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Milano, in 150mila al corteo anti-mafia

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MILANO – E' una lunga sfilata di nomi, ma anche di volti e di storie quella che attraversa colorata e pacifica piazza del Duomo per ricordare le oltre 900 vittime di tutte le mafie: cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali.
"Siamo in 150mila" annunciano gli organizzatori dal palco, ma oltre le cifre c'è l'entusiasmo dei giovani che vengono da ogni città d'Italia. "Legami di legalità, legami di responsabilità": è lo slogan scelto per la 15/ma Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Un'iniziativa organizzata da Libera e Avviso Pubblico e con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Comune di Milano, la Provincia di Milano e la Regione Lombardia.
"Noi il pizzo non lo paghiamo" è stato il leit motiv intonato dai manifestanti che da Porta Venezia hanno raggiunto il 'salotto' della città. Un corteo a cui hanno preso parte oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3mila familiari, rappresentanti di Ong provenienti da circa 30 paesi europei e dall'America Latina, che ha raggiunto piazza del Duomo dove, dal palco, hanno preso la parola i familiari di alcune delle vittime della mafia. "Ringrazio gli studenti di giurisprudenza che hanno scelto Ambrosoli come esempio", ha esordito Annalori, vedova del magistrato Giorgio Ambrosoli.
A leggere l'elenco delle vittime si sono alternati esponenti delle forze dell'ordine e politici, come Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris, entrambi esponenti dell'Idv, ma anche semplici cittadini. "Di mafia si muore" si leggeva su alcuni cartelli. Tra la folla dei manifestanti spiccavano una enorme bandiera della pace sorretta da decine di ragazzi e uno striscione in ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
A coordinare gli interventi è stata Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa mentre a dare 'energia' sul palco ci ha pensato Frankie Hi Nrg. Tra i manifestanti c'erano studenti napoletani, ragazzi del movimento antimafie 'Ammazzateci tutti', nato all'indomani dell'omicidio di Francesco Fortugno, e intere famiglie.
"Impegniamoci tutti i giorni di più, tutti", ha detto Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che con il suo intervento ha chiuso la manifestazione. "Il rispetto e la pratica delle leggi devono essere di tutti", ha osservato in piazza del Duomo. "La ricchezza della democrazia – ha aggiunto – è data dal coraggio di chi porta avanti la cultura dell'impegno per il bene comune e non per individualismo".
Una giornata per ricordare le vittime di tutte le mafie "perché non ci sono morti di serie a e di serie b" che, continua Don Ciotti, "non è un evento, ma la tappa di un cammino sociale che dura 365 giorni l'anno". Il ricordo "di chi è morto per la giustizia è lo stimolo per rafforzare le regole di una democrazia altrimenti fragile". Poi, l'invito è alla politica "perché – conclude – torni ad essere con la p maiuscola e ricominci a parlare ai cittadini".
Tra i politici presenti c'erano l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni, il candidato del Pd alla Regione Lombardia Filippo Penati e il portavoce della Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero. Tra i presenti anche il figlio della giornalista russa Anna Politkovskaja, i figli dei desaparecidos e dalla Colombia rappresentanti del Movice, movimento vittime dei crimini di Stato.

Articlolo scritto da: Adnkronos