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UnoaErre e settore Orafo: problemi di tutti

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UnoaErre e settore Orafo: problemi di tutti

Arezzo – “Nessun può rimanere a guardare di fronte ai problemi della UnoAerre. Al suo futuro è legato quello del settore e quindi anche dell’economia aretina”. Valter Bondi, Presidente degli orafi Cna, sottolinea quanto sia vitale la partita che si sta svolgendo in via Fiorentina.
“Penso al futuro dei dipendenti di questa azienda. Come tutti. Ma vorrei che tutti avessero la piena consapevolezza di cosa significa la UnoAerre per Arezzo. Ecco alcuni numeri dal nostro angolo di osservazione: almeno 200 imprese artigiane lavorano nella galassia della più importante industria orafa italiana. Sono aziende “monofase” che realizzano, cioè, una sola fase del ciclo produttivo. Si tratta, soprattutto, di saldatura e montaggio. Queste aziende danno lavoro a più di 600 operai. In gioco non c’è, quindi, solo il futuro dei dipendenti UnoAerre ma anche quello di un altro migliaio di addetti tra titolari e dipendenti”.
Il ridimensionamento della UnoAerre, per non parlare della sua chiusura, si trasformerebbe in uno tsunami per l’intero settore orafo della provincia di Arezzo. “E non colpirebbe una realtà forte e capace di resistere. Ai posti oggi in discussione – sottolinea Bondi – bisogna ricordare i 3.000 che il settore orafo aretino ha già perso in questi anni. Una sorta di “strage bianca” che non ha avuto rilievo sui media o nelle istituzioni ma che non per questo ha avuto riflessi meno drammatici su 3.000 famiglie. Nessuno ha parlato di loro ma sono rimaste senza reddito”
UnoAerre, comunque, non vuol dire solo occupazione. “Sono un imprenditore orafo e sono ovviamente orgoglioso del mio lavoro e della mia azienda. Questo non significa che io e gli altri imprenditori non si comprenda il valore strategico della UnoAerre per le imprese aretine sui mercati internazionali. E’ una sorta di “locomotiva” in grado di aprire la strada ad altre aziende e di portare con sé molti “vagoni”. Ha una riconoscibilità internazionale che la lega ad Arezzo e che ha effetti positivi sull’intero nostro settore”.
Cna chiede quindi azioni concrete in difesa dell’intero settore. “Oggi abbiamo a rischio 8.500 posti di lavoro – evidenzia Valter Bondi. E il rischio è concreto. I nostri imprenditori hanno fatto e stanno facendo anche più di quanto è lecito attendersi. Vorrei ricordare che negli anni della deindustrializzazione, l’artigianato e la piccola e media impresa hanno fatto da cassa di compensazione per l’occupazione. Oggi che anche noi siamo in difficoltà estrema, tentiamo in ogni modo di rimanere aperti e di mantenere i posti di lavoro. Una riprova? L’occupazione non è diminuita in proporzione al calo della produzione”.
Cna apprezza le iniziative delle istituzioni. “La Regione Toscana, su proposta nostra e di Confartigianato, ha accettato di finanziare le aziende che non licenziano per 1 anno. Siamo di fronte ad un significativo sostegno alla liquidità delle aziende: il costo lordo degli stipendi può essere rimborsato in otto anni. Non si tratta, per noi, di semplice risparmi ma di risorse che possono essere investite in innovazione e commercializzazione. Quindi nel futuro”.
Importante è poi il Tavolo aperto dalla Regione Toscana. “Per noi – afferma Bondi – sono fondamentali i temi del prestito d’uso, del credito, dell’ingresso in nuovi mercati, di una stabile e non periodica presenza all’estero. Lo Stato, infine, deve intervenire in maniera decisa sui dazi e sulle barriere doganali affermando il principio della reciprocità. Condividiamo, come l’Amministrazione provinciale, la presentazione in Commissione lavoro, da parte dell’onorevole Donella Mattesini, di una proposta di risoluzione per l’attivazione di un tavolo interministeriale sul settore orafo. Ci auguriamo che venga approvata e che anche la nuova legge di settore, dopo il voto favorevole della Camera, completi il suo percorso al Senato”.