Home Cronaca Giustizia è fatta, condannati responsabili stragi di Partina e Moscaio

Giustizia è fatta, condannati responsabili stragi di Partina e Moscaio

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Giustizia è fatta, condannati responsabili stragi di Partina e Moscaio

Bibbiena – Il 18 novembre 2009 è una data storica per Bibbiena. L’amministrazione Bernardini, infatti, con la delibera di giunta n°230 si è costituita parte civile nelle stragi di Partina e Moscaio, incaricando l’avvocato Mazzi, che a titolo gratuito, ha rappresentato la comunità bibbienese. E’ di questi giorni la notizia della sentenza di Verona che ha condannato a sei ergastoli i responsabili delle stragi e la repubblica federale tedesca a pagare 200000 euro di risarcimento.
Il Sindaco Daniele Bernardini: “Il comune di Bibbiena si è costituito parte civile nel processo contro i criminali di guerra che nell’aprile del 1944 si sono macchiati di infamanti misfatti contro numerosi concittadini inermi di Partina e il Moscaio. L’apertura del processo contro gli autori delle stragi in Casentino, l’ 11 Novembre 2009 presso il Tribunale Militare di Verona, rappresenta una data storica per la nostra valle: il recupero della memoria storica si accompagna alla necessità di chiudere, con giustizia, alcune pagine del nostro passato. Il mio pensiero, oggi, con la chiusura anche “formale”, di un percorso, va a tutti coloro che si sono battuti per la nostra libertà e coloro i quali hanno perduto la vita per portare la democrazia nel nostro paese. L’atto, non solo formale, con il quale Bibbiena ha impugnato il diritto per condannare chi, a quell’epoca agendo anche in maniera personalistica, ha privato intere famiglie della libertà, macchiandone il futuro con la paura e la mancanza di persone care, vuole aprire alle giovani generazioni il senso del passato, senza false memorie. In questi giorni, passando in rassegna la bibliografia sulle stragi perpetrate dal terrore nazista in Casentino, mi sono imbattuto non solo nei numeri impressionanti dei cittadini passati per le armi, ma soprattutto nei loro nomi. Mi sono soffermato sugli stessi per riavere un volto, un uomo, una donna, un giovane, un bambino. Mi sono fermato sull’identità per non prescindere dal dramma personale, oltre che sociale e collettivo, che tutto questo ha portato nelle nostre terre. Ringrazio sentitamente l’avvocato Massimo Mazzi che, volontariamente, ha portato avanti con passione e dedizione questo procedimento”.

I fatti del 13 Aprile 1944
Nella primavera del 1944 la preoccupazione per il controllo del territorio appenninico affligge i comandi tedeschi in Italia. Kesselring ordina pertanto un’ampia operazione di ripulitura della catena montuosa. Il rastrellamento predisposto viene affidato, per l’area toscana, alla Divisione Hermann Göring. Questa, a sua volta, assegna all’ambiziosa operazione il Reparto esplorante, la 10ma e la 17ma batteria contraerea e alcune compagnie del reggimento corazzato, coordinate dal comandante di quest’ultimo, il colonnello Von Heydebreck. Nel Casentino la lotta alle bande colpisce anche i centri di Partina e Moscaio, nel comune di Bibbiena. La mattina del 13 aprile una truppa motorizzata entra a Partina, sveglia gli abitanti e li raccoglie nella chiesa. Altri soldati tedeschi si disperdono per il paese alla ricerca dei collaboratori del movimento partigiano. Le vittime sono fucilate e bruciate nelle proprie abitazioni.
Nel frattempo un gruppo di civili arruolati dalla Todt, di passaggio a Partina, è bloccato da due soldati tedeschi.
Anche a Moscaio, piccolo paese a tre miglia di distanza dall’epicentro della strage, i tedeschi sono impegnati in un rastrellamento: due degli uomini arrestati sono fucilati mentre tentano di fuggire, uno viene ucciso con un colpo di pistola da un soldato tedesco irritato dalle sue grida di disperazione e altri cinque sono giustiziati sul retro delle loro case.