Home Attualità Economia ‘L’imprenditore domanda, la politica risponde’, un successo annunciato

‘L’imprenditore domanda, la politica risponde’, un successo annunciato

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Arezzo – Pubblico delle grandi occasioni, ieri sera al Parco Giotto di Arezzo, per il convegno sui rapporti tra economia e politica organizzato dalla Confcommercio. Merito senz’altro del tema, di grande attualità, ma anche dei protagonisti della serata, dal giornalista Oscar Giannino che l’ha condotta insieme alla presidente degli ‘under 40’ del terziario toscano Simona Petrozzi, ai politici Pierluigi Borghini (presidente della Consulta attività produttive del Pdl) e Matteo Colaninno (responsabile dello sviluppo industriale presso la direzione nazionale del Pd), Pdl), sul palco a rispondere per conto della politica alle domande degli imprenditori, rappresentati dal presidente della Confcommercio aretina Benito Butali e dal presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca.

Presenti in platea le parlamentari Donella Mattesini e Catia Polidori e le massime cariche istituzionali del territorio: il prefetto Salvatore Montanaro, al quale il pubblico ha voluto tributare un caloroso applauso a pochi giorni dalla fine del suo incarico, il questore Felice Ferlizzi e il comandante della Guardia di Finanza Dario Solombrino, i consiglieri regionali Ceccarelli, Ammirati, Manneschi e Brogi, il presidente della Provincia di Arezzo Roberto Vasai, il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani insieme a moltissimi colleghi Sindaci da tutta la provincia. Numerosi anche i rappresentanti del mondo politico, del sistema creditizio (tra gli altri, il presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari), delle associazioni di categoria di industria, artigianato e agricoltura.

Poi, gli imprenditori, i veri attori dell’evento. Sono stati alcuni di loro ad animare la discussione con le loro domande, proiettate sul maxischermo. Al centro, argomenti come il credito, l’innovazione, il rilancio dei consumi e la salvaguardia. Domande di carattere nazionale ma anche strettamente legate al territorio.

Tra queste, diretta e pungente quella di Rolando Bidini, titolare della concessionaria Toyota Roland Car, a proposito dell’Area Lebole. “La Confcommercio – ha esordito Bidini – ha certamente il merito di aver scongiurato dieci anni fa l’insediamento di un grande outlet che avrebbe sconvolto gli equilibri economici del territorio. Non sente però, adesso, la responsabilità dello scempio di un’area che da dieci anni è inutilizzata, di fatto un pessimo biglietto da visita per chi arriva in città?”.

“È vero che la Confcommercio dieci anni fa ha scongiurato l’arrivo di una grande superficie commerciale come l’outlet che volevano fare gli scozzesi, – ha risposto Benito Butali, presidente provinciale dell’organizzazione di categoria – e lo ha fatto nell’unico modo possibile, cioè portando un altro imprenditore disposto a rilevare l’area con la garanzia che non avrebbe fatto niente di problematico per il territorio. Certo che sentiamo la responsabilità di dieci anni di desolazione e abbandono: ora serve che il Comune e le forze economiche locali siano in condizione di offrire alla proprietà una soluzione adeguata. Servono però tanti soldi e garanzie politiche per un investimento rischioso e impegnativo”.

Al proposito, Oscar Giannino ha stuzzicato dalla prima fila della platea il sindaco Giuseppe Fanfani, che, ricordando la delibera comunale in approvazione per il rilancio dell’area, ha sottolineato “farò per l’area Lebole la stessa cosa che ho fatto per l’area delle ex caserme: chiamerò tutti gli imprenditori aretini, tutte le categorie che le rappresentano e cercherò con loro e con il sistema bancario della nostra città di costruire le ragioni per una iniziativa che non lasci Arezzo. L’ultima cosa che io vorrei è che su aree così importanti venissero imprenditori di fuori. Gradirei che il sistema economico aretino dimostrasse qui tutta la capacità che ha dimostrato nel passato. Sono certo che una sintesi di intenzioni di questo tipo saprà esaltare il tema il rapporto tra politica e impresa, tra il sistema economico, che su queste aree dovrà investire i suoi soldi, almeno cento milioni di euro, e il sistema politico che complessivamente sta cercando attraverso un dialogo costante di costruirne le ragioni”.

