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Interruzione di gravidanza: il sit-in al San Donato

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Interruzione di gravidanza: il sit-in al San Donato

Arezzo – Avere la capacità di trasformare una criticità in una opportunità. E’ da questo assunto che il gruppo di manifestanti che stamani hanno compiuto un sit-in davanti all’ospedale San Donato, e la Direzione Aziendale, hanno impostato il lavoro da compiere nei prossimi mesi.
La manifestazione, organizzata da Liberaperta, Radicali, Udi, con la presenza di Arci, partiti della sinistra, consiglieri comunali e provinciali, e la parlamentare del Pd, Donella Mattesini, in difesa della legge 194, si è trasformata in un incontro a viso aperto con il direttore generale Enrico Desideri e il direttore sanitario del San Donato Grazia Campanile, che hanno ascoltato e risposto ad ogni domanda, facendo poi delle proposte che sono state condivise.
Come già chiarito ieri, non è reale la notizia che aveva fatto scattare la protesta, e cioè che da oggi l’Interruzione volontaria di gravidanza ad Arezzo non si sarebbe potuta più garantire per la assenza di ginecologi non obiettori.
L’Azienda ha trovato una soluzione con un progetto aziendale, la creazione di un pool con gli otto ginecologi operanti nei tre presidi di Arezzo, Bibbiena e Montevarchi, che garantiranno le sedute operatorie nei tre ospedali.
Ma tutti, compreso l’Azienda, hanno ammesso che il problema esiste. E non è solo un problema aretino, ma regionale e nazionale. Ci sono due diritti, quello dei medici ad essere obiettori e quello delle donne a vedersi garantito quanto previsto dalla legge 194, che collidono. Lo Stato li deve garantire entrambi.
Dai manifestanti sono arrivate proposte operative a partire dalla possibilità di dare un incentivo economico ai ginecologi non obiettori.
Dall’onorevole Mattesini la sottolineatura che il problema non è solo locale, e non è solo sanitario: “va coinvolta la politica, – da detto Mattesini – dalle conferenze dei sindaci alle regioni. E se possibile anche a livello parlamentare perché la questione è aperta ovunque. C’è un problema sociale, quando sappiamo che a fronte di una calo generale delle interruzioni di gravidanza, il maggior numero di donne che vi accedono sono giovanissime e soprattutto immigrate”.
Sulla necessità di riprendere un cammino di attenzione ai soggetti più deboli e fra questi in primo luogo le donne si è soffermata la assessore alle pari opportunità del comune di Arezzo Lisa Sacchini “Alla base del sostanziale lento svuotamento della 194 – ha detto – c’è proprio un atteggiamento culturale della nostra società. L’affettività, la sessualità, sono ormai temi trattati quasi esclusivamente in senso commerciale e con modelli di riferimento che poi provocano solo danni alla parte più debole del mondo femminile e non solo”.
Il direttore generale Desideri ha ricordato che il 50% delle donne che ricorrono all’interruzione di gravidanza sono straniere (due su tre rumene) e il 30% sono giovanissime. “Dobbiamo interrogarci sul perché. E non è certo un compito specifico dell’Azienda, che da parte sua deve garantire l’applicazione della legge e deve guardare alla qualità del servizio. Noi abbiamo trovato una soluzione che non risolve definitivamente il problema, che potrebbe presto riproporsi. Ed è un problema non solo aretino, ma nazionale.”
Desideri ha chiesto a tutti di non abbassare la guardia, di approfittare di questa occasione per avviare un percorso che pur difficile e in salita, possa dare dei risultati concreti.
“La mia idea – ha annunciato Desideri – è partire da un “codice etico” da sottoscrivere con tutti i ginecologici, nel quale si sottolinei per primo il valore della vita, e assieme a questo anche i principi e i diritti che sono contenuti nella legge 194. Le donne, specie in un momento così difficile della loro vita, non possono essere lasciate sole.”
Il Dg ha detto che la politica deve farsi carico di portare nelle istanze giuste questo tema. “Come Asl monitoreremo attentamente cosa accadrà con questo modello organizzativo, con particolare riguardo alla qualità del servizio e ad ogni forma di aiuto per le donne. E a fine anno vorremmo raccogliere le proposte, le idee, le esperienze per un ulteriore salto di qualità, organizzando un convegno almeno di livello regionale da tenere proprio ad Arezzo.”
“Da questa città – ha ricordato concludendo l’incontro Desideri – nei decenni passati sono partite le idee e le proposte per grandi riforme civili e sociali in Italia, dalla legge Basaglia sul superamento dei manicomi, alle norme sul diritto alla salute dei lavoratori: questa potrebbe essere una buona occasione perchè da qui, prenda avvio una nuova azione di natura culturale, legislativa e politica in difesa della vita, delle donne, dei diritti civili oggi in parte offuscati”.