Home Cronaca Mafia, rito abbreviato per Cuffaro. Accolte le richieste della difesa

Mafia, rito abbreviato per Cuffaro. Accolte le richieste della difesa

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PALERMO – A sorpresa, al termine dell'intervento del Pm all'udienza preliminare a carico del senatore Salvatore Cuffaro (Udc), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, la difesa dell'ex governatore siciliano ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari, Vittorio Anania, cha ha fissato per il prossimo 15 aprile la prima udienza.
"Se devo essere sincero non sto bene" commenta Cuffaro uscendo dall'aula. "Ho grande fiducia nella giustizia e rispetto per la magistratura, ma credo che non sia giusto essere processato due volte per lo stesso reato". L'ex governatore era accompagnato dai suoi legati, Antonino Mormino e Antonino Caleca e dal suo nuovo legale, il professor Oreste Dominioni, presidente delle Camere penali.
''Abbiamo chiesto il giudizio abbreviato perche' il dibattimento non aggiungerebbe nulla di nuovo e gli atti confermano il nostro convincimento che non c'e' nessuna prova di concorso esterno'' afferma Caleca. ''E' un processo -dice il legale – che si basa sui fatti e sulle prove del primo processo'', nel quale Cuffaro venne condannato a 5 anni per favoreggiamento, aumentati a 7 anni in appello per l'aggravante a Cosa Nostra. ''E' un'attivita' istruttoria identica e completa al primo processo -ha detto ancora Caleca- ecco perche' al processo con il rito abbreviato porremo il ne bis idem'', cioe' e' una questione procedurale secondo cui non si puo' processare una persona due volte per lo stesso reato.
Durante l'udienza, i pm di Palermo Antonino di Matteo e Francesco Del Bene hanno depositato uno dei 'pizzini' del boss mafioso Bernardo Provenzano, in cui il capo mafia chiede all'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino provvedimenti di 'clemenza' per i mafiosi. Nel 'pizzino' che risalirebbe all'11 settembre 2001 il boss Provenzano avrebbe parlato a Vito Ciancimino dei provvedimenti di indulto e amnistia di cui si sarebbero dovuti occupare dei politici citando "il nostro senatore" e "il nuovo presidente". Secondo Massimo Ciancimino, il senatore sarebbe Marcello Dell'Utri e il presidente Salvatore Cuffaro, che era stato eletto governatore a fine luglio del 2001. All'udienza preliminare sono state depositate anche le dichiarazioni rese lo scorso 22 dicembre da Massimo Ciancimino ai pm di Palermo.
Cuffaro ha replicato alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino spiegando di essere stato "sempre contrario all'amnistia e all'indulto. Inoltre, nel 2001 non esisteva neppure l'Udc, come invece sostiene Ciancimino".
"Ciancimino sostiene che il 'pizzino' sia dell'11 settrembre 2001 -dice Cuffaro in una pausa dell'udienza preliminare- io ero presidente da due mesi. Ciancimino dice che sarebbe stato l'Udc a doversi occupare di questi provvedimenti di clemenza, ma l'Udc all'epoca non esisteva neppure. Io non mi sono mai occupato di amnistia o di indulto".

Articlolo scritto da: Adnkronos