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Obama: ‘La priorità nel 2010 sarà creare nuovi posti lavoro’

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Obama: ‘La priorità nel 2010 sarà creare nuovi posti lavoro’

WASHINGTON – Creare posti di lavoro deve essere la priorità nel 2010. Nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione dopo la battuta d'arresto subita in Massachusetts, dove i democratici hanno perso un seggio cruciale al Senato, il presidente americano Barack Obama riparte dal lavoro e dall'economia.
Il leader della Casa Bianca ha ammesso che "è stato un anno difficile" e la sua amministrazione ha sofferto battute d'arresto politiche, concedendo anche che "alcune di queste erano meritate", ma ha assicurato che intende continuare a combattere, forte del suo "spirito di determinazione ed ottimismo". "We don't quit, I don't quit" ("Noi non molliamo. Io non mollo"), lo slogan della riscossa, coniato nello stesso stampo in cui nacque il vittorioso "yes we can". "Il cambiamento non è arrivato in modo sufficientemente veloce" ha detto Obama, ma "cogliamo l'occasione del momento. Per ricominciare. Per portare avanti il sogno. Per rafforzare il nostro paese ancora di più".
Nel suo discorso di 70 minuti, pronunciato più col cervello che col cuore, Obama si è più volte richiamato all'orgoglio nazionale e ha ricordato i problemi dell'americano medio, focalizzati essenzialmente sulla debolezza dell'economia e sulla disoccupazione con tassi superiori al 10% per la prima volta dal 1983. "La gente è senza lavoro e sta soffrendo", ha sottolineato il presidente. "Ha bisogno del nostro aiuto. E voglio un disegno di legge sui posti di lavoro sul mio tavolo al più presto".
Quattro i punti della sua ricetta per il rilancio dell'economia: innovazione, soprattutto nell'energia verde; promozione dell'export (l'obiettivo è raddoppiarle in cinque anni così da sostenere 2 milioni di posti di lavoro); maggiori investimenti nell'educazione e una riforma finanziaria che passa per la riduzione delle tasse per le piccole imprese. A questo proposito Obama ha annunciato di voler destinare 30 miliardi di dollari dei fondi rientrati dagli aiuti alle banche per agevolare il credito alle piccole e medie imprese. "Un anno dopo – ha affermato parlando della crisi finanziaria – il peggio della tempesta è passato. Ma le devastazioni restano". "So che a Wall Street l'idea non piace – spiega -, ma gli istituti che possono permettersi di distribuire di nuovo pesanti bonus, possono permettersi anche di pagare una modesta tassa", ha aggiunto Obama, invitando il Congresso ad agire per una ''riforma finanziaria seria'' per non scaricare sulle generazioni future il peso dell'enorme deficit di bilancio: 1.416 miliardi di dollari nel 2009 e 1.350 miliardi previsti per il 2010.
Tra i temi affrontati dal presidente americano anche quello della riforma sanitaria, con un appello al Congresso a non lasciar cadere adesso la cosa: "Non ora. Non in un momento in cui siamo così vicini. Cerchiamo il modo di accordarci e completare il lavoro per il popolo americano", ha affermato. La riforma è una questione complicata e più si è prolungato il dibattito e più la gente è diventata scettica – ha detto – mi assumo la mia parte di responsabilità per non avere saputo spiegare in modo più chiaro la riforma agli americani". "Ma questo è un problema che non si esaurirà. Durante il mio discorso altri americani avranno perso la copertura sanitaria e altri milioni la perderanno nel corso dell'anno – ha detto Obama – non abbandonerò questi americani e lo stesso dovreste fare voi del Congresso".

Articlolo scritto da: Adnkronos