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‘Ndrangheta, preso Bellocco

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ROMA – Arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria il latitante Domenico Bellocco. L'uomo, ricercato dallo scorso anno e fermato a Roma dalle forze dell'ordine, è considerato l'ultimo personaggio libero della famiglia mafiosa che, nella cittadina calabrese, assieme agli esponenti della famiglia Pesce ha il predominio della zona e potrebbe essere coinvolta negli scontri di Rosarno.
Era stato colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ultima operazione 'Rosarno è nostra' ma risultava irreperibile già da prima. E' stato condannato in via definitiva a sei anni di reclusione per associazione mafiosa. I poliziotti lo hanno sorpreso in pieno centro a Roma.
Domenico è il fratello di Antonio Bellocco, arrestato durante gli scontri di Rosarno. Quest'ultimo aveva tentato di investire un immigrato con l'automobile ed era in carcere per questo motivo quando, pochi giorni piu' tardi, e' stato colpito dall'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito dell'operazione 'Rosarno è nostra'. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due fratelli erano molto attivi nella cosca, con ruoli di primissimo piano. Quando Domenico Bellocco era finito in carcere in una precedente operazione, era proprio Antonio che andava a fargli visita spesso e lo teneva aggiornato su quello che accadeva all'esterno. Nel corso del primo colloquio, avvenuto alla fine di luglio dello scorso anno, 'micu u longu' (come viene chiamato Domenico), le intercettazioni riportano di un vero e proprio passaggio di consegne ad Antonio: ''Solo tu ci sei libero, basta che non ti arrestano pure a te. Io di te ho bisogno adesso''.
In tutti i colloqui, sostengono gli inquirenti, Domenico Bellocco si atteggiava a capo e utilizzava diversi stratagemmi per parlare degli affari illeciti, come parlare a bassa voce e con linguaggio criptico oppure vicino all'orecchio dell'interlocutore coprendo la bocca per non consentire l'eventuale lettura delle labbra. Che Domenico fosse il capo lo dimostrano anche le parole che venivano pronunciate al fratello: ''Antonio solo quello che dico io devi dire, di parole ne' di piu' e ne' di meno''.
Cassiere, uomo di fiducia e di potere, il 33enne è ben visto dallo zio Carmelo, boss della cosca omonima, dal quale ha ricevuto la legittimazione a rappresentare la famiglia Bellocco nei rapporti con le altre consorterie, in particolare con i Pesce, alleati per lungo tempo con i quali pero' i rapporti si stavano incrinando poco prima dell'estate 2009.
Inoltre 'micu u longu' aveva anche il compito di reperire armi e somme di denaro nell'interesse della cosca. L'uomo partecipò a un summit a giugno dello scorso anno e spiegò allo zio Carmelo che aveva reinvestito tutti i proventi illeciti. Quando disse che aveva utilizzato anche il capitale del potente boss ricevette un plauso. Nel corso dell'operazione 'Rosarno è nostra' gli investigatori hanno sequestrato due grandi supermercati a Rosarno che sarebbero il reinvestimento dei proventi illeciti, gestiti tramite prestanome. Lo spessore criminale di Domenico Bellocco, secondo gli inquirenti, si evince anche dalla sua mentalità spiccatamente mafiosa, al punto da proporre di far sparire un personaggio sul quale nutrivano dubbi con le modalità della lupara bianca.