Home Attualità Salute Arezzo come Assisi: il dolore inutile, i modi di combatterlo

Arezzo come Assisi: il dolore inutile, i modi di combatterlo

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“Diamo parola al dolore”: questo il titolo del seminario organizzato dal Comitato Etico Locale (presieduto dal Prof. Giuseppe Macrì) e dal Comitato Ospedale Senza Dolore della USL8 (presieduto dal dr. Massimo Gialli) che si terrà sabato 17 dicembre dalle ore 9,00 alle ore 13.00 presso l’Auditorium dell’Ospedale San Donato di Arezzo. L’evento, rivolto sia al personale sanitario che alla cittadinanza, vuol offrire un momento di riflessione sul tema della sofferenza e del dolore attraverso i contributi dell’antropologia medica (Prof. Giovanni Pizza dell’Università di Perugia), della filosofia (Prof. Stefano Miniati dell’Università di Siena) e delle religioni. Lo scopo è quello di “togliere il silenziatore culturale” al dolore, cercando di agire su quei pregiudizi che troppo spesso ancora ne impediscono un adeguato trattamento. Particolare rilievo e interesse per la cittadinanza assume la Tavola Rotonda interreligiosa in cui dialogheranno sul tema del dolore collegato alle malattie, un medico di religione ebraica (dr. Massimo Finzi), una teologa battista (Pastora Elizabeth Green), un teologo cattolico (don Fausto Cosimo Romano), il Presidente dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Elzir Izzedin) e un Filosofo delle religioni (Prof. Giuseppe Cognetti dell’Università di Siena). A pochi mesi dall’incontro interreligioso di Assisi sul tema della Pace, anche Arezzo ospita all’interno del suo Ospedale un’occasione di importante dialogo finalizzato al superamento dei pregiudizi culturali e religiosi sul dolore: attraverso un onesto, attento e reciproco ascolto e attraverso la conoscenza è possibile camminare insieme nella difesa dei diritti, liberandoci da quelle zavorre che troppo spesso ci impediscono di vivere e morire con dignità.
Durante la mattinata sono previsti brevissimi intermezzi musicali, con Paolo Zampini al flauto e Primo Oliva al pianoforte.

IL DOLORE INUTILE E I PERCORSI PER COMBATTERLO
L’attività dell’Azienda da anni mira ad individuare nei cittadini che accedono ai
alle strutture e ai servizi sanitari se hanno problemi di dolore, quantificando con una semplice scala un punteggio ed attuando se il punteggio è superiore ad una soglia definita opportuni provvedimenti terapeutici
C’è una formale registrazione in cartella clinica o in altre certificazioni sanitarie compresa la verifica dopo la somministrazione del farmaco, della sua reale efficacia nei confronti del sintomo.
Nel tempo si è modificato l’atteggiamento dei sanitari che si devono fare parte attiva nella verifica e che debbono porre in atto tutte le misure utili a contenere o annullare il “dolore inutile” del percorso sanitario. Un percorso previsto anche dalle recenti normative sull’accreditamento ed è soggetta a controlli e verifiche esterne da parte dei Nas e delle autorità sanitarie.
Oltre all’attenzione sulla rilevazione del sintomo, vi è un continuo aggiornamento sui protocolli terapeutici, genericamente indirizzato a implementare l’utilizzo dei oppiodi per la quale l’Italia ha un primato negativo. Si tratta infatti di una categoria di farmaci molto utili nei cui confronti il pregiudizio è stato forte tale che per anni ne ha limitato l’uso.
Nel sintomo del dolore c’è una importante componente emotiva-psicologica per cui talvolta è opportuno associare un sopporto specialistico adeguato, particolarmente nel settore pediatrico, con una sollecitazione alla diversità dell’attenzione.
Si dice “dolore inutile”, perchè in una prima fase ha una funzione di campanello d’allarme e quindi la sua sede, l’intensità e la modalità con cui si manifesta danno importanti indicazioni al medico per la diagnosi: ma appena termina questa funzione di allarme, il dolore diventa inutile e per questo va fortemente combattuto.
La commissione che sovrintende allo sviluppo di questo tema negli ospedali aretini, è composta da una serie di esperti clinici, farmacologi, medici di famiglia e pediatri, e da un membro per le associazioni di rappresentanza dei cittadini.