Home Cronaca Quando Taricone raccontava, ‘saltare’ è un’esperienza unica

Quando Taricone raccontava, ‘saltare’ è un’esperienza unica

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Quando Taricone raccontava, ‘saltare’ è un’esperienza unica

ROMA – 'Quando ho cominciato a 'lanciarmi' mi sono innamorato di questo sport. 'Saltare' da 4.500 metri con un paracadute a profilo alare è un'esperienza unica, che vorrei potessero conoscere anche altri. Lo sport ci aiuta a crescere, a incanalare le energie nel giusto modo, a stare lontani da quelle derive nichiliste che continuano a cercare di imporci come modelli culturali. Avvicinare i ragazzi allo sport, dargli una mano a comprendere e amare anche quelle discipline che finora sono rimaste privilegio di pochi è il mio modo di fare volontariato. E con CasaPound Italia su questo siamo in totale sintonia: l'incontro con Cpi è stato fortuito, ma ho capito subito di aver trovato l'interlocutore giusto, per concretezza, pulizia e voglia di fare'. Così Pietro Taricone raccontava la sua esperienza da paracadutista, in occasione della presentazione di ''Istinto rapace', il gruppo di paracadutismo sportivo di CasaPound Italia, nel febbraio scorso.
Proprio Taricone infatti, si era fatto promotore dell'incontro tra Cpi e 'The zoo', l'aviosuperficie di Terni dove l'attore si lanciava abitualmente e dove ieri è avvenuto il tragico incidente nel quale ha perso la vita. Il rapporto con CasaPound è nato per caso, a dicembre 2009, quando l'ex concorrente del Grande fratello si presentò nello stabile occupato di via Napoleone III per assistere a una conferenza. Una sorpresa anche per gli organizzatori, che proprio contro quel 'Gf' che nel 2000 aveva dato la notorieta' a Taricone avevano messo a segno una clamorosa azione nel 2008, assaltando, al grido di 'La casa non e' un gioco', la 'bolla', la tensostruttura costruita a Ponte Milvio per ospitare gli aspiranti concorrenti, per rivendicare il diritto alla proprieta' della casa e chiedere l'introduzione del 'mutuo sociale'.
E proprio CasaPound oggi ricorda Taricone in un articolo comparso sull'Ideodromo (www.ideodromocasapound.org). ''Qualcuno – si legge – aveva storto un po' la bocca, nella smorfia tipica del ghigno. 'Ma come, CasaPound, che del Grande fratello ha fatto un simbolo di tutto ciò che di sbagliato c'è nel mondo, va a braccetto con Pietro Taricone''. Voglia di pubblicità, avevano sibilato. Chi parlava così, probabilmente camperà cent'anni. Pietro Taricone no. È morto giovane. È morto nel fiore della maturità, bello e forte. Consapevole di sé, delle sue scelte. In mezzo a tanti mezzi vip che ti parlano credendo di farti un favore, Pietro si era avvicinato a noi in punta dei piedi. Si era presentato da solo, di sua iniziativa, senza dir niente a nessuno, a una conferenza sul fascismo di sinistra. Aveva mostrato interesse e umiltà, mettendosi a disposizione e ascoltando. Senza la pretesa di insegnar nulla a nessuno''.
''Era un bravo ragazzo, Pietro. Aveva fatto fortuna come il 99% dei contemporanei vorrebbe farla. Aveva usato gli stessi mezzi non solo di starlette e tronisti, ma anche di giornalisti, politici, intellettuali che affollano i nostri schermi e magari ti fanno pure la morale. A differenza di tutti costoro, però, aveva cercato di capitalizzare le sue fortune per crescere. In una società dello spettacolo che fagocita tutto, Pietro non si era rassegnato a fare il saltimbanco della buona borghesia, adulato se e nella misura in cui avesse incarnato il ruolo del buffone di corte. Non si era pentito di nulla, non aveva rinnegato le esperienze passate, ma pretendeva che nessuno passasse sopra la sua dignità. Non ti insegnava a vivere, ma non accettava che tu lo guardassi dall'alto in basso in virtù di chissà quale superiorità morale''.
''Non a caso Enrico Mentana, ripensando alla sua esperienza a Matrix, aveva detto che la peggiore puntata della trasmissione era stata quella basata sull'one man show di Taricone, che però si era abilmente smarcato dal ruolo di fenomeno da baraccone assegnatogli dal copione. Non a caso Fabrizio Roncone, penna acidula del Corriere, lo aveva bacchettato dopo aver saputo che Pietro era un nostro amico. Un articolo emblematico, quello, che ricordava all'attore casertano di non essere nessuno e lo avvertiva di non provare a uscire dalla macchietta. Non pensare con la tua testa, non decidere nulla della tua vita. E ora fai divertire l'elite. Fai il buffone per noi e vedrai che non ti succederà nulla. Ma Pietro non aveva voglia di fare il buffone. 'Con i soldi che ho guadagnato dopo il Gf ho comprato dei cavalli e preferisco passare il tempo con loro››, ci aveva confidato. Nelle interviste continuava a fuggire le lusinghe della lingua di cotone del politicamente corretto e prometteva pugni in faccia ai suoi colleghi un po' maleducati'. Era un bravo ragazzo, Pietro. È morto giovane sfidando la sorte. È morto bene. E a noi già manca il suo sorriso''.