Home Politica Vicenda Marconi: Lega Nord Toscana richiede interrogazione in Regione

Vicenda Marconi: Lega Nord Toscana richiede interrogazione in Regione

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Firenze – La Lega Nord Toscana ha presentato un’interrogazione a risposta orale in Regione destinata al Presidente della Giunta, Enrico Rossi, in merito “alla vicenda legata all’acquisto della sede ATO 4 – Alto Valdarno”.

«Già da molto tempo – spiega Antonio Gambetta Vianna – si presagiva la soppressione di tutti gli ATO per farne nascere uno unico a livello regionale. Non capisco il motivo per cui, dopo oltre dieci anni di attività svolta in un locale in affitto, l’ATO 4 abbia deciso di acquistare una sede proprio in vista della sua soppressione. Il venditore dell’immobile situato in via Gobetti 23 ad Arezzo, poi, risulta essere la ditta Immobiliare 3000 srl, della quale figurava come azionista all’epoca della delibera dell’assemblea ATO 4 n° 46 (11 novembre 2009) e del contratto preliminare (19 gennaio 2010), e figura tuttora, il vicesindaco di Arezzo, nonché rappresentante del Comune aretino nell’assemblea dell’ATO 4, Giuseppe Marconi. È da notare che con la legge n° 42 del 26 marzo 2010 vengono abrogati tutti gli ATO, con decorrenza un anno dall’entrata in vigore della stessa, mentre il 5 maggio di quest’anno, e, quindi, dopo la legge, veniva formalizzato l’acquisto dell’immobile con atto notarile.

Marconi – prosegue il leader del Carroccio in Palazzo Panciatichi – votò alla prima delibera dell’assemblea ATO 4 n° 29 (9 settembre 2009), nel quale veniva dato mandato al Direttore e al Cda dell’Ente di acquistare un immobile da adibire a sede, individuandolo fra una rosa di stabili selezionati secondo determinati criteri e indicazioni che, praticamente, indicavano già la sede papabile.

In base a tutta questa vicenda, interroghiamo Rossi per sapere, oltre al motivo dell’acquisto e al fatto che la cifra pagata per l’acquisto sembrerebbe non essere congrua alla zona di riferimento, anche se, alla luce dell’art. 78 del d.lgs. 267/2000 (nel quale si afferma che “Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”, ndr), sia da ritenersi legittima la votazione a cui prese parte Marconi. In più, perché, dopo l’entrata in vigore della legge sull’abrogazione degli ATO, non è stata invocata la causa di forza maggiore per rinunciare all’acquisto dell’immobile senza perdere la caparra di 100.000 euro? Sono stati acquisiti dei pareri legali dalla dirigenza dell’Ente per gestire la situazione, soprattutto in caso di rinuncia per causa di forza maggiore? E la Regione – conclude Gambetta Vianna – è al corrente dell’iter per l’assegnazione del bando di gara all’Immobiliare 3000 di cui Marconi detiene il 20% delle quote societarie?».

«La vicenda non è ancora confermata – spiega il consigliere regionale del Carroccio, Gian Luca Lazzeri – e anche per questo abbiamo presentato l’interrogazione in Regione. Se fosse confermata, però, oltre alla politica devono assolutamente prevalere i valori morali. Perciò, qualora Marconi risultasse vero quanto parrebbe, ritengo che debbano essere immediate le sue dimissioni. Il vicesindaco rappresenta tutti gli aretini in assenza di Fanfani, essendone il vice, e, se c dii fosse un conflitto di interessi, le dimissioni sarebbero un passaggio obbligato. Infatti, indipendentemente dalla valenza della questione esiste un problema di opportunità, specificamente politica, la cui risposta è sul piano politico e, quindi, ripeto, le dimissioni sono un passaggio obbligato. Aspettiamo una risposta a questi quesiti rilevando a questo momento la mancanza di ogni reazione».

«Arezzo e i suoi cittadini – afferma la vicecapogruppo leghista in Regione, Marina Staccioli, che è anche vicepresidente della commissione speciale sull’emergenza occupazionale – stanno vivendo già una particolare situazione dovuta alla grave crisi economica che attanaglia la città in vari settori, tra i quali quello orafo. Le ombre di questa storia, purtroppo, possono ripercuotersi ancora più negativamente su tutto il tessuto socioeconomico della città. Il sindaco Fanfani dovrebbe prendere in mano la situazione e prendere i dovuti provvedimenti. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi».

«Fanfani – ammette Emanuele Tellini, coordinatore provinciale aretino per gli enti locali del Carroccio – per anni si è fatto portatore della bandiera del giusto, della legalità e della questione morale, accusando le passate giunte di aver perorato il conflitto di interessi. Sindaco, dov’è adesso questa bandiera? Ce l’ha sempre?

Qualora tutta questa turpe vicenda sia vera e venisse confermata, quella stessa bandiera si ritorcerebbe contro a tutta l’attuale amministrazione comunale. Perciò, noi come Lega Nord chiediamo al sindaco di proseguire col suo senso di giustizia facendo il prima possibile la più totale chiarezza sulla vicenda. Se tutto ciò che riguarda l’immobile di via Gobetti avesse un riscontro e fosse confermato – conclude Tellini –, chiediamo le immediate dimissioni del vicesindaco Marconi».