Home Cronaca Silvio Scaglia: ‘Domani rientro in Italia’

Silvio Scaglia: ‘Domani rientro in Italia’

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MILANO – Silvio Scaglia, ex numero uno di Fastweb rientrerà domani in giornata, con un volo privato. Nei suoi confronti è stato emesso un ordine di custodia cautelare nell'ambito di un'indagine avviata dalla procura di Roma sul riciclaggio internazionale.
"Desidero parlare al più presto con i magistrati per poter rispondere dei fatti che mi sono stati attribuiti", fa sapere Scaglia in una nota. Il manager si dice "totalmente tranquillo sulla correttezza del mio operato e della società da me amministrata. Si parla di vicende di fatto conclusesi tre anni fa e che ero convinto di aver chiarito a suo tempo".
Il ruolo di Scaglia e quello allora di Fastweb, si precisa nella nota, "non hanno niente a che fare con personaggi, eventi e reati relativi all'indagine di criminalità mafiosa". I difensori di Scaglia si sono messi a disposizione dei magistrati per concordare l'interrogatorio in tempi brevi.
Da parte sua l'amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, in una conferenza stampa convocata dalla società di telecomunicazioni, ha dichiarato: "Sono qui per difendere la reputazione di Fastweb, la società non ha mai compiuto azioni criminali come azienda, non ha fondi neri, non ha commesso reati fiscali. E' quotata dal 2000 ed è stata soggetta a numerosi controlli e lo stesso e' successo nel 2007 quando ha cambiato proprieta'". Lo stesso Parisi ha annunciato di essere "a totale disposizione dei magistrati che mi potranno sentire in qualunque momento".
"Non mi dimetto, non ho nessuna responsabilità", ha detto spiegando che "l'assemblea di Fastweb è stata già convocata per il 24 marzo. Al momento noi lavoriamo insieme agli azionisti, come abbiamo fatto sempre". Il principale azionista di Fastweb, dopo l'opa del 2007, è Swisscom "che era già al corrente delle indagini", ha aggiunto Parisi.
"Ci accusano di frode fiscale ma noi non abbiamo avuto nessun vantaggio da tutte queste operazioni. Abbiamo pagato 38,5 milioni di euro di Iva ai nostri fornitori che poi non li hanno riversati allo Stato. Oltretutto in quegli anni avevamo un grande credito Iva perché facevamo molti investimenti e avevamo pochi ricavi". "Spero di stare in un Paese in cui non si spenga un'azienda, con tutto quello che comporta", aggiunge commentando l'ipotesi di un commissariamento. "Siamo un'azienda sana, la nostra reputazione è tutto. Per tecnologia e qualità delle persone siamo la migliore azienda di telefonia fissa in Italia. Il mio compito adesso è quello di difendere la reputazione di Fastweb", insiste.
"Possono esserci stati dei comportamenti di persone, due li abbiamo trovati e licenziati. Ma l'azienda – continua – non ha responsabilità criminali. Subiamo un danno di immagine ma la truffa è stata fatta alle nostre spalle. Il traffico telefonico internazionale non era fittizio, formalmente era registrato. La Procura ha impiegato tre anni a scoprire queste cose e noi certo – osserva – non abbiamo gli stessi strumenti della Procura della Repubblica. Per il futuro escludo che ci siano altre cose come queste, non facciamo più nessuna di queste attivita'. Sono sicuro – conclude Parisi – che non ci sia altro".
Intanto, mentre Swisscom esprime l'auspicio di un rapido chiarimento del caso dopo la bufera che ha colpito la sua controllata italiana Fastweb, coinvolta insieme a Telecom Italia Sparkle dall'indagine per frode fiscale e riciclaggio di denaro sporco, in Svizzera si attiva il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc).
L'autorità inquirente elvetica, che dal 2001 è competente anche per i delitti compiuti da organizzazioni criminali sul piano interno o in più cantoni e il riciclaggio, ha fatto sapere che su richiesta degli inquirenti italiani la procura federale ha effettuato diverse perquisizioni nei cantoni di Ticino e Ginevra. La procura non ha fornito dettagli su quanto emerso dagli accertamenti. Secondo alcune fonti, è stata passata al setaccio una serie di istituti di credito e fiduciarie.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign