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Palermo: mafia, racket del pizzo su imprenditori e commercianti

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PALERMO – Vasta operazione antimafia condotta dai Carabinieri di Palermo che all'alba di oggi ha portato all'arresto di cinque persone, presunti capi del mandamento mafioso di Resuttana accusati di avere imposto il pizzo a una decina tra commercianti e imprenditori.
Per tutti l'accusa è di associazione mafiosa ed estorsione. I provvedimenti sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda del capoluogo siciliano. L'inchiesta, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, è una prosecuzione dell'indagine che, negli ultimi mesi, ha portato all'arresto di 37 persone tra vertici e affiliati al mandamento e al recupero dell'arsenale di armi dei capimafia di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
Anche in questa occasione è stato decisivo il contributo di un neopentito di mafia, arrestato pochi mesi fa, che ha ricostruito la mappa del racket delle estorsioni. A differenza del passato, le rivelazioni del pentito sono state confermate da molte vittime del pizzo che, superando le iniziali resistenze, davanti alle contestazioni degli investigatori, hanno ammesso di aver pagato e hanno fornito nuovi dettagli importanti per l'identificazione degli estortori.
Tra i commercianti costretti a pagare le estorsioni ci sono anche negozi chic del 'salotto' di Palermo. L'operazione antimafia di oggi è "un ulteriore segnale di come nella realtà palermitana si allarghi sempre di più il numero di imprenditori che denunciano, chi spontaneamente o chi davanti all'evidenza", ha detto all'ADNKRONOS il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, autore del codice etico di Confindustria che prevede l'espulsione dall'associazione degli imprenditori che pagano il pizzo senza denunciarlo.
Proprio pochi giorni fa, Lo Bello, il vicepresidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante e due magistrati sono stati vittime di un atto intimidatorio a seguito del quale è stata rafforzata la tutela.

Articlolo scritto da: Adnkronos