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Morte Cafasso, aperto fascicolo per fuga notizie

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ROMA – L'avvocato Marco Cinquegrana, difensore di Gianguerino Cafasso non crede che il pusher dei trans morto il 12 settembre dello scorso anno per una overdose, sia stato ucciso, basando questa sua convinzione sui rapporti che con lui ha avuto a cominciare dal 2004. Ed è anche certo che esista il famoso video di 12 minuti sull'incontro avvenuto in via Gradoli tra Piero Marrazzo e il trans Natali.
Cinquegrana ha subito due giorni fa la perquisizione del suo studio dopo essere stato interrogato dal magistrato che è ancora alla ricerca del famoso video del quale comunque fino ad oggi non è stata trovata traccia. La perquisizione è stata anche suggerita dalle ammissioni fatte dal carabiniere Luciano Simeone il quale ha detto di aver fatto il video insieme con il collega Carlo Tagliente, anch'egli detenuto sin dal 22 ottobre scorso, quando il caso Marrazzo venne alla ribalta della cronaca.
Riferendosi alla perquisizione Cinquegrana ha detto che è avvenuta ''nell'ipotesi che io sappia qualche cosa del video che io non ho mai visto e che di conseguenza non posso aver avuto in consegna''. La perquisizione, ha ricordato il penalista mi è stata fatta come ''terzo interessato dopo essere stato interrogato dal magistrato, che già mi aveva ascoltato alla fine dello scorso mese di ottobre. Io stesso l'ho consegnato al pubblico ministero Rodolfo Sabelli l'hard disk del mio computer non avendo nulla da nascondere, insieme con le carte riguardanti la mia attività professionale per Cafasso''.
Il penalista ha poi ricordato di non aver creduto al suo assistito quando gli parlò di un possibile rapporto con Piero Marrazzo. ''Ma poi è comparso il video dell'incontro di via Gradoli -ha detto Cinquegrana- e la richiesta di Cafasso di cederlo a qualcuno per 500 mila euro messi dentro una valigetta. Gli dissi che era un pazzo. Il video non fu commercializzato e comunque io ribadisco che quello che viene ora cercato non l'ho mai visto e non l'ho mai avuto in custodia''.
Intanto in una nota, Luca Petrucci, legale di Piero Marrazzo, denuncia che "l'accostamento di Marrazzo con fatti altamente criminosi è assolutamente inaccettabile e lesivo della sua onorabilità, che ho ricevuto mandato di tutelare in tutte le sedi competenti". E per tale ragione questa mattina "ho inviato una richiesta di intervento al Garante per la Privacy e all'Autorità garante per le Comunicazioni''.
''Ho avuto modo di vedere, su tutti gli organi di informazione, titoli e immagini che fanno riferimento a Piero Marrazzo per presentare quello che, in realtà, è il 'Caso Cafasso', per il quale risultano indagati dei Carabinieri accusati di aver compiuto azioni delinquenziali gravissime – conclude il legale – E' bene ribadire e denunciare, con grande forza, come Piero Marrazzo, in questa indagine, non abbia alcun ruolo, né come teste, né come parte offesa''.

Articlolo scritto da: Adnkronos