Giannino ha quindi chiamato in causa il direttore della Confcommercio Franco Marinoni, chiedendogli se fosse soddisfatto della risposta fornita dal Sindaco. “Sulla ex Lebole a mio parere c’è molto da fare e poco da dire. Siamo stati molto bravi a spiegare quello che non vogliamo in quell’area, ora è il momento di indicare con chiarezza qual è il progetto di recupero che siamo disposti a sostenere – ha dichiarato Marinoni – è una questione sulla quale si gioca la credibilità non solo dell’Amministrazione Comunale, ma anche del nostro sistema economico nel suo complesso e, non ho difficoltà a dirlo, della nostra organizzazione. Su questa partita, che è una sfida per tutti, si vedrà, per esempio, se le organizzazioni di categoria sono luoghi nei quali si parla e si dibatte di grandi temi, e basta, oppure se hanno la capacità di individuare soluzioni concrete ai problemi del sistema e di attuarle. Sulla vicenda dell’ex Lebole – ha ribadito Marinoni – è in gioco la credibilità del sindaco Fanfani, del presidente Butali, la mia personale ma anche del nostro sistema nel suo complesso, dal mondo del credito a quello delle imprese locali, che devono a questo punto dimostrare di essere all’altezza della situazione, mettendo mano al portafoglio e avanzando proposte risolutive per il destino di quell’area”.

Altra domanda di grande interesse, quella posta dal presidente dell’Associazione imprese ICT Marco Piccirilli sulla necessità di infrastrutture adeguate ad assecondare lo sviluppo economico. “La provincia di Arezzo – ha detto Piccirilli – sulla carta è al centro dell’Italia, ma non sembra esserlo nei fatti. La E45 è piena di buche rallentata da continui cantieri, la E78 non è ancora finita, i treni ad alta velocità ci snobbano, non abbiamo un aeroporto e gli aeroporti principali della Toscana sono mal collegati. Come si fa a rilanciare economia e turismo – ha quindi chiesto Piccirilli – in queste condizioni?”

Giannino ha quindi chiamato a rispondere il presidente Giovanni Tricca, che fin dall’inizio del suo mandato alla guida dell’ente camerale aretino ha posto quella delle infrastrutture fra le questioni prioritarie da affrontare. “È colpa della politica nazionale – ha esordito Tricca senza mezzi termini in merito alla carenza infrastrutturale – non della Destra né della Sinistra, ma della politica nel suo complesso, perchè le infrastrutture in Italia sono ferme da oltre trenta anni. La Due Mari è stata realizzata per il 50%, ma il suo costo complessivo ha superato quattro volte i preventivi inziali. Altro aspetto sconcertante: il tracciato della E45, che nel giro dei prossimi dieci anni dovrà trasformarsi nell’autostrada Civitavecchi-Mestre, è lo stesso del ponte di Messina: come si può pensare di risparmiare un’ora sul ponte di Messina incontrando poi Verghereto…”. Sulla questione aeroporti, Tricca ha detto “nessuno ad Arezzo ha mai pensato di fare un aeroporto commerciale, ci accontentiamo di mettere in sicurezza un aeroporto per piccoli aerei. In questo Paese ci sono 105 aeroporti quando ne basterebbero 50, ma si continua imperterriti a costruirne di nuovi, nessuno ha il coraggio di dire di farla finita. È un appello che deve trovare risposte: non possiamo non programmare le infrastrutture, banda larga inclusa. La politica deve trovare delle risposte, al di là della diversità degli schieramenti. Abbiamo bisogno di strade, non di chiacchiere”