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‘La bocca del lupo’ dal 19 febbraio al cinema

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‘La bocca del lupo’ dal 19 febbraio al cinema

FIRENZE – “La bocca del lupo racconta un amore vero tra due veri “irregolari”: uno, Vincenzo, che ha passato molti anni di carcere e in carcere ha conosciuto, amandola ricambiato, nella sezione transessuali, Mary. Si sono aspettati e voluti sin dal tempo del loro incontro dietro le sbarre, quando ancora si mandavano messaggi muti, registrati su cassette nascoste. Genova è testimone del loro incontro ed è lì che ora condividono il loro destino furtivo con i compagni degli abissi nel labirinto di Croce Bianca, via Pré, Sottoripa… nomi antichi di un posto non ancora moderno dove il Novecento si è incagliato come una nave senza ancora”.

Questa, in poche righe, la trama de La bocca del lupo, regia di Pietro Marcello, film vincitore dell'ultima edizione del Torino Film Festival, selezionato nell'edizione in corso del Festival di Berlino, che sarà in programmazione dal 19 Febbraio al cinema Odeon Firenze e dal 26 Febbraio al Cinema Spazio Uno.
Domenica 21 febbraio allo spettacolo unico delle 20.30, il regista Pietro Marcello, accompagnato dallo “sguardo d’eccezione” del saggista e critico Goffredo Fofi, incontrerà il pubblico in sala.

Il film nasce da un’idea della Fondazione San Marcellino, dei gesuiti di Genova, che da anni assiste in diversi modi la comunità di senza tetto, emarginati, raminghi e indigenti della città ed è prodotto dalla Indigo film di Nicola Giuliano e Francesca Cima e da L’Avventurosa Film di Dario Zonta,.

Per raccontare i personaggi, il loro amore delicato e protettivo, commovente e affascinante il regista ha scelto di proporre un film che non si cura della distinzione tra ciò che è finzione e ciò che è documento: immagini dei primi del '900 dei cineamatori, di chi salpa in nave per il nuovo mondo si integrano con quelle della Genova di oggi.
E la città, i suoi personaggi da milieu malavitoso che sembrano usciti da un noir cinematografico, i vicoli, i bar, i cromatismi, vanno a comporre un affresco dal fascino indelebile. E tra i visi dei tanti protagonisti di cent'anni di Genova emerge il protagonista, Vincenzo Motta, il physique du rôle perfetto per fare l'attore, sia da giovane che nelle immagini recenti, come riflette anche la sua Mary.

"Ho provato a raccontare il presente attorno a me – afferma il regista – quei residuali che vengono da un mondo passato, mentre la nostalgia del Novecento è rappresentata attraverso i repertori, filmini amatoriali e non, realizzati da genovesi di lunga generazione. Il mio sguardo sul presente è quello di un forestiero che racconta ciò che vede dalla finestra, lo sguardo sul passato e sulla Grande Storia è rappresentato dai genovesi che silenziosamente sono riusciti a raccontarla attraverso l’oculare di una cinepresa."
Pietro Marcello, che aveva già delineato il suo stile ne Il passaggio della linea, dimostra di aver raggiunto con questo lavoro una sua maturità artistica integrando filmati di origini differenti con un montaggio e una fotografia estremamente efficaci: Un regista, tra i pochi in Italia, che hanno la forza e il coraggio di battere sentieri sconosciuti, di aprire nuove strade nella narrazione e nell'estetica cinematografica.
Ecco cosa hanno scritto di lui i principali critici cinematografici italiani:

“Sono film come quello di Pietro Marcello che danno ai festival la loro ragion d' essere. E che fanno sentire gli spettatori testimoni privilegiati di un cinema che cerca nuove strade espressive. Non succede spesso. Qui a Torino è accaduto al secondo giorno di programmazione, e con un film italiano: e l' auspicio non potrebbe essere più incoraggiante. La bocca del lupo è un film che sfugge alle facili definizioni (un documentario ma anche un melodramma, un film su commissione ma anche d' autore), capace però di conquistare lo spettatore per forza di stile e di idee e di condensare in meno di settanta minuti una storia d' amore e il ritratto di una condizione sociale, la metamorfosi di una città e il susseguirsi del tempo”. Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera

“È andata così. È andata che mentre il Papa convocava in Vaticano centinaia di star della cultura e dello spettacolo, un giovane filmmaker casertano di nome Pietro Marcello zitto zitto vinceva il primo premio del 27mo Torino Film Festival con La bocca del lupo. È andata che mentre il Vaticano predicava la necessità di riavvicinarsi al mondo della creazione, un piccolo grande film nato grazie a un'Opera dei gesuiti presente a Genova fin dal 1945, conquistava non solo la giuria ufficiale ma quella della stampa internazionale portando a casa due premi e un coro di lodi in cui ricorrono i nomi di Fassbinder e Pasolini”. Fabio Ferzetti, Il Messaggero

“Che il 27esimo Torino Film Festival sia stato vinto da La bocca del lupo di Pietro Marcello non può che far piacere. Fa piacere che sia un film italiano (uno dei due in concorso). Ma soprattutto l'esito indica quell'attenzione alla novità e all'originalità che costituisce lo spirito fondante della manifestazione. Marcello è al suo primo lungometraggio narrativo ma si era già fatto conoscere per un singolare documentario "poetico", Il passaggio della linea, realizzato su e giù per l'Italia a bordo dei treni "espressi", cioè poveri. In questa struggente storia d'amore tra un ex galeotto e un travestito nel ventre fatiscente della vecchia Genova, storia di reietti ed esclusi, dà prova di possedere uno sguardo personale”. Paolo D'Agostini, La Repubblica

Programmazione:
Odeon Firenze:
Venerdì 19, Sabato 20 e Domenica 21 Febbraio, spettacoli ore 16.00, 17.30, 19:00, 20:30, 22:30
Domenica 21 febbraio un unico spettacolo serale alle ore 21.00 alla presenza del regista Pietro Marcello, del produttore Dario Zonta e del critico e giornalista Goffredo Fofi