Home Nazionale Esperto su meduse, in ultimi 4 anni presenza da ciclica a stabile

Esperto su meduse, in ultimi 4 anni presenza da ciclica a stabile

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Esperto su meduse, in ultimi 4 anni presenza da ciclica a stabile

Roma, 23 mag. (Adnkronos Salute) – Inquinamento, distruzione degli habitat e degli ecosistemi naturali, eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, riscaldamento delle acque. E le meduse invadono le coste italiane. "Negli ultimi quattro anni, la loro presenza, che era legata a cicli, si è invece stabilizzata. Anche se nell'inverno 2011 abbiamo rilevato un leggero calo rispetto al 2010, che ci può far auspicare un minor impatto sulla balneazione estate. Ma allo stato attuale non è possibile prevedere cosa accadrà ad agosto". A fare il quadro della situazione è Franco Andaloro dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Da 'visite spot' nei nostri mari, dunque, le meduse hanno progressivamente scelto le coste italiane come stabile 'residenza', manifestandosi anche in inverno e rappresentando spesso un problema per i bagnanti e per i pescatori. Ma perché le meduse hanno scelto proprio le nostre coste? La loro diffusione è legata con ogni probabilità a più fattori concomitanti, dipendenti sia da agenti di carattere ambientale, sia da cause più propriamente ecologiche e biologiche.
"I cambiamenti climatici hanno avuto un ruolo importante – dice Andaloro all'Adnkronos Salute – e non solo per quanto riguarda il riscaldamento delle acque: in questa categoria di fenomeni deve essere inclusa anche la maggiore piovosità, con il riversamento in mare di acqua dolce, e la diminuzione di predatori come le tartarughe o alcune specie ittiche dette 'mangia-meduse', che non sembrano più riuscire a contenere l'abbondanza di queste creature.
Questa alterazione della catena alimentare marina diventa ancor più grave se si considera che le meduse si nutrono anche di uova e larve di pesci, determinando un calo degli stock ittici che sono bersaglio delle attività di pesca". La medusa più diffusa nei nostri mari la Pelagia noctiluca, detta anche medusa luminosa, per la sua capacità di emettere luminescenza. Possiede un'ombrella a cupola con margine sfrangiato da cui originano lunghi e sottili tentacoli. Negli ultimi decenni è comparsa saltuariamente lungo le nostre coste, mentre da qualche anno a questa parte è ormai stabilmente segnalata in tutte le stagioni. Sono noti casi in diverse località siciliane, in cui questa specie ha reso vane le attività di pesca per alcuni giorni e per determinati attrezzi, poiché andava a intasare le reti dei pescatori.
Un'altra specie urticante segnalata nei mari siciliani è la Physalia phisalis (caravella portoghese), considerata estremamente rara nel Mediterraneo, con apparizioni periodiche di tipo sporadico, e non mostra in questi anni una tendenza ad aumentare. Sulla sua frequenza si è concentrata di recente la preoccupazione dei bagnanti; di provenienza atlantica, essa è stata segnalata anche nelle acque dello Stretto di Messina.
Questo organismo in realtà non è una medusa vera e propria, ma un sifonoforo, cioè una colonia di polipi, ed è facilmente riconoscibile per la caratteristica forma a sacca galleggiante con lunghi tentacoli blu. "Per evitare ansia – evidenzia Andaloro – bisogna ribadire che le caravelle portoghesi sono letali solo quando di grandi, enormi dimensioni. E nel mar Mediterraneo non ne esistono di questo tipo. Sono presenti solo negli Oceani".
Non tutte le meduse sono pericolose; alcune di queste, come la Rhizostoma pulmo e la Cotylorhiza tuberculata, svolgono un ruolo importante nell'ecologia di molte specie ittiche. Ad esempio, i giovanili di ricciola, suri, sugarelli e altri carangidi passano le loro prime fasi di vita e di crescita all'ombra di queste meduse, dove trovano cibo e protezione dai predatori. Infine, sono stati segnalati l'estate scorsa sulle coste liguri e della Corsica grandi banchi di Velella velella, più nota come 'barchetta di San Pietro'. Non è una medusa, ma un piccolo sifonoforo galleggiante, di colore azzurrognolo argentato, dotato di una cresta cornea che funge da vela. La specie vive infatti sulla superficie del mare e si sposta grazie al vento.
Essa non è pericolosa per l'uomo ma anzi è ritenuta dai pescatori di buon auspicio per la pesca. Per promuovere un'informazione adeguata che eviti inutili allarmismi e che, al tempo stesso, possa prevenire e mitigare i danni derivati dalle meduse, introducendo buone pratiche di primo intervento e di auto-medicazione, è in programma anche quest'anno il progetto 'Mare E?.state in salute – Meduse nel Mar Mediterraneo', da un'idea dell'Ispra e dell'assessorato per la Sanità della Regione Sicilia.

Articlolo scritto da: Adnkronos