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‘Distrutta aviazione di Gheddafi’

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‘Distrutta aviazione di Gheddafi’

Tripoli, 23 mar. (Adnkronos/Aki/Ign) – Proseguono i raid aerei sulla Libia. A Tripoli, Misurata, Ajdabiya e Al-Jamil in azione i caccia della coalizione internazionale contro obiettivi del regime di Muammar Gheddafi che ieri sera dalla sua residenza-caserma di Bab el Aziziya ha incitato i suoi: "Alla fine vinceremo noi. Queste bombe mi fanno ridere".
Ma il vice maresciallo dell'Aria Greg Bagwell, comandante delle operazione aeree britanniche sulla Libia, dice che l'aviazione del Colonnello è stata distrutta e "non esiste più come forza belligerante". A confermare la piena entrata in vigore dell'imposizione della no-fly zone è anche il contrammiraglio Gerard Hueber, comandante della 'Joint task force Odissey Dawn', in un briefing al Pentagono: nelle ultime 24 ore, nessun aereo libico si è levato in volo sui cieli libici. Le forze aeree Usa e della coalizione impegnata in Libia iniziano a prendere di mira le forze di terra di Gheddafi, a cominciare dalla 32esima brigata comandata dal figlio Khamis. Raid indirizzati dalle informazioni raccolte e trasmesse in tempo reale dai droni Global Hawk e degli aerei da ricognizione Joint Stars.
E' stato l'ammiraglio Samuel Locklear, il comandante delle operazioni Usa, ad annunciare l'avvio di tali operazioni ''entro ore o giorni'' ieri pomeriggio (la tarda serata in Italia) in un briefing dalla 'Mount Whitney' in navigazione nel Mediterraneo ai reporter riuniti al Pentagono a Washington.
All'alba di questa mattina a Tripoli (bombardata nelle ultime notti dalle forze della coalizione con missili cruise) si sono udite esplosioni, ha riferito la Cnn. Nuovi raid si sono registrati in serata. Secondo la tv satellitare 'al-Arabiya' forti esplosioni sono state avvertite nella zona di Tajura, periferia orientale della capitale, e nei dintorni di Bab el Azizia dove si trova la caserma nella quale sarebbe rifugiato il raìs.
Bombardata anche una base militare 30 chilometri a est di Tripoli. Fonti citate dall'agenzia di stampa Xinhua parlano di ''una forte esplosione'' in corrispondenza del sito militare. Nel frattempo, la televisione libica denuncia raid contro obiettivi civili e militari a Tripoli. Misurata. Nella città i caccia internazionali hanno compiuto, secondo quanto riferiscono testimoni locali alla tv satellitare 'al-Arabiya', due raid aerei contro le forze del Colonnello.
Un medico alla Bbc ha riferito che l'ospedale è circondato da cecchini. "Stanno sparando a chiunque entri o esca dall'ospedale. Finora hanno ucciso quattro civili", ha affermato il medico, sottolineando che in città non si vedono i carri armati di Gheddafi. "Tutti i tank – ha precisato – sono stati messi in fuga o sono stati distrutti dalle forze alleate". I cecchini ''hanno ucciso 16 persone a Misurata, sul golfo della Sirte, tra cui cinque bambini" ha poi affermato il portavoce degli insorti Abdul Hafeez Gogha, nel corso di una conferenza stampa a Bengasi. Ajdabiya. Raid aerei della coalizione nella città della Cirenaica secondo quanto ha reso noto l'inviato di 'al-Arabiya'. Il quale poi ha precisato che la situazione sul campo di battaglia tra i ribelli e le forze del regime è di stallo. Venti carri armati delle brigate del raìs difendono l'entrata orientale dall'avanzata dei ribelli.
I raid di oggi della coalizione si sono concentrati sulla porta occidentale della città, dove si trova la caserma usata dalle truppe del regime di Tripoli. I rivoltosi sono invece riusciti a conquistare il controllo dell'entrata meridionale della città e il portavoce del Consiglio transitorio nazionale libico, Khaled al-Saih, ha annunciato che entro questa sera la città verrà liberata: ''Contiamo di poter conquistare presto il centro cittadino perché con la presa della porta meridionale abbiamo tagliato la via di approvvigionamento delle loro truppe e questo è stato possibile solo dopo i raid aerei della coalizione contro le brigate".
"Abbiamo catturato numerosi soldati delle brigate di Gheddafi ad Ajdabiya che avevano in dotazione delle maschere antigas" ha poi rivelato Khaled al-Saih, al sito informativo libico 'Brnieq'.
"Tra i militari fatti prigionieri ci sono anche molti ufficiali – ha spiegato – e abbiamo visto che avevano in dotazione delle maschere. Questo ci lascia pensare che fossero sul punto di usare armi proibite oltre a nuovi tipi di ordigni sofisticati di cui sono in possesso". Intanto, i tre giornalisti occidentali arrestati sabato dai gheddafiani mentre si trovavano vicino ad Ajdabiya sono stati rilasciati e sono arrivati in Tunisia. Si tratta di due reporter dell'Afp, il britannico Dave Clark ed il tedesco-colombiano Roberto Schmidt, e del fotografo americano Joe Raedle, che lavora per Getty Images. Al-Jamil (Tripolitania). In mattinata la tv di stato ha annunciato che la città a sud di Zuara ha subito l'attacco di raid aerei alleati. ''Al-Jamil – si leggeva in un messaggio apparso sullo schermo – ha subito un attacco colonialista e crociato". Zintan. Le truppe fedeli a Gheddafi hanno ripreso i bombardamenti sulla città, che si trova a circa 90 chilometri a sud ovest di Tripoli e che è in mano ai ribelli. Le truppe dell'armata verde si sono ammassate al nord della città con carri armati e veicoli. Sei i morti e 37 i feriti.
I residenti lanciano un appello alla comunità internazionale affinché intervengano a sostegno della popolazione. Bengasi. L'entusiasmo non manca, ma i ribelli volontari radunati in città restano poco equipaggiati, ha testimoniato un inviato della Bbc. Qui risiede il Consiglio nazionale transitorio libico che oggi ha nominato Mahmoud Jabril a capo di un governo ad interim e lo ha incaricato di scegliere i ministri che formeranno l'esecutivo. I libici a Bengasi ''sono più al sicuro grazie'' all'intervento militare della coalizione internazionale, ha detto il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Muammar Gheddafi . "Alla fine vinceremo noi. Queste bombe mi fanno ridere". Con queste parole il leader libico da Bab el Aziziya, la sua residenza-caserma di Tripoli, ha parlato al popolo ieri sera. Un discorso trasmesso dalla tv di Stato dopo l'ultimo del 15 marzo scorso. Nel breve intervento (è durato solo tre minuti), Gheddafi ha detto che la Libia è "pronta alla battaglia, breve o lunga che sia. Abbiamo una forte difesa antiaerea". Poi indicando la massa con bandiere verdi davanti al suo bunker, ha detto: "Il mio popolo è la mia difesa. Questa che stiamo subendo è un'aggressione ingiusta e loro (gli aggressori occidentali, ndr) finiranno nell'immondizia della storia". Niente, ha dichiarato il Colonnello, acclamato dai suoi sostenitori, "mi fa paura". E riferendosi alla coalizione, ha aggiunto: "Noi non temiamo nulla, non temiamo i loro missili, i libici ci ridono sopra su questi missili, noi li sconfiggeremo in qualsiasi modo". E ha concluso: "Io resisterò, questa è la mia casa. Io resto qui, resto qui, resto qui".

Articlolo scritto da: Adnkronos