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L’archivio del gioielliere Bulgari donato all’Università di Siena

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L’archivio del gioielliere Bulgari donato all’Università di Siena

AREZZO – Oggi ad Arezzo è stato firmato l’atto di donazione, da parte del rettore dell’Università di Siena Silvano Focardi e dei proprietari dei fondi archivistici, Anna Bulgari Calissoni, figlia di Costantino Bulgari,
e Giovanni Raspini, titolare dell’omonima azienda che sarà sponsor dell’iniziativa

L’archivio del gioielliere Costantino Bulgari, contenente mezzo secolo di ricerche inedite sull’oreficeria antica italiana dal Trecento all’Ottocento, è stato donato al Laboratorio aretino di Catalogazione dei Beni Storico-Artistici dell’Università di Siena, dove sarà riordinato e digitalizzato e quindi pubblicato in rete per la consultazione online. Il lavoro, nella sede del dipartimento di Teoria e documentazione delle tradizioni culturali, facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, sarà realizzato sotto la direzione scientifica del professor Paolo Torriti, docente di Storia delle arti applicate e dell’oreficeria. L’archivio racchiude anni e anni di ricerche, di indagini sui territori, di studi, di corrispondenze tra Costantino Bulgari e i propri collaboratori, di schede di migliaia di marchi, spesso di argentieri sconosciuti, centinaia di foto di oggetti inediti e rari, che saranno presto in rete a disposizione degli studiosi e del pubblico. Sponsor dell'iniziativa sarà l'azienda "Giovanni Raspini".

Un duplice atto di donazione è stato firmato oggi, martedì 15 giugno, presso la Facoltà di Lettere di Arezzo (viale Cittadini, Pionta), dal rettore dell'Università di Siena Silvano Focardi e dai proprietari dei fondi archivistici Anna Bulgari Calissoni, figlia di Costantino Bulgari, e Giovanni Raspini, titolare dell'omonima azienda e studioso, oltre che appassionato collezionista, di argenteria antica. Una parte dell’archivio, riguardante la Toscana, era infatti già stato donato alcuni anni fa all’architetto Raspini, che a sua volta, sempre oggi, lo donerà all’Università dove sarà quindi riunito. Alla firma dell’atto di donazione è intervenuto anche il preside della facoltà aretina Walter Bernardi.

«E’ per me un giorno di intensa commozione», ha detto Anna Bulgari, «perché mi è stata data l’opportunità di consegnare agli studiosi di questa generazione, e a quelli che verranno dopo, quanto mio padre, Costantino Bulgari, ha raccolto di notizie sugli argentieri e sugli orefici italiani in mezzo secolo di ricerche. Desidero inoltre ringraziare coloro che hanno esaudito questo mio desiderio».
«L’Università di Siena e la Facoltà di Lettere di Arezzo si arricchiscono di un materiale scientificamente molto prezioso», ha aggiunto il rettore Silvano Focardi, «e per questo ringrazio la signora Anna Bulgari Calissoni e l’architetto Giovanni Raspini, oltre al professor Paolo Torriti che si è impegnato per rendere possibile questa donazione. Un’iniziativa che evidenzia la vitalità scientifica dell’Ateneo e della Facoltà di Lettere di Arezzo».
Sponsor dell’iniziativa sarà proprio l’azienda aretina “Giovanni Raspini”. «La mia passione per le ricerche sull’oreficeria italiana», ha spiegato Raspini, «mi ha portato già dagli anni Settanta a conoscere l’archivio di Costantino Bulgari, fino a che la figlia, la signora Anna, nel 2003 decise di donarmi i quattro faldoni sulla Toscana. Oggi li consegno all’Università, affinché tutto questo prezioso patrimonio possa essere riordinato e reso consultabile».
Il professor Paolo Torriti, responsabile del Laboratorio di Catalogazione dei beni storico-artistici dove si svolgerà l’inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di tutto l’archivio, si è soffermato sull’importanza scientifica del materiale e ha ringraziato la signora Anna Bulgari e l’azienda “Giovanni Raspini”.

Costantino Bulgari e il suo Archivio
Costantino Bulgari fu uno dei massimi esperti e competente ricercatore delle antiche argenterie e oreficerie italiane. Appartenente alla famiglia di gioiellieri italiani Bulgari, ditta fondata a Roma nel 1884 da suo padre, l'argentiere greco Sotirios Voulgaris. Il nome "Bulgari" è un adattamento del cognome del fondatore. Nel 1905, Sotirios, con l'aiuto dei suoi due figli Costantino (1889–1973) e Giorgio, inaugura il famoso negozio di via Condotti.
Costantino Bulgari, studioso e collezionista di oreficeria, tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Sessanta del Novecento, condusse importanti ricerche relative ad argentieri, orafi e gemmari di tutte le regioni italiane dal Trecento all’Ottocento e delle loro principali città, pubblicando una raccolta su “Roma e gli Stati della Chiesa”, divenuta il modello assoluto di riferimento per i manuali in materia di orefici e marchi italiani. Le sue ricerche furono poi riprese dalla figlia Anna Bulgari Calissoni, che in una seconda collana continuò e approfondì tali studi.
Il progetto dello studioso era tuttavia quello di portare a compimento gli altri volumi relativi alle altre regioni italiane, purtroppo mai pubblicati. Delle sue ricerche, condotte per anni e anni, rimane un prezioso archivio costituito di un centinaio di faldoni e scatole-raccoglitori contenenti appunto ricerche, documenti, disegni, fotografie dei bolli e dei manufatti divisi per tipologie e descrizioni degli stessi, resoconti di indagini, sugli argenti e sugli argentieri italiani, divisi per regioni e città. La collezione è arricchita anche da una trentina di schedari contenenti i calchi in cera dei bolli.

Il Laboratorio di Catalogazione del patrimonio storico-artistico
Istituito come struttura di ricerca e supporto alle attività didattiche del Corso di laurea in Scienze per i beni culturali e del Corso di laurea in Lettere, indirizzo Storico-artistico, della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, il Laboratorio ha incentrato la sua attività sulla catalogazione informatizzata dei beni storico- artistici. Ogni anno organizza, con l’apporto di docenti extrauniversitari provenienti dalle Soprintendenze, dall’Istituto centrale per il Catalogo di Roma, dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze, seminari formativi per laureati e studenti dell’ultimo anno del Corso di laurea, formando così figure professionali con competenze specifiche nel campo appunto della catalogazione. Tali figure successivamente sono state spesso inserite in convenzioni stipulate con i comuni del territorio aretino e anche con istituzioni private al fine di una catalogazione informatizzata del loro patrimonio storico artistico (ad esempio il Progetto Rete museale aretina, di cui sono partner: Laboratorio, Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni della provincia di Arezzo, Soprintendenza di Arezzo).
Il laboratorio attualmente lavora su software per la catalogazione, trasmessi dall’Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali.