Home Politica ‘Chiude il Lanificio. Silenzio!’

‘Chiude il Lanificio. Silenzio!’

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Soci – «IL Lanificio di Soci sembra destinato alla definitiva chiusura. Diciamo “sembra” perché le notizie che si riescono ad avere sono frammentarie ed abbiamo dovuto aspettare il comunicato della CGIL sulla liquidazione coatta per avere qualche informazione più precisa. A parte le polemiche strumentali e contraddittorie della lega Nord (non dimentichiamo che la Lega, oltre a precedenti e ben diverse dichiarazioni, governa Bibbiena…), colpisce il silenzio su tutta la vicenda.

Il Lanificio è una industria storica per il Casentino, è stata una fabbrica modello fin dall’800. la sua crisi, collegata alla crisi nazionale e internazionale del tessile, è iniziata fin dagli anni ’70, quando fallì la vecchia proprietà (la Surcolor, se ben ricordiamo) e si formò la prima cooperativa tessile. Nonostante tutto era sempre riuscito a riprendersi, grazie ai sacrifici delle maestranze ed anche al sostegno pubblico. Questa volta sembra che la cosa sia tombale.

Ma ci domandiamo; è mai possibile che chiuda una fabbrica con ancora 70 dipendenti, (che per il Casentino non sono una piccola cosa) e tutto avvenga nel silenzio?. Perché non si è sentita una voce ufficiale da parte delle istituzioni? che si chiamino Regione, Comunità Montana, Provincia o Comune di Bibbiena? Perché non c’è stata una presa di posizione pubblica del Sindaco e della giunta comunale? O è vero che da parte di esponenti della stessa giunta comunale si è teorizzato che era giusto che il Lanificio chiudesse?

Non era mai successo, finora, che di fronte alla chiusura di una fabbrica, anche più piccola, non ci fosse un minimo di reazione politica ed istituzionale.

Ci viene un dubbio: questa disattenzione, questo disinteresse non è per caso dovuto al fatto che molti dei settanta dipendenti residui erano immigrati?

Se cosi fosse la tristezza sarebbe ancora maggiore e sarebbe il segno di una regressione culturale e sociale che non avremmo mai voluto vedere nel civile (?) Casentino

. Se non altro anche perché, indipendentemente da chi ci lavorava, era un’attività produttiva in funzione, che produceva lavoro e ricchezza in questo territorio. La fine del lanificio segnerebbe la fine di un’epoca, di una storia, di un protagonismo imprenditoriale del Casentino ed aumenterebbe la nostra desertificazione e la nostra marginalità.

Sappiamo benissimo che un’impresa non può esistere senza una imprenditoria capace ed attiva, che non bastano i sostegni pubblici a mantenere in piedi un’attività che non riesce recuperare saldi attivi ed un suo mercato

Ma ci domandiamo e domandiamo a tutte le istituzioni ed anche alle altre forze politiche e sindacali: siamo certi che non è proprio possibile fare niente? E’ possibile individuare un percorso che ricerchi nuovi imprenditori in grado di riattivare il Lanificio e salvare almeno una parte di posti di lavoro? C’è qualcun che lavora a queste ipotesi?

Sinistra Ecologia Libertà chiede al Sindaco di Bibbiena di convocare sul problema un apposito Consiglio Comunale aperto, chiamando le altre istituzioni, i sindacati, le associazioni di categoria per verificare tutte le possibili soluzioni che impediscano la scomparsa di una parte importante della nostra storia produttiva, sindacale, sociale, e non costringano altre settanta famiglia a sopravvivere con la pubblica assistenza.

Nel frattempo, attraverso i nostri Consiglieri provinciali abbiano chiesto lo stesso impegno alla Provincia di Arezzo.

Più che le polemiche in questo momento ci interessano le soluzioni possibili. E il silenzio, il disinteresse non sono lo strumento migliore almeno per esplorare eventuali possibilità di salvezza.

La chiusura del lanificio, non possiamo nascondercelo, segna il fallimento della politica, di tutta la politica, anche del centro sinistra.

Almeno di fronte a questi drammatici problemi, ad altre famiglie rimaste senza lavoro, sarebbe necessario un dignitoso scatto unitario di tutte le forze e di tutte le istituzioni.»

Sinistra Ecologia Libertà Casentino

Articlolo scritto da: Sinistra Ecologia Libertà Casentino