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Cultura sotto l’albero di Natale, nella calza della Befana… e oltre

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Sotto l’albero di Natale, nella calza della befana e ben oltre, l’assessorato alla cultura del Comune di Arezzo “regala” una serie di iniziative che portano ancora alla ribalta la stagione di prosa 2011/2012 ma riservano sorprese pure per gli amanti delle arti figurative. Senza dimenticare il “vecchio” Teatro Pietro Aretino, che con l’anno nuovo passerà il testimone al nuovo Teatro Mecenate, ma al quale l’assessore Pasquale Macrì rende “l’onore delle armi” affidandogli un ruolo tutto suo.
“Stiamo cercando di progettare – ha dichiarato il direttore artistico Andrea Biagiotti – alcune rassegne che per tipologia, genere e segmento di fruizione dovranno essere identificabili e con una precisa identità. Sarà un teatro rivolto ai giovani piuttosto che alla drammaturgia contemporanea, al cabaret, al teatro amatoriale e al teatro per le scuole, dalle materne alle superiori. Vogliamo restituire al Pietro Aretino la sua fisicità e natura sperimentale, il suo carattere di residenza per le compagnie che avranno a disposizione una sala prove”.

Per quanto riguarda la stagione di prosa – “la stagione del Teatro Petrarca” ha subito ricordato l’assessore Pasquale Macrì – cominciata all’insegna del tutto esaurito grazie al Rameau interpretato da Silvio Orlando e in procinto del bis martedì 20 dicembre con Cuore di cactus, prima produzione milanese del teatro Franco Parenti a sbarcare ad Arezzo, i titoli e le proposte prefigurano un cartellone caratterizzato da generi diversi. “Così per le attività collaterali – spiega Pasquale Macrì – abbiamo individuato alcuni punti fermi come ad esempio il tema della libertà. Ne tratteranno filosofi che non hanno bisogno di presentazioni: Natoli, Sini e Galimberti, tra i maggiori del pensiero italiano contemporaneo. Ma non solo filosofi. A discutere di temi importanti, come la diversità, sempre nei pomeriggi che precederanno le rappresentazioni, verranno psicologi e docenti. Dunque: parole prima del teatro, iniziativa che ‘platonicamente’ abbiamo chiamato ‘Il teatro e la caverna’. Nel teatro si agitavano la polis e la catarsi dello spirito, nella caverna si esercitava l'anima razionale, era lo spazio della riflessione, non si osservava la realtà ma l'ombra proiettata. Nel mito di Platone si mette per la prima volta in discussione l'unicità dell'essere. Anche noi proviamo a dare spazio alla riflessione sull'essere e sulle sue sfaccettature. È ovvio che fra l'attività collaterale e lo spettacolo ci sarà una connessione. Si comincia proprio martedì 20 dicembre alle 18,15 nella sala conferenze della Biblioteca Città di Arezzo con l’incontro con il professor Carlo Sini sul tema ‘Libertà e Comunità’ a cura del Teatro Franco Parenti. Altri nomi di prestigio saranno nostri ospiti da gennaio ad aprile 2012 grazie alla collaborazione sempre con il teatro milanese ma anche con l’Università di Siena e il Centro di terapia strategica. Incontri di alta riflessione e tutti a ingresso libero”.

