Arezzo – Nuove opportunità di integrazione per le donne rifugiate o richiedenti asilo nel territorio aretino. Infatti, uno dei progetti che la Presidenza del Consiglio dei Ministri finanzierà grazie al gettito fiscale dell’otto per mille è quello del Comune di Arezzo, assessorato alla integrazione e pari opportunità, e relativo alla accoglienza di 15 persone, rifugiati o richiedenti asilo.
In particolare, usufruiranno di queste specifiche risorse 5 donne: “risorse che – precisa l’assessore Aurora Rossi – ammontano a una cifra importante, ovvero 70.000 euro e hanno una ricaduta nel nostro territorio perché mettono in moto tutta una serie di attività di sostegno che coinvolgono soggetti associativi e istituzioni locali. Le donne rifugiate o richiedenti asilo sono una categoria ovviamente molto vulnerabile, gli interventi ordinari di accoglienza non riescono a esaurire le mille sfaccettature di un difficile percorso verso la loro autonomia. Si parla di donne sole, a volte con minori a carico, non si può pensare che alcuni mesi di accoglienza bastino ad affrontare tutta una serie di aspetti attinenti la salute, la regolarizzazione dei documenti, l’inserimento scolastico e la conoscenza della lingua italiana. Grazie a questo nuovo progetto potremo parlare approfonditamente di cosa significa essere rifugiati e delle differenze rispetto ai migranti, far conoscere meglio alla cittadinanza chi sono le persone che scappano dai loro paesi, quali le situazioni che si lasciano alle spalle e quali interventi da attivare nelle situazioni specifiche”.
A livello mondiale, alla fine dell’anno 2009, secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), le persone costrette a migrazione forzata nel mondo sono circa 43 milioni. Di questi il 49% sono donne e il 41% sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze minori di 18 anni.
L’Italia, come emerge dall’ultimo rapporto sui rifugiati presentato a Roma nel mese di dicembre scorso, nel 2009 ha accolto 7.845 persone. “I posti disponibili – ricorda Aurora Rossi – sono pochi rispetto al bisogno espresso dalle richieste pervenute e soprattutto rimane in carico alle amministrazioni e ai territori l’impegno di sostenere l’integrazione di queste persone. Anche in aree accoglienti come la nostra è sempre necessario mettere a disposizione mezzi e risorse che facilitino questo compito”.