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Approvato il regolamento urbanistico

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Approvato il regolamento urbanistico

Arezzo – La città si dota dunque di uno strumento di pianificazione urbanistica che manda “in pensione” il vecchio PRG secondo peraltro i dettami della legge regionale. Con questo strumento gli intenti dell'amministrazione sono disegnare una città maggiormente vivibile, caratterizzata da attenzione ai temi dell’ecologia e del decoro estetico: dunque, incentivazioni economiche e volumetriche per chi compie la scelta della bioedilizia e delle energie rinnovabili. Stop a quegli interventi che hanno deturpato il paesaggio specie agricolo con possibilità, però, di recuperare superfici in un’area più vasta. Pertanto, al fine di ripulire il territorio agricolo, sarà possibile demolire annessi e trasferire, valorizzandola, la relativa superficie su aree vocate all'edificazione.
Il concetto di volume viene sostituito da quello di superficie utile. C'è quindi una spinta verso una maggiore qualità del costruito e la possibilità ai professionisti di progettare secondo criteri non puramente economici: larghezza dei muri, altezze dei solai, ampiezze delle scale e degli ingressi non peseranno più nei conteggi volumetrici.
Ogni area di trasformazione porterà con sé la cosiddetta perequazione urbanistica con opere pubbliche da realizzare o nel comparto direttamente interessato o in un’area più vasta.
Piazze nelle frazioni: luoghi che non solo identificheranno la zona ma che saranno anche dotate dei principali servizi pubblici per i cittadini.
Una seconda fascia di interventi, identificabili come privati, avrà una gradualità temporale che verrà definita da bandi pubblici. Questo per porre fine anche alla discrezionalità dell’amministrazione pubblica. Altra previsione di grande portata è la cosiddetta “addizione funzionale” da 30 a 60 metri quadrati che riapre per chiunque la possibilità di ampliare la propria casa e il proprio appartamento. Un volano per la ripresa economica visto anche l'indotto del settore edilizio. Sono inoltre previste le “addizioni volumetriche” fino al 35% sui fabbricati esistenti.
Come noto non vengono disciplinate dal Regolamento Urbanistico, le cosiddette Aree Complesse di Intervento oggetto di specifici piani che si pongono dunque come ulteriore strumento attuativo del Piano Strutturale. Per ricordarne alcune: la Catona, la ex Cadorna, la ex Lebole.