NAPOLI – Beni e aziende, tra cui una concessionaria d'auto di lusso, per un valore di circa 20 milioni di euro, nella disponibilità di un noto imprenditore casertano e dei suoi familiari, sono stati sequestrati all'alba dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli (GICO), coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli.
Nel mirino Paolo Diana, 67 anni, imprenditore casertano, che è stato arrestato per associazione mafiosa e trasferimento fraudolenti di valori.
L'indagine è stata coordinata dal coordinatore della Dda, procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho. All'indagine hanno collaborato 11 pentiti che, spiega Cafiero de Raho, "concordemente hanno indicato Diana Paolo, detto Scarpone, coadiuvato dai figli Nicola e Pasquale come fiancheggiatore del clan dei Casalesi".
Diana avrebbe fornito al clan dei Casalesi auto e denaro, appoggi logistici per compiere agguati mortali, avrebbe messo a disposizione le proprie abitazioni come base di appoggio durante la guerra fra le diverse fazioni del clan, abitazioni che utilizzava anche per ospitare latitanti e camorristi come Domenico Bidognetti, Luigi Guida e Egidio Coppola. Diana avrebbe anche incontrato i vertici del clan dei Casalesi durante la loro latitanza.
Alle dichiarazioni degli 11 pentiti ci sono state i riscontri degli investigatori. L'attività investigativa avrebbe "consentito di rivelare come il Diana Paolo ha effettivamente intrattenuto rapporti stabili e non occasionali – spiegano alla Dda – con esponenti delle varie fazioni del cartello camorristico denominato clan dei Casalesi". Spiegano gli inquirenti che "in considerazione della qualità di imprenditore è apparso doveroso approfondire le indagini sulla provenienza e sulle modalità di incremento dell'ingente patrimonio famigliare".
L'imprenditore e i suoi familiari avrebbero nella propria disponibilità beni mobili e immobili aziende e disponibilità finanziarie in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati o alle attività economiche esercitate. Paolo Diana negli ultimi 20 anni non ha mai dichiarato redditi ed è titolare di una ditta che non ha mai presentato alcuna dichiarazione ai fini dell'Iva.
Il giudice delle indagini preliminari ha emesso un decreto con il quale ha disposto il sequestro di 5 società e 3 ditte individuali, 24 appartamenti nel casertano e 19 a Roma, quote di proprietà di altri 27 appartamenti di cui 24 a Caserta e 3 a Roma. I finanzieri hanno anche sequestrato 8 auto, 9 quote societarie e 103 rapporti bancari e assicurativi.
Articlolo scritto da: Adnkronos