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La “marea nera” arriva al Po

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MONZA – "Disastro ambientale". Con questa definizione la Procura di Monza ha aperto un'inchiesta sull'inquinamento del fiume Lambro a causa di una fuoriuscita di olii combustibili dai depositi di una ex raffineria. L'accusa al momento è a carico di ignoti.
Sulla "marea nera" che ormai ha raggiunto il tratto piacentino del Po, il governo riferirà domani in aula alla Camera alle 15. Nel pomeriggio i gruppi della Lega, Pd e Udc avevano sollecitato l'intervento del governo per fare chiarezza sull'origine dello sversamento, sulle conseguenze per l'ambiente e sulle misure che si stanno adottando per contenerne gli effetti sull'ecosistema.
Per il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, quanto accaduto "è un gravissimo attentato all'ambiente e alla salute pubblica". "Confidiamo che le indagini in corso – afferma Prestigiacomo – conducano rapidamente all'individuazione dei responsabili contro i quali il ministero dell'Ambiente si costituirà parte civile". Allo stesso modo del Wwf. Accogliendo anche l'appello di Legambiente, poi, la Prestigiacomo ha detto di sostenere "la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza, una emergenza che del resto è già in atto. Superata la fase emergenziale, il ministero interverrà per valutare i danni ambientali causati da questo gesto criminale e quindi si procederà rapidamente a disporre gli interventi di bonifica".
Poco dopo il ministro dell'Ambiente è stata protagonista di un botta e risposta con il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha attaccato Prestigiacomo denunciando che "in questo paese gli inquinatori come i criminali la fanno sempre franca". E definendo "legge dell'ecovergogna", quella proposta dal ministro, ovvero il ddl 'Recante modifica della disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue' che modifica il comma 5 del Articolo 137 Testo Unico Ambientale (T.U.A), trasformando ciò che prima era reato penale (lo scarico industriale oltre i limiti di legge nei corpi idrici) in una mera sanzione amministrativa".
A stretto giro di posta è arrivata la replica del ministro, a mezzo di comunicato stampa. ''E' vergognoso l'attacco dei Verdi su una presunta depenalizzazione degli scarichi industriali che sarebbe stata attuata dal Governo", ha dichiarato Prestigiacomo, accusando i Verdi di "speculazione su una tragedia ambientale". ''Ciò che il Governo ha fatto con un recente intervento legislativo – ha aggiunto – è un chiarimento su una norma la cui interpretazione era stata oggetto di controversie. Le pene per gli inquinatori nell'articolo in questione erano e restano l'arresto fino a due anni e l'ammenda da tremila a trentamila euro".
Bonelli ha poi controreplicato. "Ma quale speculazione! La depenalizzazione sugli scarichi industriali c'è stata – ha affermato – il ministro Prestigiacomo dovrebbe solo vergognarsi per aver proposto e fatto approvare una norma che fa un regalo agli inquinatori".
Intanto, mentre i tecnici dell'Enel hanno lavorato tutta la notte, il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi, ha presentato gli ultimi dati sulle misure di contenimento degli inquinanti che da ieri mattina sono state sversati nel Fiume Lambro. ''Il coordinamento delle attività durante le prime ore di emergenza e la messa in sicurezza dell'impianto a Villasanta hanno impedito a questo disastro di assumere dimensioni incalcolabili''. Sono 250 le tonnellate di combustibile misto a gasolio e acqua prelevate ieri dalle vasche del depuratore di Monza, gestito da Brianzacque, che stima di poterne smaltire ulteriori 1.200 nella giornata di oggi.
Sono sei, invece, i siti individuati per lo stoccaggio del materiale inquinante, dove vengono indirizzati i mezzi che aspirano gli olii presso le vasche del depuratore: Pero, Orbassano, Milano, Parabiago, La Spezia, Alessandria. "Ci vorranno alcune settimane per ripristinare le condizioni originarie del depuratore -aggiunge Fabrizio Sala, Assessore all'Ambiente della Provincia di Monza e Brianza- che di fatto ha trattenuto più del 70% dell'inquinante immesso. I danni, anche economici, sono al momento non quantificabili''.
E se la Coldiretti rassicura ("L'emergenza petrolio nel fiume Lambro non comporta rischi per gli alimenti in tavola""), è chiaro l'allarme dell'Asl Milano 2 che ha diramato una comunicazione per tutti i lombardi: il fiume Lambro sarà 'off limits'. E' vietato ogni utilizzo delle acque avvelenate: niente pesca e non è possibile innaffiare gli orti. Persino le rogge e i fontanili nelle vicinanze sono banditi, perché potrebbero pescare acqua dal fiume inquinato.

Articlolo scritto da: Adnkronos