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Un pensiero anche agli artigiani italiani del gusto

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AREZZO – È di pochi giorni fa l'iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole, guidato dall'Onorevole Luca Zaia, di promuovere con Mac Donald's, la più nota multinazionale della ristorazione rapida di origine Usa, un panino realizzato con prodotti certificati italiani.
“Non vogliamo nasconderci dietro ad un dito ne' fare di necessità virtù – spiega Massimiliano Ricciarini, presidente dell'Associazione Culturale No-Profit Streetfood – ma riconosciamo a Mac Donald's una potenza di mezzi e di persuasione attraverso progetti di comunicazione mirati. Finalmente un incontro per un panino tutto italiano tra il nostro Paese e la multinazionale Usa, fino ad oggi avversata da puristi del gusto. Ancora una volta Zaia ha fatto centro. Adesso speriamo che anche il gusto dei cibi poveri o di strada italiani facciano con noi le mosse giuste per rimanere su piazza”.

“Oggi resistono – continua Ricciarini – quei cibi di strada che sono essi stessi vincenti in partenza come pizza, panino con lampredotto, piadina, gelato, focaccia di Recco, fritto misto al cartoccio e tutti i siciliani dolci compresi. Ma senza fare gli uccelli del malaugurio, con quante strette di cinghia sono costretti a sopportare gli artigiani del gusto italiani (produttori in sede fissa e ambulanti), temiamo uno scoraggiamento di massa e un potenziale abbandono del mercato”.
“Alcuni hanno già iniziato – spiega ancora il presidente dell'Associazione – mi riferisco a quelli più decentrati dalle città, che trovano o trovavano sede presso certe comunità montane che sono state soppresse o chi, in scala più ampia, deve fare i conti ogni giorno con la duplice appartenenza alla categoria artigiani (in quanto necessitano di laboratorio di produzione e trasformazione) e a quella dei commercianti o esercenti (in quanto autorizzati alla vendita al pubblico) per non parlare di iscrizioni R.e.c., Haccp e Camere di Commercio che comunque sono obblighi comuni per chiunque produce, somministra e vende con negozio (fisso o su ruote)”.

“Fuori dall'Italia – conclude il presidente dell'Associazione Streetfood – se pure in Paesi appartenenti all'Ue, non ci si fanno tanti problemi e si trovano situazioni, anche disastrose in fatto di igiene, ma continuano indisturbate nella loro attività; situazioni che portate in Italia, paradossalmente, avrebbero chiuso prima ancora di aprire”. L'Associazione quindi, contro le più drastiche previsioni si augura di vedere una controfferta italiana al “Mac Italy”, dall'altro di vedere un aiuto – soprattutto in termini di semplificazione burocratica oltre che di tipo economico – a chi ha tramandato fino ad oggi il prodotto italiano enogastronomico di strada e di certo oggi, per i motivi sopra descritti, ne ha più bisogno rispetto alle Multinazionali.

Sono pronte a partire gli eventi dell'Associazione in alcuni comuni italiani della Toscana e del Lazio. Le Giunte comunali hanno già approvato si tratta solo di deliberare su carta. A breve il nuovo sito web www.streetfood.it sarà online e sarà la svolta, quindi anche per i cibi di strada italiani.