Home Cronaca Mafia, in manette architetto ‘erede’ dei boss Lo Piccolo

Mafia, in manette architetto ‘erede’ dei boss Lo Piccolo

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PALERMO – Blitz anti-mafia all'alba di oggi a Palermo. Il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza ha arrestato quattro persone , posto sotto sequestro una società e effettuato una decina di perquisizioni, a Palermo e in alcuni centri della provincia. Tra le persone finite in manette c'è anche un insospettabile architetto. Si tratta di Giuseppe Liga, 59 anni, reggente regionale del Movimento cristiano lavoratori, ritenuto dagli investigatori il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
L'uomo si sarebbe occupato della gestione del racket delle estorsioni nel territorio di Tommaso Natale, dopo l'arresto dei due storici capimafia il 5 novembre 2007. Tra le vittime del pizzo imposto da uno dei mandamenti più vasti di Cosa nostra, che si estende dalla zona ovest di Palermo fino ai confini con la provincia di Trapani, ci sarebbero un'impresa edile, una concessionaria di auto, una discoteca, un bar di via dell'Olimpo, ma anche un'autocarrozzeria e un'azienda di arredi scolastici.
Il nome di Liga è emerso anche dai pizzini sequestrati ai Lo Piccolo nel covo di Giardinello. Il suo compito, per gli investigatori, era non solo quello di gestire il racket delle estorsioni, ma anche di riorganizzare le fila di Cosa nostra, decimate dagli arresti e dalle numerose operazioni antimafia. Grazie alle ultime indagini che hanno portato agli arresti di oggi, i magistrati di Palermo sono riusciti a ricostruire la nuova 'radiografia' aggiornata di Cosa nostra.
Le manette sono scattate ai polsi anche degli imprenditori Amedeo Sorvillo, 57 anni, Agostino Carollo, 45 anni, e Giovanni Angelo Mannino, 57 anni, cognato di Salvatore Inzerillo, capomafia dell'Uditore. Gli indagati, colpiti da un ordine di custodia cautelare emesso su richiesta della Dda, devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni e intestazione fittizia di beni. Durante il blitz gli uomini delle Fiamme gialle hanno posto sotto sequestro anche la società 'Euteco' (Euro Tecnica delle Costruzioni) di Capaci (Palermo), gestita da Liga attraverso alcuni prestanome.
"Io sono l'Architetto. Ma sono vittima di un equivoco'', spiegava Liga, in una intervista esclusiva rilasciata al magazine 'S', pochi giorni prima di essere raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare. L'architetto sosteneva di essere una vittima del racket e di essere stato citato solo per questo motivo nei pizzini trovati nel covo dei Lo Piccolo a Giardinello e poi si descrive come una persona a stretto contatto con il mondo della politica siciliana che conta.
''Per esempio – spiega – sono cresciuto insieme con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Mi chiama, ci parlo. Sono stato in contatto con Mattarella, il fratello di Piersanti. Leoluca Orlando è diventato sindaco per me e per altri due amici''. Un rapporto con esponenti politici agevolato dall'incarico ricoperto fino allo scorso 11 marzo di reggente regionale siciliano del Movimento cristiano lavoratori.
E l'architetto che gli investigatori ritengono l'erede dei boss Lo Piccolo si sarebbe occupato anche di cantieri pubblici. ''Ho lavorato in alcuni appalti pubblici per conto della Sip nel '93-'94 – racconta Liga -. Ho progettato due centrali ad Agrigento. Poi ho fatto lavori di ristrutturazione degli impianti tecnologici, elettrici e di condizionamento in 40 centrali in tutta la Sicilia''.
Il nome di Liga era apparso anche nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Spataro, depositate in alcuni documenti non più coperti dal segreto istruttorio. L'architetto salta fuori, per la prima volta, tra le carte che i poliziotti trovano addosso al capomafia di San Lorenzo. Una valigetta piena di nomi e cifre. Fra queste è annotata una frase: ''Architetto Liga 10.000''. In un'intercettazione poi il suo nome, in compagnia di quello di Giuseppe Lo Verde, viene pronunciato in risposta alla domanda ''A Tommaso Natale chi c'è?'', rivolta dal boss di Bagheria Pino Scaduto a Giovanni Adelfio, Antonino Spera e Sandro Capizzi.
Soddisfatto dell'operazione il ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Oggi – ha sottolineato – è stato inferto un altro durissimo colpo a Cosa Nostra". Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano gli arresti di oggi sono un altro importante risultato messo a segno dallo Stato". "Un'ulteriore dimostrazione – continua il Guardasigilli – dell'incessante impegno della squadra Stato che porta avanti una strategia senza precedenti nella lotta a tutte le mafie".
Mentre il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, osserva: ''La mafia è entrata nei salotti buoni di Palermo. Siamo in presenza di un processo di finanziarizzazione della mafia''. ''Al comando di Cosa nostra – ha proseguito Ingroia – ci sono personaggi che un tempo erano 'consulenti' finanziari dei boss e ora li hanno sostituiti alla guida delle famiglie e nelle attività di controllo del territorio''. Infatti, Liga, nel 1998, almeno secondo quanto dichiarato dai pentiti, era ''consigliere finanziario dei Lo Piccolo – spiega Ingroia -. Ora ha preso il controllo del clan e gestisce anche il racket delle estorsioni''.
Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha annunciato che si costituirà parte civile "perché – ha spiegato – l'Istituzione che rappresento non smetterà mai di contrastare la mafia e i suoi tentativi di riorganizzarsi, anche attraverso il ricorso a persone insospettabili''.
Da parte sua infine l'ufficio stampa di Movimento Cristiano Lavoratori, ha precisato che "già dall'11 marzo scorso, in seguito ad articoli di giornale che riferivano di un presunto coinvolgimento dell'architetto Liga in fatti all'attenzione della magistratura, il Mcl ha provveduto a emanare un provvedimento di sospensione, a scopo cautelativo, dello stesso Liga dall'incarico di reggente in Sicilia". Mcl, si legge in una nota, confida in ''un rapido accertamento dei fatti'' e si mette a disposizione della magistratura per ''qualunque chiarimento o informazione utile a far luce sulle vicende oggetto dell'inchiesta palermitana e per accertare le relative responsabilità".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign