Home Cultura e Eventi Cultura Rotem Dan Mor: ad Arezzo

Rotem Dan Mor: ad Arezzo

0

AREZZO – Rotem Mor, ventottenne israeliano, cresciuto in una cittadina vicino a Gerusalemme, sulla strada per Tel Aviv, è un pacifista che dopo 18 mesi passati nell’esercito israeliano ha rifiutato di continuare a prestarvi servizio. Adesso studia musica classica del Medio Oriente, svolge la sua attività di sensibilizzazione sia all’interno del mondo mediorientale in associazioni israelo-palestinesi che si battono contro il muro che separa Israele dai territori della Anp, sia verso il mondo esterno visto che spesso si trova a fare la guida, poco convenzionale, a gruppi di turisti. Suo interesse è scrivere un libro sui perché della sua scelta e sul perché valga la pena proseguirla.
Rotem Dan Mor in questi giorni sta svolgendo un tour in l’Italia per portare la sua testimonianza. Il 23 e il 24 febbraio si ferma ad Arezzo e in provincia, protagonista di una serie di incontri aperti alla cittadinanza. L’iniziativa nasce nel solco delle attività a favore della pace perseguite, dopo la loro missione dell’ottobre scorso in Israele e territori palestinesi della Cisgiordania, da alcuni consiglieri aretini eletti nelle istituzioni: Paolucci e Tulli per il Comune, Del Bolgia per la Provincia di Arezzo e Giovannini per la Regione Toscana.
Nelle parole di Rotem il senso delle scelte compiute nel corso di una vita: “la versione ‘ufficiale’, quella israeliana, del conflitto israelo-palestinese costituisce la premessa morale in base alla quale i giovani del mio paese accettano di svolgere il servizio di leva. Ma oggi non credo affatto all’esistenza di un ‘nemico’. Credo invece all’esistenza di un popolo di cultura diversa e che gli interessi delle nostre forze armate non siano i miei. Esigo perciò di vivere la vita secondo i miei principi. In fondo, ho avuto la fortuna di rendermi conto che la cosa che non andava del servizio militare era che io non mi stavo aprendo al mondo e non mi stavo assumendo la responsabilità di lottare proprio per quei principi. La cosa paradossale è che per la maggior parte della popolazione israeliana e per una parte privilegiata di quella palestinese c’è addirittura da guadagnare da una situazione di guerra, di paura, di sensi di colpa e di perenne incertezza. L’insuccesso delle persone di buona volontà è stato quello di non essere riusciti a costruire, negli ultimi 100 anni, una narrazione e una storia comune. Finché la storia sarà di contrapposizione non vivremo insieme neppure in futuro”.
Sul muro: “stavo accompagnando dei giovani studenti israeliani a vedere il muro di separazione nei villaggi palestinesi vicino a dove abito. Un ragazzo mi chiese perché, per me, quel muro era intollerabile. Il muro sta distruggendo fisicamente e simbolicamente il luogo dove ho sempre vissuto. In Israele chiamiamo queste aree di confine le ‘zone-cerniera’, luoghi che non stanno né di qua, né di là. Noi, residenti nelle zone-cerniera, siamo sempre meno: viviamo circondati da membri di una società il cui sogno è ‘noi di qua, loro di là’. Io sono vivo, invece, solo se posso stare in un luogo che non sia né di qua né di là. La mia zona-cerniera è colorata e vivace, un universo fisico, culturale e spirituale che si trova tra Israele e Palestina, tra ebrei e arabi, tra uomini e donne, tra est e ovest, dove s’incontrano le diversità e si sviluppano nuove idee. È anche un luogo di tensioni, di contrasti e di discussioni animate che si protraggono fino alle ore piccole, è un luogo di paure, di emozioni. È un posto vitale, dove la vita è ricca. Ecco perché soffro tanto a vederlo distruggere. Ai ragazzi del Liceo Scientifico ho spiegato che se portassimo un esperto biologo a riesumare le salme di israeliani e di palestinesi credo che avrebbe difficoltà a distinguere uno scheletro israeliano da uno palestinese. Ovvio, esistono differenze, di religione in primis, la storia culturale degli ebrei provenienti dall’Europa è diversa da quella dei palestinesi che si è svolta in Medio Oriente ma resta il fatto che le cose in comune sono maggiori di quanto si possa immaginare e dobbiamo essere bravi a condividere un futuro nella stessa terra. È questa, al di là di passato e presente, la vera cosa che ci unisce”.
L’incontro in Palazzo Comunale con il Presidente del Consiglio Giuseppe Caroti è seguito ad altri nelle scuole di Arezzo e precede un appuntamento serale a Sansepolcro e, ancora a livello istituzionale, quello di mercoledì 24 alle 13 in Sala di Giunta con la vice Presidente della Provincia Mirella Ricci e il Presidente del Consiglio Provinciale Giuseppe Alpini.
Sempre mercoledì 24, cena al Karemaski Multi Art Lab organizzata dal locale di via Edison in collaborazione con il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà in Regione Toscana, dal gruppo consiliare Sinistra al Comune di Arezzo, dal gruppo consiliare Pd in Provincia di Arezzo e dalle associazioni Arci, Baobab ed Eureko. Il menù è a base di cucina mediorientale, durante e dopo la cena si intervalleranno interventi di Rotem e di Lisa Clark dei Beati costruttori di pace, dei consiglieri comunali Paolucci e Tulli, del consigliere provinciale Del Bolgia, della consigliere regionale Giovannini e di Donatella Bidini, da anni impegnata in particolare nella Striscia di Gaza. Per partecipare alla serata è necessaria la prenotazione ai numeri telefonici 348/8542503 e 340/8666237.