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Pratacci, Comune promette interventi immediati di recupero dell’area

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Pratacci, Comune promette interventi immediati di recupero dell’area

AREZZO – “Il 10% di Pratacci potrà essere riconvertito al commercio al minuto”. Lo ha detto il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani di fronte alla folta platea di imprenditori dell’area, riuniti in assemblea presso la sede di Arezzo Fiere e Congressi. Sono arrivati in tanti mercoledì 24 febbraio, circa 200, rappresentativi delle molte aziende ubicate a Pratacci, per fare proposte e conoscere i piani di sviluppo predisposti dall’Amministrazione Comunale per rilanciare una zona che è sempre stata polo economico d’eccellenza per Arezzo e punto di riferimento commerciale per tutta Italia. Un tema, quello del rilancio di Pratacci, che riscuote grandissimo interesse, come ha dimostrato l’incredibile affluenza di gente all’incontro di ieri, realizzato con il sostegno della Confcommercio, e la presenza di moltissime autorità, come il Sindaco Fanfani e ben 4 assessori della sua Giunta (quello alle attività produttive Alessandro Giustini, ai lavori pubblici Franco Dringoli, all’urbanistica Stefano Gasperini e alla mobilità Roberto Banchetti), il presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca e i rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato: il presidente della Confcommercio Benito Butali, seduto al tavolo dei relatori, e il direttore Franco Marinoni, in platea insieme al presidente della Confartigianato Giovanbattista Donati e al dirigente della CNA Maurizio Baldi. A moderare il dibattito, Alberto Bidini, imprenditore di Pratacci, con i colleghi Bruno Brogi e Alessandro Peruzzi.

“Se fino ad oggi le uniche destinazioni d’uso per i fabbricati di Pratacci erano il commercio all’ingrosso e la produzione leggera – ha spiegato Fanfani – il nuovo regolamento urbanistico ammette da subito anche una piccola quota di commercio al dettaglio, per il 10% della metratura complessiva di ogni impresa, una percentuale che può anche crescere in futuro. È un’opportunità da cogliere. Anche se – ha ammesso Fanfani – il primo intervento da realizzare per dare nuovo slancio a Pratacci, e non solo, sarebbe il raddoppio del raccordo autostradale, che compete però all’Anas”. Il Sindaco ha aggiunto poi che “la vera riqualificazione dell’area Pratacci parte dalla riqualificazione dell’area ex Lebole, un’operazione che mi auguro si svolga all’insegna dell’aretinità, come prospettato dalla cordata di imprenditori guidata da Benito Butali”.

In merito alle proposte avanzate dagli operatori, Fanfani ha condiviso l’idea di “costituire un organismo di rappresentanza intersettoriale, che metta a confronto le proposte di operatori e Amministrazione sullo sviluppo strategico dell’area”. Potrebbe essere proprio questo organismo a verificare modi e tempi di attuazione degli scenari futuri annunciati dal Sindaco, come la riconversione al commercio al minuto del 10% di Pratacci.

Nel frattempo, l’Amministrazione Comunale si è impegnata ad effettuare interventi immediati per la riqualificazione urbana dell’area: “stiamo predisponendo – ha detto l’assessore ai lavori pubblici Franco Dringoli – l’asfaltatura di alcune strade e l’ammodernamento dell’illuminazione”. Poi ci sarà da curare la segnaletica, oggi inadeguata, e la rete fognaria.

“Non saranno forse le soluzioni a tutti i mali – sottolinea Alberto Bidini – ma almeno sono provvedimenti immediati e concreti che recuperano in parte il degrado di cui soffrono alcune strade e che, soprattutto, dimostrano l’attenzione degli amministratori verso Pratacci e verso quegli imprenditori che con i loro investimenti l’hanno resa una fonte di ricchezza per tutta la comunità aretina. Se l’assemblea di mercoledì scorso ha avuto un risultato è stato proprio questo”.

In merito alla possibile diversa destinazione d’uso dei fabbricati, Bidini e i suoi colleghi imprenditori hanno evidenziato alcune criticità: “fatta eccezione per alcune zone ben identificate, come la ex Lebole, il Centro Commerciale e l’area via Righi-via Enstein, Pratacci è cresciuta con una scarsa progettualità che ora dimostra tutta la sua inadeguatezza – ha detto Bruno Brogi – a partire dalla mancanza di spazio per marciapiedi e parcheggi, che renderebbe impossibile aumentare i volumi dei fabbricati e cambiare subito destinazione d’uso. Senza contare che i fabbricati esistenti, vecchi di almeno 25 anni, vanno riqualificati e adattati alle nuove esigenze”. Dello stesso avviso il presidente della Confcommercio Benito Butali, che ha invitato a fondare ogni piano di sviluppo sulla visione chiara di cosa vuole diventare Pratacci sul mercato economico nazionale: “dobbiamo indagare prima le possibilità effettive di sviluppo dell’area per non commettere errori”, ha detto Butali, che ha ricordato come, negli anni Sessanta, Arezzo fosse conosciuta in tutta Europa “per alcune imprese d’eccellenza come la Lebole, l’Uno-A-Erre e gli ingrossi di via Righi. Purtroppo non siamo riusciti a progettare a lungo termine, lo hanno fatto invece a Prato, dove sono riusciti a riconvertire al minuto l’area del commercio all’ingrosso perché esistevano spazi e infrastrutture adatte, che da noi invece mancano”.

Unanime l’idea che il rinnovamento di Pratacci vada affrontato con investimenti congiunti di operatori privati e Amministrazione pubblica. Al proposito, il presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca si è impegnato a trovare risorse attraverso i bandi pubblici stanziati anche dalla Regione Toscana per la riqualificazione, l’ammodernamento delle imprese e l’implementazione di nuove tecnologie. Anche se, ha ricordato Tricca “il recupero di Pratacci si inserisce purtroppo in un momento drammatico per la nostra economia, che nel 2009 ha segnato un -27% nel manifatturiero e un -7% circa per il commercio”.

Sono intervenuti al dibattito anche l’architetto Massimiliano Baquè, che ha curato per conto degli operatori un piano di interventi immediati che è stato sottoposto al vaglio dell’Amministrazione, e il neodirettore di Arezzo Fiere e Congressi Raul Barbieri, che ha ribadito l’importanza del raddoppio del raccordo autostradale anche per aumentare il vantaggio competitivo della struttura fieristica aretina, oltre che delle imprese di Pratacci: “oggi ci vogliono venti minuti per arrivare dal casello autostradale alla nostra sede – ha detto Barbieri – mentre altri centri fieristici italiani hanno un’uscita dedicata o raccordi a più corsie”. Ha poi lanciato la proposta di una collaborazione tra Arezzo Fiere, le categorie economiche e gli operatori aretini per la creazione di eventi fieristici a sostegno dell’economia locale, in grado di richiamare unm pubblico trasversale, “più internazionale, più italiano e più aretino”.