Home Cronaca Si licenzia, mette una ‘cimice’ in azienda e lavora per la concorrenza

Si licenzia, mette una ‘cimice’ in azienda e lavora per la concorrenza

0

TORINO – Ha messo una 'cimice' nell'azienda in cui lavorava come dirigente, poi si e' licenziato ed e' stato assunto in una ditta concorrente. Con l'accusa di installazione di apparecchiature allo scopo di intercettare conversazioni e interferenze illecite nella vita privata, i carabinieri della Compagnia di Alba (Cuneo) hanno denunciato un torinese di 50 anni accusato di aver 'spiato', con una 'cimice' posizionata sotto una scrivania dell'ufficio usato per le riunioni in cui discutere fra l'altro di partecipazioni ad appalti, le attivita' del suo vecchio posto di lavoro, un'azienda attiva nel settore della fornitura di servizi di vario genere per la pubblica amministrazione, enti locali e privati.
A dare il via alle indagini e' stata la scoperta, fatta da una segretaria, del piccolo apparecchio in grado di captare, registrare e trasmettere le conversazioni che si svolgevano in quell'ufficio in cui si riuniscono i vertici dell'impresa per discutere di strategie aziendali, compresa la partecipazione ad appalti. I carabinieri, secondo i quali la microspia era stata posizionata per intercettare le preziose conversazioni che si svolgevano nell'ufficio per utilizzarle ai fini di una concorrenza sleale, hanno quindi sequestrato l'apparecchiatura elettronica che, per funzionare, utilizzava due piccole 'sim' telefoniche attraverso le quali trasmetteva i colloqui intercettati su due telefoni cellulari.
Gli accertamenti hanno permesso di appurare che uno dei due telefoni riceventi era intestato a un dirigente della stessa azienda, che nel frattempo si era licenziato per andare a lavorare in una societa' concorrente, e l'altro a una dipendente extracomunitaria, risultata totalmente estranea ai fatti, i cui dati personali erano stati usati illecitamente, a sua insaputa, dal suo capo. Nel corso delle perquisizioni i militari hanno trovato, a casa del dirigente, i 2 telefoni usati per le intercettazioni e ora gli investigatori stanno lavorando su un'ipotesi di spionaggio industriale e concorrenza sleale tra aziende concorrenti.

Articlolo scritto da: Adnkronos