Home Attualità Economia Ristrutturazioni e manutenzioni: altra tegola per le imprese regolari

Ristrutturazioni e manutenzioni: altra tegola per le imprese regolari

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AREZZO – La manovra finanziaria del Governo introduce una ritenuta del 10% che le banche dovranno applicare sugli importi dei bonifici per il pagamento alle imprese esecutrici dei lavori fatti da beneficiari delle agevolazioni fiscali. Si tratta del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il risparmio energetico.
“E’ giusta la lotta contro il lavoro nero e l’evasione fiscale – dicono i Presidenti Cna Unione Costruzioni, Tiziano Ranieri e Cna Installazione Impianti, Paolo Scarpini – ma riteniamo che questo provvedimento penalizzi le imprese che fatturano i loro lavori e pagano le tasse. La ritenuta del 10% sulle fatture riduce la liquidità delle imprese in una fase di crisi acuta che ha anche provocato una crescente difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese del settore”.
I due presidenti sostengono inoltre che “con questa norma si istituisce un’ulteriore anticipazione del prelievo fiscale su di un reddito per cui sono già versati acconti d’imposta e che viene applicata sul ricavo anziché sul reddito, determinando situazioni di credito fiscale. Tutto questo senza apportare alcun contributo effettivo alla lotta all’evasione fiscale visto che l’amministrazione finanziaria ha già tutti gli elementi per eseguire i controlli incrociando le informazioni inviate dai cittadini per ottenere tali agevolazioni”.
In tema di lotta all’evasione, i Presidenti Ranieri e Scarpini evidenziano inoltre che l’introduzione dell’incentivo fiscale su ristrutturazioni e manutenzioni si è rivelata una delle poche misure realmente efficaci nel far emergere aree di lavoro nero o irregolare. Gli incentivi vanno perciò mantenuti e potenziati: pertanto il provvedimento, che rischia di ridurne la portata, deve essere valutato con attenzione. Nella crisi che le imprese stanno affrontando, quelli delle manutenzioni e ristrutturazioni e degli interventi per l’efficienza energetica, sono tra gli unici mercati che stanno ancora tenendo. E concludono: “per questo chiediamo la stabilizzazione degli incentivi del 55% sul risparmio energetico in scadenza il 31 dicembre 2010. Sarebbe grave se dal prossimo anno dovessero saltare: si determinerebbe non solo un danno per le imprese, ma ci sarebbe un rischio di arretramento per quanto di positivo è stato realizzato in questi anni nel campo della sostenibilità e dell’efficienza energetica, che, oltretutto, ci allontanerebbe dagli ambiziosi obiettivi fissati dalla Comunità Europea nell’ultima direttiva approvata il 18 maggio scorso”.