‘Last night’

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Roma – (Adnkronos/Cinematografo.it) – "Non so davvero che cosa sia peggio, se tradire con il corpo o con la mente: il film è straordinario proprio per questo, perché lascia questo dubbio anche oltre la fine del racconto, sarà lo spettatore eventualmente a decidere". Keira Knightley torna al Festival di Roma a due anni da 'The Duchess' per aprire ufficialmente la quinta edizione del festival capitolino, in Concorso, con 'Last Night', opera prima di Massy Tadjedin che Medusa porterà nelle sale dal 5 novembre in circa 200 copie. Interpretato anche da Sam Worthington, Eva Mendes e Guillaume Canet, il film racconta, come da titolo, in una sola notte, a New York, i possibili meccanismi del tradimento in una coppia sposata da tre anni, insieme da sette.
"Quello che davvero ci interessava era tentare di trovare alcune possibili definizioni di infedeltà – racconta la regista, anche autrice dello script – ma senza dare giudizi morali. Alla fine lui oltrepassa fisicamente il limite, lei no, pur essendo sentimentalmente attratta dall'altro: esiste una differenza? Onestamente non lo so…". Lui e lei sono Worthington e Keira Knightley, gli "altri" Eva Mendes e il francese Guillaume Canet, nuova collega sensuale del primo una, vecchia mai sopita fiamma della seconda l'altro: "Ho accettato subito la parte – dice Mendes – dopo aver chiacchierato quattro ore con Massy (Tadjedin, ndr) e dopo aver letto il copione, dove era sin da subito chiaro che i personaggi erano costruiti molto bene''.
''Per quello che riguarda la domanda centrale del film, però – aggiunge Mendes – anche io non saprei dare una risposta definitiva: credo dipenda dalle situazioni, dall'età, ritengo che a 20 anni possa ancora essere accettabile, un po' meno intorno ai 30 e ai 40, ma probabilmente dopo i 60 anni ti auguri anche che tuo marito vada a letto con qualcun'altra…".
Ma il senso di colpa, quello è lo stesso sia che il tradimento venga consumato sia che rimanga platonico, assicura Canet, al Festival di Roma anche come regista con 'Les petits moucois' (Fuori Concorso): "Penso ci si senta a disagio in entrambi i casi – dice l'attore – La cosa migliore è riuscire a vivere felici senza tradimenti, né fisici né psicologici. E non crediate che siccome siamo attori sia per noi più facile mentire, tutt'altro: noi viviamo cercando di dare verità a personaggi, storie immaginarie". A buon intenditor, poche parole.

Articlolo scritto da: Adnkronos