Veniamo al figurativo: Fabio Migliorati cura innanzitutto la mostra “Piccoli mondi” di Franco Rognoni. Sala Sant’Ignazio, Via Carducci 7, dal 17 dicembre al 12 febbraio 2012. Inaugurazione: sabato 17, ore 18,30. Orari: martedì – venerdì 10,30-13 / 14,30-17. Sabato domenica e festivi 10,30 – 13 / 14,30-19. Nei giorni 25 dicembre e 1 gennaio la mostra resta chiusa al mattino. Ingresso libero.
Fabio Migliorati: “S. Ignazio riscopre il livello dell’arte contemporanea e l’occasione si presenta grazie a una mostra dedicata a Franco Rognoni. Milanese, nato nel 1913 e morto nel 1999, è stato un artista slegato da correnti o movimenti del Novecento, probabilmente per la sua natura un po’ schiva. Il percorso della mostra è artistico ed emozionale al tempo stesso, si snoda tra tante suggestioni: realismo e surrealismo, astrazione, lirismo ed espressionismo, grafica e ironia. I temi più cari sono Milano con i suoi passanti, i paesaggi, gli scorci notturni, i musicisti e i ballerini, senza dimenticare le immagini della Serenissima e i graffianti ritratti. Franco Rognoni espose per la prima volta nel ’38. Luino, sul Lago Maggiore, lo accolse durante la guerra e qui la sua produzione si arricchì. Guido Ballo lo presentò a Milano nel 1953, in una personale che aprì nuovi interessi nella critica mentre quattro anni dopo la Rai gli propose un progetto di scenografo-costumista, attività che svolse anche per la Piccola Scala e La Fenice di Venezia. Tra gli anni Settanta e Ottanta la sua attenzione si è spostata sulla figura umana, vista con connotazioni critiche e scettiche, e la città, rappresentata sempre più come contesto straniante. L’ultimo decennio della sua vita lo ha visto impegnato nella rappresentazione della vitalità. Da queste note biografiche emerge tutta la varietà del personaggio il cui stile è giusto celebrare in due parole: con quei non solo suoi ‘piccoli mondi’. È la prima di tre mostre che si susseguiranno secondo uno scopo preciso: consentire ad Arezzo di accogliere l’arte storicizzata, per un Natale, e non solo, di cultura: la cultura delle immagini, la cultura del bello, la cultura dell’espressività”.

Sabato 17 non è l’unica inaugurazione a cui il pubblico potrà assistere: è in programma infatti il primo atto del progetto One Artwork Show (Un solo capolavoro alla volta).
Ecco allora che dopo la presentazione di una settimana fa, arriva il momento dell’inaugurazione del “testamento creativo” del celebre artista, argentino ma italianissimo, Lucio Fontana nato a Santa Fè nel 1899 e morto a Varese nel 1968: “Concetto spaziale, Attese”, del 1968, è opera resa immortale dalla rottura del confine rappresentato dalla dimensione piana della pittura e della scultura.
“Non è una scelta facile – ha sottolineato Pasquale Macrì – quella di scegliere un solo quadro di un solo artista. Partiamo da Fontana che ha superato all'ultima asta di Londra i 12.000.000 di euro. Tuttavia un'opera singola si fissa meglio negli occhi del visitatore. Il progetto si concretizzerà nel ripetere l’anteprima di ogni mostra, come evento da vivere non soltanto socialmente ed esteticamente, ma anche eticamente e civicamente. E l'Ufficio cultura avrà una mission particolare, quella di portare pubblico a questa esposizione che prelude, peraltro, a una mostra che organizzeremo grazie a 30 opere di questo artista, unico nell'alfabeto dell'arte contemporanea. Lo stimolo per il pubblico sarà proprio quello di prendere confidenza con questo alfabeto”.
Appuntamento alle 18 alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea. Lo spazio violato da Fontana è quello della materia, prima, e del tempo, poi; è lo spazio della fisica, dell’infinito universo, ma anche dell’immaginazione, della fantasia, del riferimento al sogno e alla possibilità. Il dipinto, tre tagli su idropittura gialla, resterà visibile fino al 31 gennaio il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10,30 alle 13 e dalle 14,30 alle 17. Chiusura mattutina per Natale e capodanno.

Il 21 dicembre, nell'atrio di onore del Comune, ci sarà l'inaugurazione dell'esposizione di un pittore nato ad Assisi ma oramai aretino d'adozione: Raffaele Ariante. Il titolo della mostra è “Fatti non foste…”, un riferimento all'Ulisse dantesco arricchito di sensibilità contemporanea e riferimenti cromatici tutti particolari.

Per quanto concerne l'anno vasariano “in realtà – ha concluso l'assessore – esso non finisce con il 2011. Annuncio che studieremo l'istituzione di un premio Vasari per la critica d'arte. Tutte le discipline umanistiche hanno i loro premi in ambito accademico e non. Non esiste un premio importante per la critica d'arte. Ebbene, vogliamo istituirlo. Perché grazie a Vasari abbiamo un metodo nuovo per identificare le creazioni artistiche: prima di lui, opere e autore non erano tutt'uno, dopo di lui, sì. Mi piacerebbe che questo premio fosse conferito da una giuria internazionale, magari a Casa Vasari nel giorno della sua nascita”.