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L’inchiesta eolico si allarga, indagati Dell’Utri e Cosentino

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L’inchiesta eolico si allarga, indagati Dell’Utri e Cosentino

ROMA – Il senatore Marcello Dell'Utri e il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino sono indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere nei giorni scorsi Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino. A iscrivere i due politici nel registro degli indagati è stato il pubblico ministero di Roma Rodolfo Sabelli al quale è affidata l'indagine stralcio dall'inchiesta sull'eolico.
I reati ipotizzati per Dell'Utri e Nicola Cosentino, come per Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, sono quelli di associazione per delinquere semplice e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi che vieta la ricostituzione delle società segrete.
Numerosi sono gli episodi indicati nell'ordinanza che ha portato in carcere Carboni, Lombardi e Martino che coinvolgono Cosentino e Dell'Utri. In particolare a Cosentino si contesta l'episodio della diffamazione adottata nei riguardi del governatore della Campania Stefano Caldoro nonché delle pressioni fatte per iniziativa di Carboni per ottenere che Cosentino e non Caldoro assumesse la presidenza della Campania. Un altro episodio è quello delle pressioni che sarebbero state fatte alla Cassazione affinché fosse anticipata l'udienza in cui discutere il ricorso dei difensori di Consentino alla suprema Corte contro la misura cautelare emessa nei confronti dello stesso Cosentino dalla procura di Napoli.
Le pressioni, secondo quanto emerge dal testo dell'ordinanza, sarebbero state fatte da Lombardi proprio per ottenere che Cosentino potesse avere buone chance per essere nominato alla regione.
Quanto al senatore dell'Utri il suo nome compare tra l'altro tra coloro che la sera del 29 settembre 2009 parteciparono in casa di Denis Verdini alla riunione durante la quale ci sarebbe stato il progetto per avvicinare i giudici della Corte Costituzionale nell'imminenza dell'esame del lodo Alfano. Un'altra presenza di Dell'Utri è quella avvenuta alla fine del dicembre scorso in riunioni a Roma e in Sardegna con Carboni e Cappellacci per discutere dell'appalto per l'energia eolica.
Nell'ordinanza con la quale Carboni, Martino e Lombardi sono finiti in carcere emerge inoltre che nelle intenzioni dei tre ci sarebbe stata anche quella di prendere contatti con i magistrati che a Firenze indagavano sul G8 e sugli eventi affidati alla Protezione civile.
L'avvicinamento dei magistrati fiorentini sarebbe dovuto avvenire attraverso l'attività del Centro studi giuridici per l'integrazione europea Diritti e Libertà, centro che doveva agevolare l'acquisizione di notizie provenienti dagli ambienti politici e della magistratura. Il progetto però non andò in porto perché fu annullato allorché fallì l'intervento per fare accogliere il ricorso elettorale della lista 'Per la Lombardia' di Roberto Formigoni.

Il presidente dell'Arpas, Ignazio Farris, indagato anche lui nell'inchiesta, sarà interrogato domani dai magistrati. Domani era previsto anche l'interrogatorio del presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci, che è stato però rinviato a richiesta dei suoi difensori.
Immediate le reazioni alla notizia dei nuovi indagati. "Adesso basta. Cosentino deve fare la stessa fine che ha fatto Brancher. Se ne vada a casa e si metta a disposizione dei magistrati – afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro – Non possiamo avere al governo una persona che ha avuto dei provvedimenti cautelari per concorso esterno in associazione camorristica e che addirittura risulterebbe appartenere a un'associazione segreta".
"Per definizione – aggiunge – chi governa non può essere sospettato di lavorare contro lo Stato, in quanto è a conoscenza di fatti che potrebbero agevolarlo nel mettere a segno il proprio piano criminoso. A questo Paese non servono i vari Dell'Utri, Cosentino, Verdini che operano contro e non per la democrazia. L'Italia dei valori, già da domani – annuncia Di Pietro – presenterà una mozione di sfiducia nei confronti di Cosentino''.