Arezzo – «Il presunto colosso del trasporto pubblico della Toscana meridionale, tanto vantato dalla sinistra aretina come grande opportunità, si dimostra da subito un gigante d’argilla. Le prime dichiarazioni del direttore generale, invece di parlare di successi, sono già tutte incentrate su tagli al personale utilizzando come paravento la finanziaria.
Pur essendo i tagli del governo una realtà, si analizzi ogni possibile ottimizzazione delle risorse ma guai a toccare anche un solo posto di lavoro, eventualità che si traduce poi in un peggioramento dei servizi resi ai cittadini. Si parla di decine di famiglie che potrebbero perdere la loro fonte di sostentamento.
Se il buongiorno si vede dal mattino, la costituzione della Tiemme, nata dalla distruzione dell’Atam e dallo smembramento della Lfi, fa emergere chiaramente la linea delle responsabilità relative al pericolo che incombe sulla città. In primo luogo ci riferiamo all’amministrazione comunale aretina che attraverso l’attuale giunta, da azionista delle locali aziende di trasporto, ha sentito più forte la sensibilità di rispondere “sì” ai padroni della sinistra fiorentina piuttosto che fissare come propria e imprescindibile missione la salvaguardia del settore del trasporto pubblico aretino e con esso tutti i suoi dipendenti e le loro famiglie.
Di fronte alla gravità della notizia, all’inconsistenza di una classe politica di governo locale, chiedo al sindaco Fanfani di adoperarsi, in forma preventiva, per attivare i meccanismi politici e tecnici capaci di costituire da subito ammortizzatori economici e sociali. La giunta ha l’obbligo di lavorare per sostenere quei cittadini che grazie alle sue perniciose scelte rischiano di trovarsi senza lavoro.»