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Tredicenne violentata e filmata dal branco

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Bari (Adnkronos) – Hanno violentato, fimato e ricattato una tredicenne, tormentandola per settimane ed esasperandola a tal punto che la ragazzina, per liberarsi dalle torture del 'branco', ha raccontato tutto al padre. E' accaduto a Gravina di Puglia, dove gli agenti del locale Commissariato e della Squadra mobile della Questura di Bari hanno eseguito quattro misure cautelari nei confronti di un 18enne e di tre minorenni, uno minore di 14 anni. Il 18enne, G.P., cameriere, senza precedenti, è finito in carcere. Un 15enne e un 14enne sono stati collocati in una comunità di recupero con l'accusa di violenza sessuale su minore e detenzione e cessione di materiale pedo-pornografico. Al minore di 14 anni i poliziotti hanno notificato un obbligo di permanenza in casa con l'accusa di realizzazione e detenzione di materiale pedo-pornografico. Anche i tre minorenni sono incensurati. A quanto accertato fino ad ora, gli episodi di violenza sessuale ai danni della 13enne sarebbero stati quattro. Gli aggressori riprendevano le scene con il telefonino. Un filmato che, poi, serviva alla baby gang non solo a ricattare la 13enne per ottenere altri rapporti sessuali, ma anche per impedirle di denunciare quello che subiva. Una storia di degrado che, stando a quanto emerso dalle indagini, sembrerebbe più morale che socio-familiare, di comportamenti sessuali deviati da parte di adolescenti cresciuti troppo in fretta. La vicenda ha avuto inizio nel tardo pomeriggio di una domenica dell'ottobre scorso. La vittima è una studentessa di scuola media. Mentre si trovava in compagnia dei suoi amici di comitiva in uno dei luoghi di ritrovo dei giovani della cittadina, si sono avvicinati alcuni ragazzi. Tre minorenni, un 15enne e due 14enni, hanno costretto la ragazzina a seguirli con la forza e hanno 'consigliato' a un amico della 13enne di ''farsi gli affari propri''. A pochi metri di distanza la violenza: i ragazzini prima hanno molestato la vittima, poi l'hanno costretta ad avere rapporti orali con due di loro, mentre il terzo riprendeva tutto con il suo telefonino. Nei giorni successivi il filmato era diventato un 'cult' tra gli studenti della stessa scuola media frequentata sia dalla 13enne sia dal 14enne che lo aveva realizzato. La minorenne sapeva che su molti telefonini giravano le immagini di lei che subiva quell'assurda violenza e questo le provocava un grande dolore ma anche tanta vergogna. Il suo calvario è continuato: 20 giorni dopo, in un tardo pomeriggio di un sabato di fine ottobre, ad abusare di lei oltre ai tre minorenni, si è aggiunto anche il 18enne, un cameriere senza nessun precedente penale. Uno dei minorenni l'ha costretta a seguirli minacciandola con una mazza. Qui il maggiorenne le ha offerto il suo 'aiuto': se avesse avuto un rapporto orale anche con lui avrebbe convinto i tre minori a cancellare il video dai loro telefonini. La vittima, ha raccontato di aver accettato a malincuore e così si è sottoposta all'ennesima tortura fisica e psicologica che i tre minori e il 18enne le hanno imposto, con l'unica speranza che dopo quella sera il suo incubo sarebbe finito e il filmato sparito per sempre. Una speranza vana. Tre settimane dopo, ancora in un sabato sera, è stata di nuovo accerchiata dal branco e costretta ad avere sempre un rapporto orale con uno dei minorenni. Ancora altre riprese e ancora vergogna. La vittima li ha implorati. ''Per favore cancellate quei filmini'', gli ha detto. Non voleva che li vedesse il padre che non avrebbe giustificato quelle scene e che forse avrebbe avuto una reazione violenta. Per questo motivo una settimana dopo ha convinto un'amica a 'marinare' la scuola e ad andare a casa di uno dei minorenni per cercare di convincerlo a cancellare quelle immagini. Ma quando è arrivata lì, ad attenderla c'era anche un altro dei minorenni che aveva approfittato di lei e che anche quella mattina ha ripetuto la violenza davanti alla sua amica che ha assistito inerme, impossibilitata ad aiutarla. I due minorenni hanno obbligato la giovane al solito rapporto orale, poi, l'hanno mandata via. A quel punto la vittima ha compreso che il branco non l'avrebbe mai lasciata in pace e che quei filmati avrebbero continuato a torturarla più della stessa violenza subita. Tornata a casa, ha raccontato tutto ai suoi genitori. Il giorno dopo, accompagnata dal padre e da un avvocato, si è recata al Commissariato della sua città e ha trovato il coraggio di raccontare tutto, di rivivere quei tragici momenti che l'avevano profondamente segnata. Un mese sono durate le indagini della Polizia, coordinata dalle Procure Ordinaria e per i Minori. Gli agenti e i magistrati hanno ascoltato le testimonianze degli amici della 13enne e individuato i responsabili. Quattro ragazzi, un maggiorenne e tre minorenni, senza particolari problemi, se non scolastici (il 15enne è la terza volta che ripete la prima media), ma con alle spalle famiglie per così dire 'normali'. Si tratta di veri e propri bulli, che solo agendo in gruppo trovavano 'il coraggio' di approfittare dei più deboli, di spogliare della propria dignità una loro coetanea costringendola a pratiche erotiche contro la sua volontà.

Articlolo scritto da: Adnkronos