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Valtiberina: garantire il rispetto delle regole in edilizia

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Valtiberina: garantire il rispetto delle regole in edilizia

Arezzo – “Il settore edile vive un periodo molto difficile e la Valtiberina non fa certo eccezione”. Marcella Poggini Responsabile CNA Area Valtiberina, ne sottolinea una particolarità. “Questa è una vallata che ha aziende edili di buon livello ed è sempre stato elevato il grado di competitività e concorrenza con le imprese umbre che spesso hanno potuto utilizzare aiuti non previsti per quelle toscane”.
Uno dei mali non risolti è inoltre la cosiddetta concorrenza sleale. “Per le ditte regolari è di fatto impossibile fronteggiare l’assalto di cosiddette “imprese” che non rispettano le normative, non lavorano a regola d’arte, non adottano le più basilari regole relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro – afferma Poggini. Queste aziende, pur non avendo nulla o quasi dell’impresa, lavorano e tolgono lavoro alle altre. Questo fenomeno prima era presente essenzialmente nei comuni maggiori ma adesso sta progressivamente espandendosi anche in quelli più piccoli. In questa nostra difesa del settore – continua Poggini – abbiamo necessità dell’appoggio delle istituzioni, degli organismi ispettivi, dei professionisti. Da tutti ci aspettiamo più attenzione in relazione alle proprie competenze. Ai liberi professionisti chiediamo una maggiore sensibilità nell’illustrare ai committenti i progetti e le qualità delle aziende perchè non sempre il prezzo più basso è quello più conveniente e i vantaggi nell’utilizzare aziende regolari e capaci sono rilevanti. E altrettanto importante far comprendere, in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, le responsabilità che ricadono sul committente, renderlo consapevole che la filiera delle responsabilità parte dal soggetto che rappresenta”.
Un osservatorio privilegiato sulla vallata è quello proposto dal Falea Cassa Edile Artigiana: nel corso dell’ultimo anno le ditte che hanno chiuso sono una percentuale poco significativa, i dipendenti usciti dal settore sono oltre 20, le ore lavorate sono scese di circa il 10%.
Ciò significa che gli artigiani seppur a fatica “reggono”, magari immettendo nella propria azienda liquidità dai capitali personali.