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Presentato il rapporto 2009 sull’immigrazione in Provincia di Arezzo

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Presentato il rapporto 2009 sull’immigrazione in Provincia di Arezzo

Arezzo – La popolazione immigrata o di origine immigrata è diventata parte integrante e sostanziale della società aretina, divenendo sempre più un soggetto attivo e partecipe. I dati sono stati presentati questa mattina dall’Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Arezzo. "Risultati che fotografano in modo analitico lo stato attuale dell’immigrazione nel nostro territorio – ha detto la Vice Presidente della Provincia, Mirella Ricci – Un fenomeno che si è stabilizzato, e segna un trend di crescita inferiore rispetto all’andamento degli ultimi anni". Gli stranieri residenti nella provincia d’Arezzo all’1/1/2010 sono 35.516 (erano 33.070 l’anno precedente e 29.276 nel 2007), e rappresentano il 10,2% di tutta la popolazione provinciale (il dato relativo alla fine del 2008 era dell’9,6%). Rispetto al 2008 la popolazione straniera residente nella provincia di Arezzo è cresciuta del 7,4%. E’ nel Casentino che si ha la maggiore concentrazione di cittadini stranieri, il 12,3%, segue la Valdichiana col 11,0%, la zona aretina con il 10,5%, ed infine la Valtiberina (9,4%) e il Valdarno (8,7%). Il dato più basso è sempre quello di Pian di Sco’ che arriva malapena al 4,4%. Se in numeri assoluti è il comune di Arezzo a contare il maggior numero di residenti stranieri con 11.130 presenze, è il comune di Bibbiena a registrare la percentuale d’incidenza maggiore sul totale dei residenti col 15,8%. La nazionalità col maggior numero di migranti nel territorio è la romena con 12.621 cittadini residenti (il 35,5% del totale); la seconda comunità è quella albanese, col 16,1%, a lunga distanza, si posizionano il Marocco (5,7%), il Bangladesh (5,1%), l’India (4,5%) e la Polonia (3,2%), a conferma di una classifica ormai consolidata nel tempo. L’età media è compresa tra i 30 e 40 anni. Si tratta quindi di una popolazione costituita per lo più giovani, ma non giovanissimi, in età lavorativa, infatti negli anni aumenta progressivamente la percentuale degli over 40 che nel 2009 raggiungono il 30%. E la componente femminile è di poco prevalente, col 51,8%. I cittadini stranieri residenti di seconda generazione nati in Italia sono 4.317 (rappresentano l’12,3% del totale). "Il Casentino è la zona che nel corso del 2009 mostra il numero di nati stranieri più elevato, circa 23 ogni cento nati residenti – ha detto Marco La Mastra dell’Osservatorio Sociale della Provincia – in tale contesto è giusto sottolineare che se in Casentino, il saldo è positivo, lo dobbiamo alla popolazione straniera mentre le nascite italiane sono in calo. Quindi, possiamo dire che rappresentano una risorsa positiva". Dall’analisi dei dati sull’inserimento lavorativo dipendente dei migranti viene fuori che al 1° gennaio 2010 in provincia di Arezzo si contavano oltre 18mila occupati stranieri (non UE e comunitari), pari al 18,1% del totale dei lavoratori (105mila). "Un dato, questo, che occorre leggere in relazione all’incidenza percentuale della presenza di cittadini stranieri residenti nel territorio aretino che è pari al 10,2% dell’intera popolazione (348mila) – ha aggiunto Giovanna Tizzi di Oxfam Italia – L’analisi conferma, da una parte, una stabilità nella presenza di lavoratori stranieri nel mercato del lavoro aretino e, dall’altra, rileva un rallentamento nel trend di crescita dal 2007 in poi, fino ad una vera e propria battuta di arresto nel 2009. Pertanto vale la pena evidenziare, per rompere certi stereotipi, che anche in questo caso, si tratta di una presenza di lavoratori stranieri maggiore rispetto ai residenti, come dire che sono più produttori di ricchezza che consumatori di servizi". L’analisi del mercato del lavoro aretino evidenzia, ormai da anni, una scarsa concorrenzialità degli immigrati nei confronti degli autoctoni e parallelamente un buon livello di accesso dei medesimi nei settori produttivi meno qualificati laddove tali attività sono meno gradite agli autoctoni. In generale gli oltre 16mila assicurati non UE sono occupati nel 30% dei casi nell’industria, nel 17,7% nelle costruzioni, nel 14,4% in agricoltura, nell’ 8,5% nella ristorazione. Le donne, che costituiscono oltre la metà dei residenti di origine straniera in provincia di Arezzo, sono meno inserite degli uomini nel mondo del lavoro ad eccezione del settore lavori domestici (pulizie e di cura), praticamente appannaggio di questa categoria di lavoratori/lavoratrici. Relativamente alle rimesse, nel 2009 in provincia di Arezzo, hanno superato i 30 milioni di euro, con una progressione di crescita sempre molto sostenuta, a parte il rallentamento dell’ultimo anno. I migranti residenti in provincia di Arezzo che inviano denaro nel Paese di origine con più frequenza e regolarità provengono da Est Europa (43,2%) e Asia (27,8%). Gli effetti della congiuntura economica negativa si sono sentiti anche sull’imprenditoria straniera aretina. Il tasso di crescita, elevato per tutto il triennio 2005-2007, ha conosciuto un netto rallentamento nel 2009, anche se il numero delle imprese con almeno una persona straniera titolare, amministratore o socio d’impresa in provincia di Arezzo è ancora aumentato dell’1,7% (ma nel 2008 aveva registrato +12,8%). Si conferma dunque una flessione dei tassi di crescita, ma non un’inversione del fenomeno. Di particolare rilievo è il dato sulle Ditte individuali: 2.088 a titolarità straniera nel 2009, mentre lo scorso anno erano 2.015 (+ 3,6%). Da sottolineare l’incidenza delle Ditte individuali con titolare immigrato rispetto al totale provinciale che è del 9,6%, ovvero su 10 ditte individuali, una è tenuta da un imprenditore straniero. Sei i settori produttivi numericamente più rilevanti per le imprese straniere: le "Costruzioni" con il 54,5%, il "Commercio" con il 19,6%, le "Attività manifatturiere" con il 12,4%, l’"Agricoltura" con il 3,4%, il settore "Trasporti" e i servizi di ristorazione, entrambi intorno al 2%. Di particolare interesse è l’analisi delle percentuali di incidenza considerando il complesso delle ditte individuali (con titolare straniero e italiano) nei vari settori di attività. Ebbene, oltre un quarto di tutte le Ditte individuali nel settore delle costruzioni ha un titolare straniero (il 27%); ogni 8 ditte che operano nel commercio o nel settore manifatturiero, una è immigrata (8,2%). Nel settore delle comunicazioni, tale rapporto scende a 1 a 6 (15,1%), dovuto soprattutto alla presenza significativa di molti phone-centers. Nel complesso, quindi, abbiamo un’immagine di operosità e intraprendenza della popolazione immigrata.