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Fanfani su manovra economica del Governo

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Fanfani su manovra economica del Governo

ARezzo – Dichiarazione del Sindaco Giuseppe Fanfani: “dovremmo riconsegnare le chiavi a Tremonti” «La manovra economico-finanziaria per gli anni 2012-2014 è un compendio di quanto di peggio può essere progettato per il futuro del Paese. Ritengo che solo il senso di responsabilità e l’attaccamento alle proprie comunità, trattenga molti sindaci, me compreso, dal consegnare al Governo le chiavi delle amministrazioni comunali.
L’elenco delle negatività è lunghissimo ma vorrei sottolineare solo due elementi. Il primo: con i tagli previsti, gli investimenti dei Comuni diminuiranno in una percentuale compresa tra il 40% e il 45%. Questo vuol dire dimezzare i lavori pubblici e mettere in discussione ogni attività di manutenzione. Questo vuol dire che i cittadini non avranno le opere necessarie e che l’economia locale non avrà lavoro. Considerato la media degli anni passati, il Governo cancella con un tratto di penna, al solo Comune di Arezzo, tra i 7 e gli 8 milioni di euro all’anno.
Il secondo elemento: le spese per le politiche sociali caleranno tra il 10 e il 15%. Questa “voce” è la più importante non solo nell’azione amministrativa ma anche nel bilancio del nostro Comune. Ad essa è riservata la grande parte delle risorse finanziarie che possiamo decidere dove collocare. I tagli del Governo ci porteranno via, e nella cifra non consideriamo il personale, oltre mezzo milione di euro. E saranno le famiglie a pagarne il prezzo perché se la manovra verrà confermata, bisognerà tagliare asili per i bambini e servizi per gli anziani.
Questi sono soltanto due dei danni immediati che deriveranno alle comunità ed alle imprese. Per il futuro si annuncia un modello di federalismo inaccettabile che comporterà imposizioni fiscali aggiuntive ai cittadini (perché all’imposizione Irpef che resta eguale si aggiunge quella dei Comuni) senza dare alle autonomie locali libertà di scelta e di azione. Come già sottolineato dall’Anci, la manovra del Governo viola sia la Costituzione che la legge delega 42 che detta i criteri generali di coordinamento della finanza pubblica. La riduzione delle risorse attraverso i tagli al fondo di riequilibrio costituisce una grave violazione dei principi costituzionali in materia di autonomia di entrata e di corrispondenza fra finanziamento integrale e funzioni pubbliche esercitate.
Siamo quindi di fronte non solo a tagli ma a strategie di penalizzazione dei Comuni che non possono essere fronteggiate a livello locale e dai singoli enti. Non esistono sistemi di contenimento e di ottimizzazione della spesa locale che possano compensare i tracolli ai bilanci che deriveranno dalle decisioni del Governo.
E questo mette veramente in gioco il futuro dei servizi alla persona. Penso, in modo particolare, ai bambini e agli anziani. Ed è veramente incredibile che mentre cresce nel paese l’attenzione alla famiglia e la consapevolezza dei bisogni e delle necessità della popolazione anziana, si finisca per colpire proprio questa parte della comunità.
E se si parla di rilancio dell’economia, non è pensabile dimezzare le capacità d’investimento dei Comuni. In questa fase un pò di ossigeno ai sistemi economici locali viene proprio dagli enti locali. Così il Governo affossa anche le imprese.»