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‘Di padre in Figlio’, come impostare la continuità aziendale

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‘Di padre in Figlio’, come impostare la continuità aziendale

Arezzo – La durata media di un’impresa è 36 anni. In pratica, la vita lavorativa del titolare fondatore. Soltanto il 25% delle aziende arriva alla seconda generazione e di queste solo il 14% tocca il traguardo della terza. Così, in un Paese come l’Italia dove tutto sembra essere un affare di famiglia, sono ancora troppo pochi gli imprenditori che riescono a passare il testimone nelle mani dei figli, con una dispersione di conoscenze ed energie che sarebbe invece da evitare.

Alla questione della continuità aziendale, i Giovani Imprenditori toscani di Confcommercio capitanati da Simona Petrozzi dedicano il convegno “Di padre in figlio”, che si terrà mercoledì prossimo, 15 giugno, alle ore 17 presso l’Arezzo Equestrian Centre di San Zeno.

Ospiti d’onore il ministro della Gioventù Giorgia Meloni e il presidente nazionale degli ‘under 39’ di Confcommercio Paolo Galimberti. Con loro anche il sindaco Giuseppe Fanfani, a portare il saluto della città alla Ministro, poi il presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca e due esempi di successo del passaggio generazionale: Alessandro Butali, figlio del fondatore della Butali spa nonché presidente della Confcommercio aretina Benito Butali, e Paola Peruzzi della Peruzzi spa. A condurre il dibattito insieme a Simona Petrozzi ci sarà un esperto autorevole: il direttore accademico della European School of Economics Stefano Cordero di Montezemolo.

“Sei imprenditori su dieci in Italia hanno più di 60 anni. Nella maggior parte dei casi, entro una decina di anni le loro aziende dovranno affrontare il giro di boa del passaggio generazionale o della successione di impresa – dice Simona Petrozzi, presidente dei Giovani toscani di Confcommercio, da poco eletta vicepresidente nel direttivo nazionale – è un momento delicatissimo, in cui il trasferimento di competenze e incarichi da una generazione all'altra spesso mette a rischio la vita stessa dell’azienda. Per questo motivo dobbiamo imparare a gestirlo bene, aiutando le piccole e medie imprese a proiettarsi nel futuro”.

“Le qualità imprenditoriali dei fondatori e dei titolari di impresa, che sono necessarie per il successo, di per sé non sono sufficienti a garantire continuità all’azienda – prosegue la Petrozzi – eppure, questa è una sfida che può essere programmata e vinta. Il convegno del 15 giugno vuole offrire una riflessione sull’argomento basata su esperienze dirette, studi e applicazioni scientifiche, che può aiutarci ad individuare le strategie corrette perché il successo dell’impresa resti nel tempo patrimonio della collettività”.

La partecipazione al convegno è libera e gratuita. A seguire, cocktail di saluto a cura di “Cocktail in the World Academy”.