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Colpo alla Salp, tre arresti e sei denunce

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Colpo alla Salp, tre arresti e sei denunce

Pergine – Sono tre le persone arrestate per il maxi furto d'oro alla Salp di Poggio Bagnoli. Si tratta di Luigi Martiradonnam 56 anni di Cerignola, Pietro Policastro di 42 e Ignazio Sansonne di 40, entrambi di Andria. Un colpo, definito addirittura del secolo, tutto 'made in Puglia' ma senza nessun legame con la criminalità organizzata. Non solo. Sono scattate anche sei denunce nei confronti di altrettante persone, con un'età compresa tra i 30 ed i 55 anni, ritenute coinvolte nella razzia valdarnese. Un furto spettacolare dicevamo. Avevano addirittura isolato un paese bloccando le strade di accesso con mezzi del Comune, che davano sicuramente meno nell'occhio, e portato via cento chili d'oro per un valore di quasi tre milioni di euro.
Carabinieri e polizia, che hanno lavorato in perfetta sinergia sotto la guida del Pm Dioni, sono arrivati a smascherare la banda attraverso un escavatore trovato dalla Stradale nei pressi dell'autostrada un mese prima dell'otto marzo, data del colpo a Poggio Bagnoli. Proprio per quel macchinario noleggiato a Iesi, era stata fatta una denuncia, risultata falsa, di furto. Denuncia presentata da uno dei componenti della banda che ha portato le forze dell'ordine sulla pista giusta. Non solo, quel ritrovamento dice anche che probabilmente il colpo doveva essere messo a segno prima.
Gli arresti, scattati tra il 5 ed il 6 novembre, sono stati fatti ad Andria, Cerignola ed uno a Peschiera sul Garda, dove uno dei tre era andato per acquistare cavalli alla nota Fiera di Verona. Le perquisizioni hanno interessato anche Bitonto e Barletta. Fondamentale ai fini dell'indagine pure il dna, di uno degli arrestati, trovato in una delle auto usata per bloccare le strade e probabilmente anche per portare via l'oro. La polizia scientifica ha individuato la traccia biologica che insieme alle intercettazioni telefoniche ed alla falsa denuncia hanno portato gli investigatori dritti dritti ai pugliesi coinvolti nel maxi furto d'oro. Ma c'è qualcosa in più. A portare polizia e carabinieri sulle tracce della banda sarebbe stata anche una parte del bottino 'persa per la strada'. Ancora non ci sono tracce del metallo prezioso rubato ma su questo sta lavorando la Guardia di Finanza.
Insomma avevano messo in piedi un colpo degno della celebre pellicola "The Italian Jobs". Ed il bottino non è stato da meno. Molti avranno creduto impossibile beccare questa banda, specializzata nei furti con spaccata, che tanto aveva fatto scalpore nell'aretino e nel resto d'Italia andando a scaldare ancora di più un periodo in cui gli orafi locali erano sotto assedio.
Ma qualsiasi preoccupazione o paura è stata smentita proprio oggi. Infatti, nonostante le indagini siano ancora in corso, la sinergia tra procura, questura e carabinieri aretini ha portato ad individuare gli autori del maxi furto. Per questo stamani, nel palazzo della Provincia, c'erano sia il capo della squadra mobile Isadora Buozzi, il capitano dei carabinieri Massimo Planera, il questore Felice Addonizio ed il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Frassinetto, il comandante della polizia stradale Carmine Tabarro e rappresentati delle forze dell'ordine a dimostrare ed a testimoniare come il lavoro congiunto abbia portato ottimi risultati. L'operazione è stata denominata "Uomini d'oro", non solo quindi per gli autori del maxi colpo ma soprattutto per coloro che in poco più di sei mesi sono riusciti ad incastrarli. Soddisfazione è stata espressa anche dalla stessa Salpa, attraverso i suoi legali Giuseppe e Luca Fanfani, per l’esito dell’inchiesta ed ha anche annunciato che si costituirà parte civile nel processo che verrà.Notizia Archiviata. Immagine non più disponibile.
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