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Allagamenti Chiassa: la nota in replica dell’amministrazione comunale

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Arezzo – In merito alle recenti polemiche sugli allagamenti alla Chiassa, l’amministrazione comunale tiene a puntualizzare la propria posizione riscontrando affermazioni totalmente infondate e gratuite.
Intanto non è vero che la stessa amministrazione non ha fatto alcunché. Il fosso che ha esondato, un fosso privato che insiste su proprietà private, è stato totalmente modificato per cui al posto della doppia tubatura a occhiale, autorizzata dalla precedente amministrazione, che ha fatto da tappo, c’è un grande scatolare che consente il deflusso delle acque in sicurezza. Tale opera è stato oggetto di specifica ordinanza destinata ai privati proprietari che però non l’hanno eseguita. Per cui la stessa amministrazione comunale si è trovata costretta a darne esecuzione.
Sistemata la causa dell’allagamento, l’amministrazione comunale non si è certo fermata all’emergenza ma ha realizzato opere “strutturali” quali asfaltature, nuove caditoie e lavori di sistemazione stradale che impediscano all’origine il ripetersi di questi fenomeni.
Altro falso: l’amministrazione non avrebbe compiuto gli atti per il riconoscimento della calamità naturale. La procedura è stata invece esperita preannunciando subito alla città che si sarebbero state difficoltà a ottenere tale riconoscimento in quanto l’evento, certamente grave, risultava geograficamente concentrato. Difatti, la competente autorità regionale lo ha classificato “di rilevanza locale” e quindi non suscettibile di ottenere gli indennizzi, comunque parziali, dovuti per eventi di dimensione regionale.
Peraltro l’amministrazione comunale ha sempre sollecitato la consegna della documentazione da parte dei danneggiati che ci risulta raccolta da un comitato ma mai effettivamente consegnata.
Certamente rimane la problematica di rilievo, cioè il dissesto del territorio nelle zone di montagne, ma anche su questo terreno l’amministrazione comunale è determinata a perseguire tutela e attenzione anche obbligando i proprietari fondiari, con provvedimenti ad hoc, a mantenere il regime dei fossi e i terrazzamenti collinari.